INCONTRO DEL 10 GIUGNO IL “FINTO NEGOZIATO” SULLE NUOVE MODALITÀ DI LAVORO E SMART WORKING LA BANCA CONTINUA NEL TENTATIVO DI IMPORRE AL TAVOLO NEGOZIALE LE PROPRIE CONDIZIONI

Si è tenuto in data odierna l’ennesimo incontro negoziale dedicato alla definizione delle nuove modalità di lavoro e dello smart working.

 

La seduta di oggi è stata dedicata ad alcuni aspetti normativi e a tal proposito la Delegazione Aziendale ha inteso rappresentare la propria proposta in tema di “rilevazione dell’orario effettuato da remoto e disconnessione” e ha ribadito la già nota posizione secondo la quale:

 

  • la prestazione da remoto va collocata nella fascia di operatività della struttura (7.30/18.45);
  • all’interno di tale fascia la prestazione va collocata in accordo con il Capo della struttura;
  • per differenza agirebbe il diritto alla disconnessione.

 

Una tale impostazione condurrebbe inevitabilmente a effetti distorsivi e paradossali:

 

  • si introducono rigidità addirittura superiori a quelle attualmente in vigore per il telelavoro;
  • in alcuni casi si configurerebbe il lavoro per turno (non riconosciuto);
  • si conferma una dose di elevata discrezionalità da parte dei Capo struttura.

 

Praticamente si conferma la volontà della Banca di istallare una sorta di tornello virtuale nelle abitazioni dei Dipendente; a tale impostazione abbiamo inteso replicare che necessariamente va mantenuto il profilo di flessibilità e di auto-organizzazione da parte del Dipendente che sono elementi distintivi del lavoro agile.

 

Per quanto ci riguarda abbiamo inteso ribadire la nostra posizione:

 

  • specificazione a premessa delle attività telelavorabili e, di conseguenza, eliminazione dei margini di discrezionalità in fase autorizzativa da parte dei Responsabili di struttura;
  • concedibilità sulla base della totale telelavorabilità sino a quattro giorni a settimana di lavoro da remoto;
  • possibilità di cumulare i giorni di rientro nel corso del mese;
  • mantenimento di ampia flessibilità da parte del Lavoratore nell’organizzare il proprio lavoro.

Dovrebbe essere ormai evidente a tutti, tranne a chi ancora favoleggia di un futuro rivoluzionario destinato a modificare radicalmente la vita lavorativa e personale che dovrebbe trovare un punto elevato di conciliazione, che la Banca sta tentando di imporre ai Sindacati una soluzione modesta e inadeguata rispetto alle aspettative delle Persone e alla potenzialità dello strumento del lavoro a distanza che è stato più che adeguatamente dimostrato in questo lungo periodo di smart working massivo.

 

In sostanza, la Banca, dopo lunghi mesi in cui abbiamo costantemente sollecitato l’avvio del confronto rappresentando le ragioni di urgenza, ha avviato un “finto negoziato” finalizzato esclusivamente ad imporre al tavolo sindacale i contenuti raggiunti dalla task force.

 

Un’umiliazione del ruolo negoziale delle parti che non può in alcun caso essere accettato. Un paradigma che se si dovesse affermare avrebbe il disastroso effetto di privare la Categoria del fondamentale strumento di rappresentanza dei propri interessi e avrebbe pesanti ricadute su tutti gli argomenti negoziali che dovessero essere affrontati nel futuro a partire dalla riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa.

 

La Banca conferma la volontà di governare con il manganello i propri Dipendenti, di fatto stravolge le regole di democrazia per imporre un modello autocratico imponendo le proprie impostazioni disconoscendo i più elementari diritti delle Persone. È evidente che tale orientamento è destinato a compromettere definitivamente la condizione lavorativa e economica delle Colleghe e dei Colleghi.

 

Una deriva che la FALBI non intende subire e che dovrebbe mettere in allarme tutte le OO.SS. presenti nell’Istituto.

 

Invece, continuiamo ad assistere all’atteggiamento irresponsabile dell’Unità Sindacale che alterna, inconcludentemente, fasi di ottimismo e di risentimento senza essere in grado di esprimere una linea “certa e riconoscibile” assecondando di fatto i voleri della Banca che è sempre più rafforzata da tali comportamenti.

 

In corso di incontro abbiamo, inoltre, segnalato che alcuni Capi Dipartimento hanno imposto alle proprie strutture di respingere le richieste presentate da Colleghe e Colleghi che dovrebbero rientrare nelle “fasce di attenzione” così come definite dalle istruzioni recentemente emanate dalla Banca sull’avvio della fase di rientro in presenza.

 

Nient’altro che la conferma dei nostri timori secondo i quali la “genericità” della comunicazione della Banca avrebbe generato significative e inammissibili discriminazioni tra gruppi di Colleghi; abbiamo richiamato, quindi, la Banca al dovere di intervenire per assicurare omogeneità di comportamenti.

 

Il prossimo incontro è previsto per il prossimo giovedì 17 giugno.