IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE DELLA PERIFERIA – ARRETRARE AVANZANDO

Negli ultimi tempi i rappresentanti della Banca sono stati impegnati in uno sforzo di comunicazione per convincere che il piano di riorganizzazione della periferia, da tempo annunciato, fosse un cambiamento di direzione rispetto alla deriva iniziata nel 2008, che aveva visto la Banca abbandonare progressivamente la presenza dell’Istituto sul territorio.

 

Per ultimo anche il Capo della funzione centrale in una conferenza, resa pubblica sulla intranet, aveva diffusamente dissertato che il piano della Banca rappresentava un rafforzamento della Banca in periferia.

 

Nella giornata odierna è pervenuto l’atteso piano di riorganizzazione dal quale apprendiamo che:

 

  • due filiali di media dimensione verranno chiuse: Brescia e Livorno, con il coinvolgimento di 76 addetti;
  • oltre alle filiali STC, per sei filiali si prevede l’unificazione dell’ufficio Segreteria con GSP (Aosta, Campobasso, l’Aquila, Potenza, Venezia e Trento);
  • alle medesime filiali viene sottratto il trattamento del contante nei confronti dell’utenza professionale e la vigilanza prudenziale;
  • le funzioni di vigilanza vengono confermate solo per le filiali di Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo;
  • le eventuali misure di accompagnamento riguarderanno solo le filiali chiuse.

 

Forse, per nostri obiettivi limiti, non abbiamo capito in cosa consista lo sbandierato rafforzamento, e non possiamo che auspicare che l’incontro previsto per la prossima settimana (mercoledì 2 ottobre p.v.) servirà alla Delegazione Aziendale per farci meglio comprendere quello che allo stato ci sfugge.

 

Al momento non possiamo che confermare la nostra ferma contrarietà a quanto contenuto nel piano, anche perché non rientra nel nostro costume contrabbandare la merce taroccata in materia di pregio.