L’art. 15 del Regolamento Generale stabilisce che “i Funzionari generali promuovono o concorrono a promuovere gli indirizzi della Banca e ne seguono l’attuazione; essi sono preposti ai Dipartimenti ovvero possono essere destinatari di incarichi speciali, anche eventualmente connessi con specifici compiti di indirizzo e coordinamento di attività presso l’Amministrazione centrale”.
Tra queste attribuzioni – ed è proprio su questo punto che desideriamo soffermarci – rientrano i processi di avanzamento di carriera, l’assegnazione di incarichi, le procedure di vacancy e job posting. Il ruolo dei Funzionari generali è quindi cruciale: le loro valutazioni, i loro orientamenti e, perché no, le loro preferenze incidono in misura determinante sulle prospettive professionali di ogni dipendente.
Nonostante la libertà individuale di aderire a un’Organizzazione Sindacale, ragioni di opportunità impongono che chi detiene un potere così significativo mantenga una posizione imparziale e svincolata da qualsiasi sigla di rappresentanza del personale. Eppure, sembra che almeno uno dei nostri Funzionari generali risulti regolarmente iscritto a un Sindacato.
Non si tratta di un episodio isolato: in passato abbiamo segnalato l’iscrizione di un Segretario Generale alla medesima organizzazione sindacale.
Ciò solleva interrogativi sull’operato delle Organizzazioni Sindacali: perché accogliere tra i propri iscritti figure così autorevoli, così prossime alla governance della Banca? È questione di credibilità, fiducia e rispetto nei confronti di chi, ogni giorno, vive sulla propria pelle le dinamiche di carriera che, almeno sulla carta, dovrebbero basarsi unicamente sul merito.
Etica, trasparenza e imparzialità vanno declinate mantenendo i ruoli sindacali separati dagli incarichi di vertice: è l’unica strada per preservare la credibilità e la fiducia nell’Istituzione.