Dopo la lettera che FALBI e SIBC hanno inviato al Direttore Generale (leggi qui) con la quale denunciavamo lo stallo del confronto su temi di centrale interesse per la categoria, quale quello per la riforma dell’Area Operativa e il conseguente impegno a riprendere la trattativa da parte della Banca (leggi qui), si è tenuto in data odierna il primo di una serie di incontri programmati.
In questa fase, la Banca è impegnata a concludere l’illustrazione della propria posizione rispetto alla problematica degli inquadramenti. È urgente che le proposte siano messe sul tavolo al più presto, possibilmente entro il mese di febbraio, in modo da avviare il negoziato “vero” per mettere a confronto le richieste del Sindacato e la visione della Banca alla ricerca di equilibrate soluzioni, capaci di dare concrete risposte alle aspettative della Categoria.
Si tratta di un confronto difficile ed impegnativo, considerata l’attuale distanza tra le posizioni del Sindacato e quella della Banca, ma che necessariamente dovrà fornire risposte adeguate, non solo in termini di modernizzazione del modello, che dovrà rispondere alle esigenze attese dalle Colleghe e dai Colleghi in termini di sviluppo della Carriera, ma anche in termini di adeguamenti economici ormai non più procrastinabili, considerato il riconosciuto accrescimento professionale delle mansioni del personale operativo, e anche alla luce del progressivo indebolimento del valore reale delle retribuzioni aggredite da un’inflazione che non ha precedenti.
Una situazione complessiva ulteriormente aggravata per effetto della scellerata scelta della Banca di procedere alla tassazione dei fringe benefit.
Nell’incontro odierno la Delegazione Aziendale ha affermato preliminarmente che la proposta della Banca rappresenta uno schema aperto, che potrà essere modificato dal confronto tra le parti; inoltre, ha inteso motivare che la necessità di cambiamento è dettata dal progressivo abbandono delle mansioni meramente esecutive su cui si basava il modello attualmente in vigore, e la conseguente necessità di più elevate ed ampie competenze, superando anche le segmentazioni mansionistiche attuali.
La leva incentivante per “promuovere atteggiamenti positivi per contrastare l’obsolescenza professionale degli addetti” risiederebbe nella formazione, articolata su una successione di cicli biennali (o triennali) diversificati, con crescenti gradi di difficoltà. La formazione sarebbe soggetta a valutazione, che si aggiungerebbe alla valutazione del Capo Struttura concernente la prestazione.
Sarebbero previsti corsi di base eguali per tutti e altri specialistici coerenti con l’attività che si svolge.
Il nuovo modello prevederebbe l’abolizione degli attuali gradi (compreso quello di Coadiutore) con la confluenza di tutti gli attuali addetti in un unico segmento mansionistico.
Si prevederebbe, infine, l’abolizione degli attuali ruoli (supporto amministrativo e tecnici).
È inoltre prevista l’abolizione dello scatto annuale e del valore riveniente dalle promozioni fra i diversi gradi attualmente in essere.
La progressione retributiva sarebbe, invece, legata ai percorsi professionali e alla conclusione di ogni ciclo formativo, della durata di 2/3 anni, se valutato positivamente e accompagnata dalla valutazione del responsabile della Struttura. Il sistema sarebbe “non comparativo” e “non soggetto a budget” (né verso l’alto, né verso il basso).
La Delegazione ha inoltre espresso a chiare lettere che non è obiettivo della riforma la crescita delle retribuzioni del personale operativo, che crescerebbero (temporaneamente almeno) per tutti per effetto del reinquadramento post-riforma, ma rimarrebbero mediamente inalterate in prospettiva (quindi con possibili remissioni).
Per quanto riguarda FALBI e SIBC, se le premesse nell’obiettivo della modernizzazione potessero anche essere condivise, profondissime criticità nascerebbero dai termini di modifica della struttura e in particolare:
- l’abolizione del grado di Coadiutore non solo rappresenta una inammissibile penalizzazione per chi è attualmente inquadrato in quel grado, ma fa venir meno una prospettiva reale di sviluppo di carriera degli Assistenti e dei Vice Assistenti;
- se è vero che all’atto del reinquadramento nessuno vedrà ridotta la propria retribuzione (per effetto della legge e non certo per scelta della Banca) è altrettanto vero che la perdita del valore delle promozioni e degli scatti annuali, che rappresentano una certezza, certamente non verrà compensato dal livello proposto, che, tra l’altro non potrà riguardare tutti. La prospettiva reale è che la crescita economica, garantita dall’attuale sistema di progressione, subirà un drastico ridimensionamento.
È di tutta evidenza che la mancanza di chiarezza sugli stanziamenti della Banca in termini di crescita retributiva del personale (apparentemente pari a zero, salvo il reinquadramento) rappresenta un ostacolo impeditivo di uno sbocco favorevole del negoziato.
FALBI e SIBC hanno pertanto chiesto di essere urgentemente convocati proprio per esaminare, prioritariamente, le ipotesi di sviluppo retributivo e i meccanismi di reinquadramento possibili, oltre alle prospettive di avanzamento all’Area Manageriale e quelle dei Coadiutori.
Su tali basi, FALBI e SIBC valuteranno con chiarezza e trasparenza nei confronti di tutte le Colleghe e i Colleghi la percorribilità di un negoziato che può portare a una conclusione favorevole solo se tutte le componenti del personale troveranno in esso prospettive di miglioramento concreto.
A margine dell’incontro, FALBI e SIBC hanno chiesto la rateizzazione delle trattenute fiscali sui fringe benefit che la Banca intende effettuare nella busta paga di febbraio, e che FALBI e SIBC – come noto – contestano radicalmente. In caso contrario, si verrebbero a determinare decurtazioni drastiche di numerose buste paga, creando difficoltà alle famiglie interessate. La Banca ha promesso un approfondimento in merito.
Roma, 31 gennaio 2023