Gli ultimi mesi dell’anno appena concluso hanno rappresentato una fase nuova e positiva nel confronto tra Sindacati e Banca: in circa due mesi abbiamo realizzato accordi importanti che riguardano le retribuzioni dei Dipendenti; l’accordo sull’IPCA 2023 (6.6% della retribuzione che segue quello per il 2022 pari al 4.9%), la definizione dell’efficienza aziendale 2022 e 2023 hanno rappresentato una sostanziale risposta al pesante impatto di un’anomala ondata inflazionistica sul valore reale delle retribuzioni della Colleghe e dei Colleghi.
Questa fase veniva a conclusione di un lungo periodo in cui la Banca con pretesti di natura evidentemente speciosi si era sottratta caparbiamente al confronto negoziale con il Sindacato.
Abbiamo sperato che un atteggiamento, del tutto inaccettabile, avesse avuto termine e si presentasse una prospettiva nuova in cui le parti si sarebbero confrontate con lealtà e capacità all’ascolto reciproco su tematiche di fondamentale importanza per i Dipendenti quali gli interventi annunciati sulla Rete Territoriale e sull’ormai antico problema della riforma per l’Area Operativa.
Si tratta di questioni che profondamente impattano sulla condizione e sul futuro di tutti i Dipendenti di Banca.
Abbiamo sperato che il cambio del Governatore aiutasse ad avviare un processo nuovo: l’uscita di un Governatore, la cui figura eterea lo portava alle concettualizzazioni senza alcun collegamento e interesse per la struttura di cui era a capo e di chi in essa lavorava, e la nomina di un nuovo Governatore di cui molto si discute sullo spirito di concretezza e di pragmatismo, ritenevamo che dovesse segnare una fase nuova di attenzione all’Azienda e ai Lavoratori.
Siamo rimasti presto delusi! La Delegazione Aziendale si è immediatamente “data alla macchia” e il nuovo Governatore appare, rispetto a tali problematiche, un “fantasma”.
A due mesi dall’insediamento il Governatore, nonostante la portata delle problematiche all’attenzione, non ha ricevuto le OO.SS. e, soprattutto, non ha ritenuto di pronunciarsi con chiarezza rispetto alle questioni che rappresentano il punto centrale di attenzione da parte dei Dipendenti.
Eppure, nella soluzione di un rafforzamento della struttura della Banca sul territorio e nel superamento di un sistema di inquadramenti obsoleto e che non risponde alle più aggiornate metodiche dell’organizzazione del lavoro risiede la possibilità per la Banca d’Italia di confermare l’eccellenza di funzionamento che storicamente ne hanno caratterizzato l’azione.
È evidente che esiste nella Banca una sottovalutazione del contributo che le Persone forniscono al buon andamento dell’Istituto.
Si tratta di un atteggiamento estremamente pericoloso che il Sindacato dovrà contrastare con determinazione, per cui nel caso di un mancato cambiamento di direzione da parte della Banca sarà necessario valutare, assieme all’intera Categoria, le adeguate forme di contrasto e di mobilitazione.
Roma, 9 gennaio 2024