LA CIDA SCRIVE A TUTTI I COLLEGHI IN PENSIONE E LA PRIVACY?

La proposta di modifica dello Statuto della CSR che verrà sottoposta all’approvazione dei Soci in occasione dell’assemblea annuale del prossimo 28 aprile, ha provocato non solo una profonda frattura tra OO.SS. che si sono espresse in termini antitetici sulla sua validità ma anche un acceso dibattito tra i Soci della Cassa, che in larga parte non comprendono le motivazioni di una simile modifica.

 

Tra i più accesi sostenitori del “Si” si è schierato il Sindacato CIDA, sceso in campo, riteniamo, più per difendere il Presidente della Cassa, che, come è noto, è di loro espressione, che per dimostrare la positività e i benefici effetti delle citate riforme.

 

La “campagna” del CIDA è stata di natura esclusivamente assertiva: “si tratta di una buona riforma”, “la proposta va a favore dei Soci e della Cassa”, sino ad arrivare alla (falsa) affermazione che “le modifiche sono un atto dovuto prescritto dalla legge”!

 

Né abbiamo potuto leggere le considerazioni di merito a sostegno di tali asserzioni.

 

L’accanimento e l’interesse del CIDA nel sostenere le ragioni dell’approvazione si sono spinti sino al punto di violare palesemente le tutele di legge poste a difesa della riservatezza personale.

 

Nella giornata del 14 corrente tutti i Colleghi in quiescenza hanno ricevuto il solito volantino propagandistico, solo che nella circostanza la comunicazione è stata recapitata sull’indirizzo di posta elettronica privata.

 

Molti Colleghi ci hanno già testimoniato che si tratta di indirizzi di posta utilizzati, per quanto riguarda i rapporti con la Banca d’Italia, esclusivamente per le comunicazioni della CSR e, comunque, di non aver mai comunicato alla CIDA tali account.

 

Il paradosso è che questo avviene mentre è in atto una campagna di phishing per realizzare truffe sui c/c della CSR e la Cassa stessa non manca occasione per lanciare allarmi sulla necessità di rispettare la riservatezza dei dati personali, arrivando al punto, per sgravarsi di responsabilità, di rivolgere l’accusa di dabbenaggine ai Colleghi.

 

La “circolarità” di dati personali nell’attuale contesto di emergenza è di inusitata gravità e di disarmante irresponsabilità.

 

Nella circostanza riteniamo che il CIDA, mettendo in atto comportamenti oltre il lecito, abbia violato ogni principio di correttezza che dovrebbe sempre caratterizzare i rapporti di qualsiasi Organizzazione Sindacale nei confronti dei Lavoratori.

 

Abbiamo già provveduto a consultare i legali della nostra Organizzazione che ci hanno consigliato l’invio di una contestazione e richiesta di chiarimenti al CIDA e, nell’eventualità non ci fosse risposta ovvero la risposta fosse insoddisfacente di rivolgere l’esposto al Garante per la Privacy.

 

Tutti coloro che ritenessero offeso il proprio diritto alla riservatezza, potranno utilizzare il fac-simile che si allega.

 

Roma, 15 aprile 2022.