FRINGE BENEFIT, AGGIORNAMENTO

Venerdì scorso, tutti i sindacati hanno nuovamente incontrato gli avvocati tributaristi, per dare corso all’interpello che sarà presentato già questa settimana all’Agenzia delle Entrate al fine di contestare l’applicabilità della normativa sui fringe benefit ai soci della CSR fruitori di mutui e finanziamenti.

 

A giudizio nostro e dei legali coinvolti, esistono fondati motivi, di fatto e di diritto, per vedere riconosciuta la circostanza che l’asserito vantaggio tra i tassi pagati e quelli di mercato deriva esclusivamente dall’essere soci della Cassa, cooperativa che opera a fini mutualistici.

 

Tutte le Organizzazioni Sindacali sono in ogni caso pronte a procedere anche nella competente sede giurisdizionale, al fine di permettere a tutti i soci interessati di ottenere il rimborso delle ritenute che sono state operate (o saranno operate) dal datore di lavoro.

 

Nel corso della mattinata, si è altresì svolto un “question time” con l’Amministrazione, che – pur ribadendo la propria interpretazione circa l’assoggettabilità dei colleghi alla normativa sui fringe benefit per i prestiti CSR – ha tuttavia fornito informazioni significative:

la Banca ha avviato un censimento delle 850 posizioni che sarebbero colpite dall’applicazione della normativa sui fringe benefit 2022. Su di esse, per una decina si determinerebbe una busta paga negativa, incapiente rispetto alle trattenute fiscali, mentre un numero più consistente entrerebbe in una fascia più “critica” che non è stata tuttora definita in modo compiuto; su tali posizioni, l’Amministrazione contatterà i colleghi per concordare un eventuale meccanismo di “acconto” a inizio marzo, con recupero nella busta paga dello stesso mese, per spalmare di fatto l’impatto su un bimestre.

 

L’Amministrazione ha evidenziato che, alla luce di fatti appresi solo di recente, avrebbe ora la possibilità di presentare anch’essa un interpello all’Agenzia delle Entrate.

In modo a dir poco singolare, tuttavia, la Banca intenderebbe presentare l’interpello senza prospettare all’Agenzia una soluzione favorevole ai propri dipendenti. Se così fosse, dopo lunghi anni di inerzia, l’intervento dell’Amministrazione rischierebbe di rivelarsi persino lesivo degli interessi dei colleghi. Per questo, abbiamo invitato la Banca a formulare una proposta interpretativa all’Agenzia che colga i motivi di irragionevolezza della norma fiscale, oppure a astenersi dall’intralciare il percorso di tutela dei Soci della Cassa, in servizio e in pensione, intrapreso dalle Organizzazioni Sindacali.

 

FALBI      CIDA      SIBC      CISL      CGIL      DASBI      FABI      UIL