Durante il 16° incontro del Dialogo Sociale sulle banconote con la BCE (26 maggio 2025), abbiamo affrontato temi cruciali per il futuro del contante, della produzione e della rete di Filiali delle Banche Centrali. La BCE ha illustrato sviluppi e tendenze del settore, ma come rappresentanza sindacale abbiamo posto al centro le ricadute occupazionali, industriali e territoriali delle scelte europee.
IL CONTANTE NON È IL PASSATO, MA IL DIRITTO DI TUTTI
Secondo i dati forniti dalla BCE stessa, il contante resta ancora il metodo più utilizzato nei pagamenti presso i punti vendita (oltre il 50%), nonostante la crescita dei pagamenti elettronici. Il 62% dei cittadini europei vuole continuare ad avere la possibilità di usare contanti, in quanto strumento inclusivo, sicuro, anonimo e universalmente accessibile.
Abbiamo chiarito che ogni arretramento nell’uso del contante comporta conseguenze gravi:
– perdita di posti di lavoro nella produzione e distribuzione;
– riduzione del presidio territoriale delle Filiali,
– esclusione digitale per ampie fasce della popolazione.
Abbiamo quindi chiesto alla BCE e alle istituzioni nazionali di impegnarsi attivamente nella tutela e promozione del contante come diritto, bene pubblico e motore occupazionale.
Abbiamo inoltre richiesto che alla martellante e asfissiante promozione dell’euro digitale – ormai onnipresente su social e media – venga affiancata una campagna di pari intensità a favore del contante, a garanzia di una vera libertà di scelta per i cittadini.
EURO DIGITALE E PRODUZIONE DI CONTANTE: DUE TEMI DA AFFRONTARE INSIEME
L’introduzione dell’euro digitale non può e non deve comportare una riduzione della produzione di contante. Le due realtà devono coesistere, rispettando la domanda sociale e garantendo occupazione, resilienza industriale e inclusione.
Nel prossimo Dialogo Sociale previsto per l’autunno, alla presenza della Presidente Christine Lagarde, chiederemo ufficialmente l’apertura di una sessione specifica in cui affrontare in modo congiunto il futuro dell’euro digitale e la salvaguardia della produzione del contante, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali.
PRODUZIONE: TRA RIPRESA E INCERTEZZE
Dopo la fase di stallo seguita agli aumenti dei tassi d’interesse (2022–2023), la circolazione delle banconote è tornata a crescere, riallineandosi ai livelli pre-pandemici. Tuttavia, la BCE segnala che sono ancora presenti eccedenze di scorte e che la produzione viene mantenuta bassa artificialmente, con appena 2 miliardi di banconote effettivamente richieste nel 2026 contro quasi 4 miliardi di capacità produttiva.
Questa situazione rischia di compromettere la stabilità degli impianti di stampa pubblici, l’occupazione del personale specializzato e la capacità di affrontare emergenze (crisi finanziarie, nuove serie, picchi di domanda).
Serve una pianificazione a lungo termine, trasparente e condivisa con le parti sociali, che valorizzi il ruolo delle strutture pubbliche nella produzione di banconote, limitando al massimo il ricorso a esternalizzazioni e gare al massimo ribasso.
FILIALI DELLE BANCHE CENTRALI: PRESIDIO VIVO DEL TERRITORIO
Nell’area euro, dal 2016 al 2025 il numero delle Filiali attive nelle attività legate alla circolazione del contante è passato da 193 a 152, con riduzioni pesanti in Paesi come Francia, Grecia e Austria.
Nel nostro intervento abbiamo denunciato che la riduzione delle Filiali e le continue razionalizzazioni non possono proseguire, perché comportano un inevitabile calo della qualità del servizio e dei livelli occupazionali.
Le Filiali devono essere rilanciate, non chiuse: sono un punto di contatto tra istituzioni e territorio, e garantiscono sicurezza, trasparenza e capillarità nella distribuzione del contante.
RICERCA, NUOVE BANCONOTE E TRANSIZIONE VERDE
La BCE ha avviato i lavori per la progettazione della nuova serie di banconote (ES3), che prevede:
– nuovi temi grafici (“Cultura europea” e “Fiumi e uccelli”);
– maggiore sostenibilità ambientale attraverso l’eco-design;
– rafforzamento delle misure anti-contraffazione.
Nel corso dell’incontro abbiamo chiesto:
– il coinvolgimento del personale nelle fasi di test, sviluppo e produzione;
– formazione e aggiornamento professionale adeguati per gestire il cambiamento;
– trasparenza sulle scelte industriali e produttive, evitando sprechi e discontinuità.
SICUREZZA, CONTINUITÀ E CONTRASTO ALLA CONTRAFFAZIONE
Dopo un triennio di aumento, la contraffazione si è stabilizzata su livelli bassi: circa 560.000 falsi in un anno, in prevalenza da €20 e €50. Le tecnologie usate nella produzione pubblica si sono dimostrate ancora una volta efficaci.
Questo conferma che tagliare sulla qualità e sulla sicurezza significa esporsi a rischi sistemici, mentre investire nella produzione pubblica vuol dire tutelare l’euro, i cittadini e i lavoratori.
SOSTENIBILITÀ E FILIERA PRODUTTIVA
La BCE ha introdotto criteri di resilienza nella catena di fornitura, coinvolgendo produttori di materie prime e cartiere. Questo processo deve però valorizzare la trasparenza contrattuale, prevenire forme di dumping industriale e garantire condizioni di lavoro eque in tutta la filiera.
Chiediamo che le valutazioni ambientali non siano uno strumento per giustificare tagli o esternalizzazioni, ma una leva per migliorare il lavoro e innovare in modo sostenibile e partecipato.
IL CONTANTE È UN BENE PUBBLICO. LA SUA DIFESA È UNA LOTTA PER IL LAVORO.
Il nostro impegno non si ferma: continueremo a presidiare i tavoli europei e nazionali per difendere il contante, rafforzare la rete delle Filiali, valorizzare la produzione pubblica e garantire un futuro stabile e dignitoso per tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore.
Roma, 10 giugno 2025
FALBI
IL DIPARTIMENTO BANCHE CENTRALI EUROPEE