UN RISULTATO CHE NON AMMETTE DISCUSSIONI BILANCIO: APPROVATO CON IL 90,83% DI SI – MODIFICHE STATUTARIE: RESPINTE CON IL 53,85% DI NO – SCONFITTO L’APPARATO – CI ATTENDIAMO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE

Al termine di una martellante campagna (quanto meno sospetta nelle motivazioni) della CSR e di un’azione insolitamente sopra le righe del CIDA, supportata dai “nostalgici” dell’Unità Sindacale quali la CGIL e la CISL, nella giornata del 28 corrente si è tenuta l’assemblea della CSR chiamata ad approvare Bilancio e proposta di modifica dello Statuto.

 

Mentre il Bilancio è stato approvato con un’elevata percentuale di sì (90,83%) la modifica dello Statuto (che avrebbe avuto bisogno di una percentuale qualificata del 66,6% di voti favorevoli) è stata respinta con il 53,85% di no.

 

L’azione del CIDA è stata particolarmente accanita e anche oltre i limiti della correttezza: prima si è sostenuto che le modifiche erano imposte dalla legge (tesi evidentemente falsa), poi che erano modifiche proposte nell’interesse dei Soci (ma nella logica delle gentili concessioni del “sovrano” non si è inteso spiegare in cosa consistesse tale interesse) infine, in assenza di altre giustificazioni, si è voluto sostenere che si trattava esclusivamente della solita polemica tra Sindacati.

 

Sconcerta che alla CIDA siano state di sostegno due sigle sindacali confederali (quali CGIL e CISL) ormai solite a un ruolo di fedele vassallaggio della CIDA (e quindi della Banca); tale singolo episodio probabilmente è utile a dimostrare ai Lavoratori più sensibili ed accorti come si muovano le dinamiche del potere all’interno del nostro Istituto.

 

Inusitato, poi, che il CIDA sia incorso addirittura in violazioni della legge sulla Privacy con invii massivi di mail agli indirizzi privati dei Colleghi che in nessun modo potevano essere noti alla CIDA; a tal proposito i nostri legali hanno preparato un fac-simile di esposto al Garante per la Privacy che è a disposizione di chiunque volesse avvalersene.

 

Nella circostanza è accaduto qualcosa che i “supporter” dell’approvazione delle modifiche statutarie non avevano messo in conto: le Colleghe e i Colleghi, a prescindere dalle considerazioni del fronte del sì e quello del no (che a limite hanno avuto il merito di segnalare la questione agli interessati) hanno letto le modifiche proposte, le hanno capite e le hanno bocciate senza appello.

 

Un segnale di maturità da parte della Categoria di grande importanza che ci conforta e che, se esteso a tutte le altre vicende di ordine negoziale, consentiranno che in Banca d’Italia l’agire del Sindacato sia più trasparente e, soprattutto, libero dall’inquinamento di interessi occulti e di connivenze con la Banca.

 

Ora ci auguriamo che il Presidente della CSR (ex storico Presidente della CIDA), orchestratore di tale infelice iniziativa, ne tragga le logiche conseguenze e rassegni le proprie dimissioni dall’incarico.

 

In caso contrario avremo un’ulteriore dimostrazione che l’attaccamento alla poltrona non è giustificato dalla salvaguardia degli interessi dei Soci della CSR ma dalla difesa di altri occulti interessi.