CHIUSURA DELLE FILIALI CHIACCHIERE – DIRITTI – NORME

L’annuncio della Banca della chiusura di due filiali ha scatenato un accanito dibattito da parte di sedicenti esperti della materia. Ad opinione di alcuni la Banca ha piena facoltà di fare da sola senza avere la necessità di passare per il tavolo negoziale e, quindi, di un accordo sottoscritto con i Sindacati che rappresentino la maggioranza dei Dipendenti iscritti.

 

Quando scendono in campo “tanti saperi”, tali da prefigurare una situazione di bianco e nero, conviene sempre affidarsi ai testi delle norme che, a volte, per quanto non sempre, offrono una semplice verità.

 

In calce riportiamo l’articolo 2 delle Relazioni Sindacali, che è un complesso di norme sottoscritte tra Sindacato e Banca di valore contrattuale e, quindi, inderogabile, così come ammette la Banca stessa a pag. 13 del documento presentato nell’occasione.

 

La norma appare chiara: in caso di riorganizzazioni che abbiano ricadute sul Regolamento del Personale è necessario passare attraverso una trattativa e di conseguenza la firma di un accordo negoziale; questo, ovviamente, non toglie o limita la potestà della Banca di deliberare modifiche organizzative, ma, in presenza di ricadute sui Dipendenti, quelle modifiche non possono essere messe in pratica se non dopo un accordo con il Sindacato.

 

D’altronde questo principio trova conferma in quanto è accaduto nel 2008: la Banca è rimasta bloccata al tavolo della trattativa per più di sei mesi sintantoché non ha trovato una maggioranza di Sindacati disponibili a sottoscrivere l’accordo, né in quel periodo ha mai affermato di voler procedere da sola o addirittura di voler assumere altri drastici e definitivi provvedimenti sulla pelle dei Lavoratori.

 

In questo caso il dettato normativo è chiaro, ma siamo certi che “gli esperti sindacali e di diritto” non cesseranno di pontificare perché l’obiettivo non è quello di offrire ai Lavoratori gli elementi per effettuare una libera e autonoma valutazione di quanto sta avvenendo, ma quello di disorientare, di creare dubbi e confusione in Categoria, al fine di soffocare ogni voce di dissenso, con l’evidente obiettivo di decidere secondo la loro convenienza e non certo dell’interesse delle Colleghe e dei Colleghi.

 

I grandi assenti sono i diritti della Categoria, che, quando vengono messi sotto attacco, anche a prescindere dalle norme, si attende vengano difesi dal Sindacato senza condizioni e senza differenziazioni.

 

Formalizzeremo il nostro più fermo dissenso all’Amministrazione su quanto proposto e se non otterremo risposte soddisfacenti avvieremo una fase di aspro conflitto. Così come dedicheremo grande attenzione alle prese di posizioni da parte delle altre OO.SS.

 

A tal proposito auspichiamo che la volontà di contrapporsi alla Banca prevalga su quella di trattare le condizioni, che pure in alcuni casi sembra emergere.