Equità retributiva Fringe benefit, Welfare aziendale: la Banca penalizza gli strumenti di equità

Durante l’incontro di martedì sull’efficienza aziendale, l’Amministrazione ha sostenuto che l’inflazione è uguale per tutti”, per dimostrare l’infondatezza di ogni richiesta di attenzione alle fasce di popolazione a redditi medi e bassi.

Tesi a dir poco singolare: la crescita vertiginosa dei prezzi del “carrello della spesa”, o l’aumento esponenziale delle bollette di luce e gas, è infatti lo stesso per un Vice Assistente, per un Esperto neo assunto, o per un Direttore Centrale. Ma – poiché si suppone che un Direttore Centrale non mangi 4 volte quel che mangia il giovane Esperto, né che abbia fornelli o frigoriferi 8 volte più grandi di un Vice Assistente – l’incidenza e la sostenibilità degli aumenti rispetto allo stipendio cambia drasticamente all’interno del personale.

 

Nel giro di pochi minuti, peraltro, per contrastare la richiesta di Falbi e Sibc di una crescita strutturale degli stipendi del personale, la Delegazione aziendale ha richiamato la linea del Governo di non adottare aumenti generalizzati, ma scaglionati in base alla classe di reddito. “Vedete – ci è stato detto –  anche la rivalutazione delle pensioni avverrà in pieno solo per chi ha fino a 4 volte la pensione minima”.

Anche questo è un singolare argomento: specie negli ultimi tempi, tutte le scelte di questa Amministrazione sono state rivolte a penalizzare le forme retributive dirette o indirette aventi un effetto equitativo, essendo di importo uguale per tutti e non in proporzione al reddito.

E’ questa Amministrazione che ha deciso di non utilizzare la leva offerta dal Governo per i fringe benefit fino a 3.000 euro uguali per tutti (e solo perché i redditi più elevati non ne avrebbero potuto giovare!).

E’ questa Amministrazione che non si fa scrupolo di prorogare unilateralmente il contratto welfare, perché sa benissimo che alcuni contributi per migliaia di euro e uguali per tutti sono – o sono diventati – inutilizzabili per i colleghi, e quindi rimarranno nelle casse della Banca.

 

Falbi e Sibc hanno allora chiesto che venga anticipato per tutti, al prossimo anno, il riconoscimento del differenziale tra IPCA effettivamente registrata e quella previsionale 2022 (altrimenti spettante nel 2025). 

Se però ora l’Amministrazione vuole vestire i panni moralisti di chi bacchetta gli ingordi, se si è innamorata del principio di “4 volte il minimo”, non ci sono problemi: chiediamo che tale recupero sia anticipato per gli stipendi e le quote di stipendio fino a 4 volte lo stipendio minimo in Banca (quello di Operaio di 3 Jr). Per la parte eccedente (per chi ce l’ha), non vi è dubbio che si possa aspettare il 2025. 

Oppure quella pauperista era solo una posa, e l’unica vera tesi della Banca è quella di non concedere nulla al personale, a costo di contraddirsi ogni cinque minuti?