LA “RABBIA” DELLA CISL PER LA PERDITA DELLA MAGGIORANZA SINDACALE

MENTRE RILANCIA IL PROGETTO DI ESTENDERE

AGLI OPERATIVI LO SCHEMA DI INQUADRAMENTI DELL’AREA MANAGERIALE

 

La CISL, nel prendere (rabbiosamente) atto del venir meno della maggioranza dell’Unità Sindacale, con il volantino “il momento delle scelte” offre la sua visione del nuovo scenario che si è venuto a creare.

 

Risultano interessanti alcune affermazioni inerenti all’attività del primo tavolo; in particolare l’auspicio che si realizzino intese tra diverse OO.SS. con necessarie “regole di funzionamento” del gruppo (vero punto dolente del tavolo dell’Unità Sindacale). In altri termini ammette, finalmente, che all’interno di quell’aggregazione non è andato tutto per il verso giusto, né poteva essere altrimenti, considerata l’abissale diversità che caratterizzava le rispettive posizioni, così come la FALBI ha fatto rilevare sin dall’avvio di quell’alleanza. Evidentemente la “gioiosa macchina” da guerra messa in piedi con il patto costituente l’’Unità Sindacale si poggiava su piedi di argilla.

 

Così come altrettanto evidente è stato che, in tale contesto di debolezza, la guida dell’aggregazione fosse saldamente detenuta dal Sindacato più forte e coeso: la CIDA.

 

Infatti, i relativi effetti non sono certo mancati: dall’accordo sul lavoro agile nel quale, facendo finta di aver negoziato, si è sottoscritto null’altro che la posizione della Banca, alla trattativa BAN conclusa con un singolare accordo che pur riguardando precipuamente gli operai fa prevalere gli interessi dell’Area Manageriale.

 

La CISL   rilancia e “gioca la carta” del conflitto generazionale; un’operazione indegna che può provenire solo da un piccolo sindacato autonomo iper-corporativo e potrebbe indurre a ritenere che si utilizzi abusivamente un logo confederale.

 

Il Sindacato, se degno di tal nome, agisce costantemente con l’obiettivo di superare le diversità, creare momenti di incontro e coesione tra tutti a prescindere dalle condizioni individuali, risolvere le disparità, rappresentare l’intera categoria e non una sola parte dei Lavoratori. Certamente non può agire, se non tradendo la propria natura e funzione, aizzando gli uni contro gli altri ed esaltando conflitti di interessi, veri o presunti che siano.

 

Su tale onda la CISL afferma di aver trovato l’uovo di colombo: l’estensione del modello adottato per l’Area Manageriale anche a quella Operativa!

 

Resta da chiedersi se la CISL parla per sé, ovvero interpreta un comune sentire dei Sindacati che ancora condividono l’esperienza dell’Unità Sindacale. In questo caso risulterebbe incomprensibile la posizione della CGIL, che nel 2016 si è opposta fieramente all’ipotesi di applicazione alla Carriera Operativa del modello adottato per l’Area Manageriale e che ormai è dedita al “piccolo cabotaggio sindacale” mantenendo un poco dignitoso silenzio sulle questioni di maggiore rilevanza.

 

Sarebbe diritto delle Colleghe e dei Colleghi conoscere se la CGIL mantiene quella posizione ovvero se nel frattempo è stata “normalizzata”.

 

Ma la CISL, proponendolo, ha mai letto, e magari compreso, il testo degli accordi che ha sottoscritto per l’Area Manageriale? Non le suggerisce nulla il fatto che solo per il segmento dei Direttori si è prevista una percentuale di passaggio di livello del 60% al primo anno, mentre per i segmenti di Consigliere e di Expert le percentuali raggiungono a stento il 20/30%? Non si rende conto che avendo fissato il valore del livello in tre volte lo scatto annuale precedentemente previsto ha fatto schizzare in alto le loro retribuzioni imprimendo una dinamica (automatica) prima inimmaginabile?

 

Si rende conto che avendo fissato il livello per gli Expert in solo due volte rispetto allo scatto del Coadiutore, i Colleghi che hanno avuto accesso all’Area Manageriale hanno percepito compensi per l’intero periodo inferiori a quelli del grado apicale dell’Area Operativa? È consapevole di quanti Colleghi, che all’epoca hanno creduto alle sirene sindacali e di Banca e che, partecipando alla selezione, sono rimasti bloccati nel segmento di Expert? Per non parlare delle abissali e illogiche differenze negli importi delle gratifiche.  

 

E sarebbe questo il modello che risponde alle esigenze di modernità e che fornisce risposte di equità soprattutto alle istanze dei Colleghi più giovani?

 

La verità è un’altra! In occasione del negoziato per la definizione degli inquadramenti per l’Area Manageriale è prevalsa l’impostazione della CIDA, un Sindacato all’interno del quale non vige la regola dell’uno vale uno, ma il peso dell’iscritto è valutato in relazione alla posizione gerarchica rivestita all’interno della Banca!

 

La verità è che la riforma è stata cucita a misura dei più alti gradi dell’ex carriera Direttiva, che hanno assorbito la più larga fetta delle risorse oggi mitizzate, mentre i “più giovani” sono rimasti al palo e sono serviti solo per dare a quei Sindacati la rappresentatività necessaria ad avvalorare le intese.

 

Ed ora la CISL insiste che questa sarebbe la risposta giusta per i più giovani! Una tesi, che alla luce dell’esperienza della prima applicazione del modello per l’Area Manageriale appare semplicemente patetica ed il predetto Sindacato non merita nemmeno un caritatevole umano compatimento.

 

La CISL sappia che le Colleghe e i Colleghi operativi sono sufficientemente avvertiti e non sono disponibili a finire come vasi di coccio tra quelli di ferro, non si fidano di ampi margini di discrezionalità concessi alla controparte, perché sanno bene che sono stati utilizzati dalla Banca a proprio favore ed a danno dei Lavoratori, soprattutto non intendono essere strumentalizzati e sacrificati per assecondare le ambizioni di qualche “giovane” dirigente sindacale.

 

La CISL si rassegni, dopo l’ebbrezza di far parte della maggioranza, a tornare in quel cono di irrilevanza che ha caratterizzato la sua presenza in Banca nei passati decenni e si accontenti, come pure conclude il suo comunicato a “mettersi alla finestra” (come ultimamente dice di altri)riprendendosi lo spazio di azione e di comunicazione, essendo voce (certamente) inascoltata, di chi rivendica più equità (a loro dire)”.

 

I (pochi) Colleghi dell’Area Operativa che hanno dato fiducia a quel Sindacato, valutino attentamente la sostanza della tutela che viene loro offerta.