La scuola dell’infanzia dell’Istituto, gestita dall’Opera Nazionale Montessori, che dal 1974 rappresenta un punto di riferimento per le famiglie, è a rischio chiusura a causa di una decisione amministrativa che riteniamo ingiusta e dannosa.
A partire dal prossimo anno scolastico, ci informa la Banca, non ci sarà più una scuola dell’infanzia aziendale. Poco importa che essa sia stata per anni una risorsa fondamentale per l’educazione dei nostri bambini e bambine e per la conciliazione vita/lavoro.
Da decenni il nostro Istituto garantisce dei servizi scolastici molto apprezzati dalle lavoratrici e dai lavoratori, ma, nonostante l’enorme gradimento e la supposta crescente sensibilità per la neo genitorialità, la situazione, a detta dell’amministrazione, non permette di trovare un nuovo gestore o di prorogare l’attuale contratto, che scade il 1° luglio 2025, né di istruire una gara che possa interessare ad altri operatori.
Questi i motivi dichiarati come cause della situazione:
* Vincoli burocratici e autorizzazioni non ottenibili: nessun nuovo operatore può essere autorizzato a gestire la struttura, in quanto essa non sarebbe più a norma, e l’Opera la gestirebbe già in deroga (deroga di cui nessuno era informato fino a ieri);
* Complicazioni tecniche e operative: non esisterebbero alternative praticabili (ad esempio l’individuazione di nuovi spazi a norma) che possano garantire la continuità dell’offerta educativa.
Perché protestiamo?
- Per difendere il diritto all’educazione: ogni bambino e bambina merita un’educazione di qualità, e la scuola dell’infanzia organizzato dal nostro Istituto ha sempre rappresentato un’eccellenza.
- Per tutelare le famiglie: la presenza di una struttura aziendale rappresenta un aiuto concreto per le famiglie che ne usufruiscono, le quali spesso hanno anche effettuato scelte di vita (prima tra tutte quella dell’abitazione principale) basandosi sulla possibilità di mandare i propri figli presso la struttura, adiacente al Centro Sportivo e vicina ai nidi aziendali;
- Per mantenere un’esperienza positiva che unisce il personale: non si possono spazzare via così 50 anni di storia della Banca d’Italia; la stessa amministrazione che declama ipocritamente la necessità di creare occasioni di socialità per far interagire il personale sembra pronta a cancellare in un lampo uno degli spazi di conoscenza e comunità più forti e trasversali tra quelli disponibili;
- Per chiedere soluzioni concrete: Vogliamo che l’Istituto si impegni a trovare soluzioni che permettano la riapertura della scuola o l’individuazione di alternative valide.
Chiediamo:
- Continuità del servizio: L’Istituto si faccia carico della possibilità del proseguimento del servizio presso Via del Mandrione utilizzando solo il piano terra dello stabile, riducendo la platea (circa il 50%) con un altro operatore, ad esempio anche quelli già affidatari del servizio degli asili nido.
- Allestimento del servizio presso nuovi Sedi: Utilizzando gli innumerevoli spazi a disposizione dell’Istituto, ad esempio a Palazzo Koch, si attrezzino spazi idonei per garantire lo stesso eccellente servizio ai bambini e alle famiglie.
UNIAMO LE NOSTRE VOCI PER FAR RAGGIUNGERE IL NOSTRO MESSAGGIO!
Cosa possiamo fare?
Partecipiamo alla protesta: Unisciti a noi per manifestare il nostro dissenso e far sentire la nostra voce.
Scriviamo lettere di protesta al vertice del nostro Istituto: Facciamo sapere quanto sia importante mantenere attiva questa struttura educativa.
Non lasciamo che i nostri figli perdano questa opportunità!