FRINGE BENEFIT CSR/BI LA BARUFFA DELLE COMARI

Non c’è volta che, in occasione degli incontri tra i nostri Sindacati e la Banca, il Segretario Generale non lamenti il livello eccessivo di polemiche nei confronti dell’Istituto delle nostre comunicazioni; un livello che, a suo dire, travalica il diritto di critica.

 

Nella giornata di ieri, leggendo la comunicazione della CSR sui fringe benefit, ci siamo chiesti, con divertita curiosità, che cosa pensi il Dott. Martiello della “vis polemica” utilizzata dalla Cassa nel cercare disperatamente di scaricare le responsabilità di quanto è avvenuto a proposito della tassazione dei fringe benefit sulla Banca.

“Evidentemente la sorpresa con cui tutto il personale ha accolto la notizia dimostra come la comunicazione della Banca non sia stata tempestiva né pienamente adeguata. Come CSR al momento possiamo, purtroppo, solo prenderne atto pur non condividendo tale decisione che è di esclusiva competenza della Banca”, in un mondo normale sarebbero parole forti e sottenderebbero un grave giudizio sulla correttezza dei comportamenti della Banca oltre ad affermare che la CSR non condivide la decisione della Banca!

 

Ma ci permettiamo di osservare che tali affermazioni risultano alquanto tardive, o addirittura ipocrite, e andavano “correttamente” formulate quando questa triste vicenda ha avuto inizio.

 

Circa il giudizio sulla comunicazione della Banca, riteniamo che debba in realtà essere equamente divisa tra CSR e Banca, considerato che – sino ad oggi – incredibilmente la Cassa non ha avvertito il dovere di informare i propri Soci di quanto stava accadendo.

 

Insomma, la comunicazione “a proposito di fringe benefit” emanata dalla CSR non convince affatto, e appare piuttosto come una finta baruffa tra comari intente a scaricarsi reciprocamente la responsabilità della marachella.

 

La realtà è ben diversa! Le “due comari” hanno agito per mesi in piena armonia! La Banca, ancora nel mese di ottobre, ha chiesto alla CSR i dati necessari per procedere alla tassazione e la CSR ha alacremente lavorato per fornire quanto necessario per far scattare, poi, nel mese di gennaio 2023 la tagliola a danno dei Colleghi.

 

E in questi mesi né la Banca né, tantomeno, la CSR hanno ritenuto opportuno (anzi doveroso) fornire una trasparente informativa alle Colleghe e ai Colleghi.

 

Ma vi è di peggio: sin dal 2018 un Collega, per sua iniziativa, aveva rivolto un interpello a un Agenzia territoriale delle Entrate sull’ipotesi che i mutui CSR potessero essere sottoposti a tassazione in quanto fringe benefit, la risposta è stata inequivocabile: i mutui non possono essere considerati fringe benefit.

 

Il Collega, evidentemente rassicurato, aveva trasmesso la risposta all’interpello al Presidente della CSR Omero Papi, con l’intenzione di fornire un elemento di valutazione in caso fosse emersa qualche “pruderie”.

 

Nel corso del question time tra Sindacati e Banca del 17 gennaio, la Delegazione aziendale ha affermato che la Banca si era indotta a presentare un proprio interpello all’Agenzia sulla scorta di quell’interpello del 2018 che sino a quel momento era sconosciuto dalla Banca.

 

Questa circostanza solleva interrogativi inquietanti! Perché, se è vero che quell’atto non era a conoscenza della Banca significa che Omero Papi ha omesso di trasmettere tempestivamente ai competenti uffici un documento che riguardava il rapporto di lavoro tra Banca d’Italia e Dipendenti.

 

Ed ancora più grave sarebbe se il Presidente, quando ha ricevuto la richiesta dei dati, non avesse immediatamente fatto presente alla Banca che esisteva già un pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate.

 

QUALCUNO DICA LA VERITÀ! I SOCI DELLA CASSA NE HANNO DIRITTO, ANCHE PER I PESANTI EFFETTI CHE QUESTE SCELTE STANNO AVENDO SULLA LORO CONDIZIONE!