GLI ATTI “DI PENITENZA” DEI SINDACATI NOSTRANI

La riforma per l’Area Manageriale avvenuta nel 2016 e l’accordo per il lavoro agile nel 2021, sono senza dubbio due tappe molto rilevanti per le Colleghe e i Colleghi di Banca.

 

In entrambi i casi si sono composte eterogenee maggioranze che si sono assunte la responsabilità di quegli atti negoziali: nel primo caso CIDA, DASBI e CISL e nel secondo la “pittoresca” Unità Sindacale vissuta (poco e male) con l’unico scopo di emarginare il Sindacato di maggioranza della Carriera Operativa.

Curioso che in entrambe le occasioni i sottoscrittori di quegli accordi li abbiano definiti come “una svolta epocale” capace di innescare un percorso di modernità alla Banca.

 

Entrambi gli accordi non sono stati sottoscritti dalla FALBI e non perché abbiamo mirabolanti competenze o attitudini divinatorie (non siamo tanto presuntuosi), ma perché in entrambi i casi era evidente, anche per persone poco svezzate, che si stava mettendo nelle mani della Banca il destino dei lavoratori rinunciando, per il Sindacato, a fondamentali strumenti di tutela della Categoria.

 

Oggi, dopo un’iniziale distribuzione di “soldi” che serviva per ammaliare le Persone, i Colleghi dell’Area Manageriale sono vittime della discrezionalità aziendale e anche i vantaggi di natura economica stanno evaporando, a tal proposito leggiamo quasi quotidianamente i “lai” della CISL che per ultimo ha parlato di “sette anni di Tibet” tanto è il tempo che ci separa da quell’accordo sull’Area Manageriale!

 

Ma la CISL è in grado di chiedersi se quanto sta accadendo è imputabile esclusivamente alla “malvagità” della Banca ovvero erano mal concepiti e peggio scritti?

 

Analogamente per il “lavoro agile” ci si accorge che la Banca “non rispetta gli impegni (evidentemente tra galantuomini)” e gestisce a proprio piacimento e in termini restrittivi le norme che regolano tale modalità di lavoro ed assistiamo a un profluvio di comunicazioni sindacali!

 

Anche in questo caso mera “malvagità” della Banca ovvero “incompetenza” nel definire gli accordi negoziali?

 

Insomma, leggendo la comunicazione sindacale dell’ultimo periodo sembra che sia iniziato il periodo di “penitenza” al quale dovrebbe seguire il “ravvedimento”!

 

In sostanza, la Storia, che è maestra di vita, insegni anche ai Sindacati della Banca d’Italia qual è la reale “ideologia” della nostra controparte e, soprattutto li induca “a non farlo più”.

 

Un auspicio in questo momento particolarmente pertinente considerato che si sta discutendo della riforma dell’Area Operativa e, stante le posizioni sin qui espresse dalla Delegazione Aziendale, le Colleghe e i Colleghi corrono il concreto rischio, se il Sindacato non saprà fare da baluardo, di fare la fine dei “capponi di Renzo”.