Abbiamo scritto lunedì sera a tutto il personale romano per informare della gravissima decisione della Banca di chiudere la scuola dell’infanzia “Casa dei bambini” in Via del Mandrione.
La scuola, oltre a fornire un servizio preziosissimo a molte famiglie, tra cui tanti e tante colleghi/e trasferiti a Roma per lavoro che non possono contare sulla prossimità dei nonni, è un fiore all’occhiello dell’offerta di benefit aziendali della Banca da cinquant’anni. Sono cresciuti in quella scuola generazioni di bambini e bambine, alcuni dei quali oggi sono personale della Banca.
La chiusura della Casa dei Bambini rappresenta qualcosa di inaccettabile.
In primis per il disagio delle famiglie che si ritroveranno a cercare, a percorso scolastico iniziato, un’altra soluzione per i propri figli entro il mese di gennaio dell’anno giubilare. Questa chiusura è uno dei risvolti tangibili della spersonalizzazione del rapporto di lavoro che il vertice sta attuando con la mano sinistra, mentre con la destra ricerca la pubblica approvazione aderendo a questa o quella giornata per l’inclusione, pubblicando dichiarazioni roboanti sulle pubblicazioni “tematiche istituzionali”, fondando nuove divisioni di “comunicazione interna” che non comunicano un bel niente.
Con questa assurda decisione si sconvolgono i progetti di decine di famiglie, che in molti casi hanno acquistato una casa in zona per usufruire dell’insieme di servizi per l’infanzia (nido, materna, centro sportivo) che ora, giustamente, percepiscono tutti a rischio.
Senza dimenticare che gli effetti di questa decisione determineranno il licenziamento di più 40 persone, di cui più del 90% lavoratrici, anche monoreddito e con figli a carico
La tanto sbandierata “attenzione alla persona” resta solo una dichiarazione di principio. È irrispettoso, per non dire altro, avvisare di un tale sconvolgimento tramite un’informativa sindacale, a conclusione di un incontro convocato su altro tema, senza un messaggio ai genitori o al personale che faccia chiarezza.
In sintesi: la Banca getta la maschera e mostra il volto di chi se ne frega delle esigenze del proprio personale. Altro che Istituto che si fregia di essere tra i primi posti dei migliori datori di lavoro!
Non resteremo inermi ad assistere allo smantellamento di gran parte del sostegno alla genitorialità, almeno per le famiglie di Roma. Se lasciamo correre sulla scuola dell’infanzia, seguirà la chiusura del nido con qualche altra poco plausibile scusa. Per rinunciare a una scuola di eccellenza ci vogliono ragioni molto (ma mooolto!) più serie piuttosto che la pigrizia di affrontare una situazione complessa.
La Banca può disporre unilateralmente (art.9 della Convenzione con l’Opera Montessori) della proroga per un altro anno alle medesime condizioni contrattuali. Nel frattempo si può intervenire sulla sede per adeguarla e avviare un bando di gara per la fornitura del servizio.
I tempi ci sono per farlo, la volontà della Banca va ricercata a qualsiasi costo.
E adesso? Cosa possiamo fare per contrastare questa decisione infausta?
Molte iniziative sono state prese dai diretti e dirette interessati/e: il Comitato Genitori ha diffuso una petizione, che vi invitiamo a firmare, mentre diversi colleghi e colleghe hanno inviato email di protesta agli indirizzi del Governatore, Direttorio e Segretario Generale.
Come sindacati organizzeremo un’assemblea in presenza nella settimana di rientro dalle feste, per permettere la massima partecipazione, durante la quale ragioneremo su ogni altra iniziativa da intraprendere, dal flash mob alle campagne stampa.
Già da oggi siamo disponibili ad altre iniziative, da segnalarci a questa email.
Siamo in ascolto di qualsiasi altro suggerimento per impedire la chiusura della Casa dei Bambini.
Abbiamo ereditato tanti strumenti di conciliazione e benessere preziosi: non ce li faremo sottrarre così!