Nella giornata di venerdì si è tenuto il previsto incontro di “raffreddamento” che la Banca è stata costretta a convocare per l’iniziativa di FALBI e SIBC dello scorso 29 aprile.
FALBI e SIBC hanno ribadito che i ritardi nell’avvio del negoziato sulla riforma degli inquadramenti non sono ammissibili, rappresentando un danno non soltanto per il personale, ma anche per l’Istituto, che non appare più al passo di cambiamenti radicali del mondo del lavoro in Banca, a partire dal livello di scolarizzazione del personale.
Tali ritardi, in contrasto anche con le dichiarazioni sottoscritte dalla Banca in sede di accordi negoziali (dicembre 2017 e poi ancora dicembre 2021), oltre che con le assicurazioni verbali successive, hanno dato l’idea di un’Amministrazione poco interessata all’argomento, come non fosse ancora chiaro che – ormai – la riforma dell’Area Operativa e una revisione di quella Manageriale non sono più solamente un esigenza primaria del personale, ma un presupposto ineludibile per il corretto funzionamento dell’Istituto.
A ciò si aggiunge l’assoluta urgenza di affrontare il tema delle retribuzioni del personale, ferme da tempo per la prolungata assenza di negoziati economici e svalutate per l’attuale dinamica dell’inflazione che ne erode significativamente il potere di acquisto.
Davanti a queste considerazioni, la Delegazione aziendale ha tenuto a smentire il proprio “scarso interesse” al tema degli inquadramenti, attribuendo i ritardi sin qui registrati alla necessità di “approfondire” e “studiare” un argomento importante e complesso.
Soprattutto, ha fatto “marcia indietro” sulla natura del previsto incontro sul tema inquadramenti, che non avrà più un’anomala natura informativa, nel quale al Sindacato sarebbe stato lasciato solo lo spazio di offrire “un contributo”, tutt’al più da “ascoltare”, nell’ambito di un quadro la cui filosofia e logica sarebbero state unilateralmente decise dalla Banca.
Preso quindi atto della determinazione con cui FALBI e SIBC hanno respinto un vero e proprio stravolgimento del metodo di contrattazione ai danni del personale, la Banca ha dichiarato che il confronto sarà da subito di tipo negoziale.
Nel primo incontro le parti comunicheranno gli obiettivi e gli interventi che ritengono prioritari per riformare in meglio il sistema degli inquadramenti.
La convocazione ufficiale della Banca sarà diramata già in questi giorni.
Al contempo, anche tenuto conto delle forti pressioni esercitate da FALBI e SIBC sui temi economici, la Banca si è detta disponibile a convocare con immediatezza il tavolo per il riconoscimento strutturale dell’IPCA, non appena l’Istat pubblicherà il dato previsionale 2022, riconoscimento che dovrà comprendere anche il recupero della differenza tra IPCA effettiva e quella previsionale del triennio.
Per quanto certamente insufficiente a compensare la dinamica inflattiva reale (l’IPCA è calcolata al netto dei beni energetici importati), è importante che si sia convenuto sin d’ora di riconoscere quanto dovuto al personale, senza frapporre quei ritardi che hanno caratterizzato il pagamento dell’IPCA 2019, pagata a ottobre 2019, dell’IPCA 2020, pagata a novembre 2020, o dell’IPCA 2021, pagata addirittura a… inizio 2022 (!).
Il negoziato per il riconoscimento dell’IPCA sarà quindi svolto nei tempi più rapidi possibili, per assicurare il pagamento nella busta paga di luglio e senza naturalmente che questo sia esaustivo rispetto alle sacrosante rivendicazioni economiche che FALBI e SIBC porteranno avanti anche in sede di negoziato sulla riforma degli inquadramenti.