CSR Patrimonio della Cassa e Fringe benefit LE RISPOSTE DOVUTE AI SOCI

Che chi guida la CSR avesse difficoltà nella comprensione di testi scritti, o di fatti economici, finanziari e giuridici lo sospettavamo. Come spiegare altrimenti la sottovalutazione data a un parere dell’Agenzia delle Entrate favorevole ai Soci sulla questione fringe benefit? E come spiegare altrimenti la mancata risposta a 10 domande su 10 di quelle che avevamo proposto al Presidente uscente e ricandidato Omero Papi?

Ora, la prova ci viene data dal volantino di venerdì della Lista Papi, che per rimanere in incognito si fa chiamare Lista 1. Oltre a scivolare a livelli infimi, attaccando pure una collega, il volantino è interamente basato sull’invenzione di un’affermazione mai fatta da noi, per attaccare la Lista 2. Il che è alquanto significativo della difficoltà di alcuni nel fronteggiare la realtà del dilagante disamore della compagine dei Soci verso una gestione che è incorsa in errori colossali in questo triennio.

Ci occupiamo oggi di due temi (riduzione del patrimonio e fringe benefit), ma è un peccato non soffermarsi anche sull’incredibile appropriazione di meriti altrui, come “l’home banking fatto in questa consiliatura” (ma quando mai!!! in questa consiliatura c’è stato il boom di truffe, mentre l’home banking c’era pure dal lontano 2008, quando Papi era ancora Presidente del Cida….opss), o l’assicurazione mutui in caso morte sempre attribuita a questa consiliatura (altro clamoroso falso storico: fu decisa e deliberata sotto la Presidenza Castaldi, e poi attuata nella consiliatura precedente a questa che si conclude!).

 

RIDUZIONE DEL PATRIMONIO NETTO 

Non si capisce dove i candidati della Lista 1 abbiano letto accuse di “perdite di Bilancio”!! Noi abbiamo parlato di “redditività complessiva negativa di 139 mln”, dato incontestabile in quanto esposto nel Bilancio di esercizio 2022 della Cassa, firmato dall’attuale Presidente Papi che sarebbe pure ricandidato dalla Lista 1, che ha comportato l’erosione del patrimonio di vigilanza per oltre 100 mln di euro. Fatti emersi dal bilancio, entrambi generati dalla “variazione negativa per 182 milioni di euro della riserva di valutazione titoli valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva”. Di questo abbiamo parlato sul nostro volantino e questo c’è scritto sul Bilancio. Certamente ha concorso lo shock dei tassi di interesse, ma il mismatching delle scadenze, la non adeguata copertura dal rischio di tasso a fronte della tradizionale rigidità dell’attivo sono questioni rilevanti, che non dovrebbero sfuggire a chi guida una banca e che vanno rappresentate ai soci, così come i risultati positivi di Bilancio su cui si fanno tanti proclami.

Noi non abbiamo intenzione di screditare nessuno, ma certo non accettiamo accuse di incompetenza o addirittura di malafede da parte di chi fugge dalle domande e da questioni evidenziate anche nella relazione al bilancio del Collegio sindacale. E’ ora di rispondere alle esigenze di trasparenza a cui bisogna ritornare a uniformare la gestione della Cassa!

 

FRINGE BENEFIT

Anche sul tema fringe benefits i nostri avversari faticano a comprendere, o mirano solo a strumentalizzare il nostro messaggio. Sappiamo bene che la responsabilità primaria dell’applicazione del fringe, è dell’Amministrazione della Banca d’Italia!! Tuttavia, è davvero incredibile che chi si candida a guidare (per la terza volta!) la CSR non dica nulla sul motivo per cui non ha permesso al Consiglio di Amministrazione, al Collegio sindacale e alla stessa struttura fiscale della Banca d’Italia di conoscere il parere dell’Agenzia delle Entrate favorevole ai Soci; non dica nulla sul motivo per cui – se davvero ritiene che le condizioni dei prestiti siano assoggettabili alla normativa del fringe benefit – non ha richiamato nei contratti che i tassi erano agevolati (ma davvero?) non perché soci della Cassa ma perché dipendenti della Banca d’Italia; non abbia detto nulla della tempesta cui ha collaborato in silenzio, senza nulla obiettare all’Amministrazione della Banca e falcidiando le buste paga di molti Soci.

 

A questo si aggiunge la violazione degli obblighi di riservatezza nei confronti di soggetti, i figli dei soci, che non hanno nulla a che vedere col rapporto dipendente/socio – Banca d’Italia.

Una cosa è certa: a partire da una revisione della Convenzione e dello Statuto, i componenti della Lista 2 faranno tutto il possibile per salvaguardare i diritti dei Soci, contrastando scelte gestionali penalizzanti nei confronti dei colleghi in servizio e in quiescenza: tutto quello che l’attuale gestione si è ben guardata anche dal tentare di fare!