Facciamo il punto – La posizione di Falbi e Sibc – Negoziato per la riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa

Nell’incontro del 17 novembre u.s., l’Amministrazione ha prospettato alcune linee di intervento sul sistema di inquadramento dell’Area Operativa.

 

Fra di esse, si sono evidenziati con una certa chiarezza gli obiettivi che la Banca intenderebbe perseguire, e in particolare:

  • indifferenziazione mansionistica all’interno del personale;
  • trasformazione di parte della retribuzione, aumentando la quota variabile di quest’ultima;
  • definizione di un percorso di formazione continua per ciascun dipendente dell’Istituto, dai contenuti, forme e ricadute tuttora imprecisati.

A tale proposito, FALBI e SIBC, che costituiscono il tavolo negoziale che rappresenta una vasta maggioranza del personale operativo, ritengono utile e doveroso rendere pubblica la propria posizione davanti a tutti i colleghi.

 

Preliminarmente, osserviamo che il piano illustrato dalla Delegazione aziendale non tiene in considerazione – se non per alcuni aspetti della formazione – le plurime proposte concretamente avanzate dalla parte sindacale. Una scelta che non appare coerente con l’intendimento espresso (e la necessità dichiarata dalla stessa Delegazione) di aggiornare un sistema di inquadramento risalente a oltre quarant’anni fa.

 

In particolare, in merito agli obiettivi sopra sintetizzati della proposta della Banca, le scriventi Segreterie ritengono:

  • certamente meritevole di approfondimento la parte relativa al percorso di formazione del personale, coerente con il grado di sviluppo professionale di ciascuno, purché ciò non divenga un “cavallo di Troia” per alterare in modo arbitrario, da parte dei responsabili delle strutture, le prospettive retributive dei dipendenti. Il profittevole esito dei diversi step formativi, e quindi l’accrescimento delle capacità professionali dei singoli, non potrebbe infatti che essere accertato dai soggetti esterni eroganti i singoli corsi, senza budget o interferenze;
  • incongruo un sistema in cui “tutti fanno tutto”, che non solo sarebbe penalizzante e discriminatorio nei confronti del personale che ha già maturato significative esperienze professionali, o compiuto percorsi selettivi di avanzamento, ma renderebbe immediatamente meno appetibili le prospettive di migliaia di ragazze e ragazzi assunti negli ultimi anni, meritevoli di avere opportunità di crescita interna ed esterna all’Area adeguate alle loro capacità professionali;
  • semplicemente non percorribile un sistema che volesse togliere certezze alla prospettiva retributiva dei colleghi, attualmente garantita dagli scatti e dal valore degli avanzamenti tra gradi professionali, tanto più a fronte di un maggiore impegno richiesto sia sul piano della formazione individuale, sia sull’ampliamento del contenuto mansionistico effettivo e potenziale. Come più volte ribadito da FALBI e SIBC, gli elementi variabili che una riforma può aggiungere non potranno che avere carattere incrementale rispetto all’attuale prospettiva retributiva del personale.

Inoltre, con riferimento alle proposte che FALBI e SIBC hanno avanzato all’Amministrazione, ribadiamo che fattori essenziali per una riforma delle carriere operative sono per noi:

  • un significativo investimento economico da parte aziendale, proporzionalmente pari a quello sostenuto nel 2016 per la riforma dell’Area Manageriale, sia nella fase di reinquadramento iniziale, sia nel funzionamento a regime del sistema, anche connesso al maggiore sforzo formativo del personale. Di tale investimento va dato conto con chiarezza sin da subito, al fine di poter ragionare concretamente sulle risposte più adeguate a tutte le diverse aspettative del personale, che da decenni attende la riforma;
  • la velocizzazione dei percorsi di carriera, tenendo conto del grado di scolarizzazione posseduto da ampie fasce della popolazione operativa (e in alcuni casi condizione necessaria per l’assunzione, anche in termini incoerenti con il grado rivestito) che ha modificato radicalmente il quadro del personale e le sue aspettative professionali. Ogni “accorciamento” della catena gerarchica non potrà quindi che essere rivolto verso l’alto, mantenendo la necessaria coerenza tra mansioni attribuite, posizione rivestita e retribuzione;
  • la definizione, in tale quadro, di percorsi più vantaggiosi, sia in termini di crescita all’interno dell’Area Operativa per tutto il personale addetto, in grado di fornire prospettive di maggior pregio alle diversificate fasce della popolazione operativa, sia in termini di crescita delle quote di passaggio ai due segmenti iniziali dell’Area Manageriale dall’interno dell’Istituto.

Le scriventi Organizzazioni ritengono necessario che nel prossimo incontro sul tema degli inquadramenti, che sollecitiamo sin d’ora per evitare nuovi incomprensibili rallentamenti, l’Amministrazione chiarisca senza ambiguità la propria posizione sui punti sopra posti, ancora una volta in modo chiaro e trasparente, da FALBI e SIBC.