La Falbi partecipa da sempre all’attività sindacale nell’ambito del SEBC. Un anno fa, in occasione del Congresso dello Scecbu, il nostro Raoul Barone ne è stato eletto Vice Presidente.
Vogliamo, con questo documento, raccontarvi innanzitutto il ruolo del Sindacato in Europa, e poi riferirvi sugli ultimi impegni: il Seminario Human Resources Committee (HRC) /Confederazioni sindacali europee e il 60° Dialogo Sociale SEBC.
Siamo consapevoli del fatto che state per leggere un documento abbastanza lungo. Riteniamo doveroso, però, informarvi, farvi comprendere come tante delle scelte che compie la nostra Banca sono un effetto di ciò che si decide a Francoforte: ci riferiamo alla Vigilanza, alla produzione e alla circolazione delle banconote, alla diversità e all’inclusione, al codice etico, e a tanto altro.
Vi ringraziamo in anticipo per la vostra attenzione.
LO SCECBU E IL SUO RUOLO IN EUROPA
Lo Scecbu, nato nel 1964 dall’idea di tre europeisti visionari, tra cui Corrado Andreini, è una Confederazione sindacale che rappresenta i dipendenti di 27 Banche Centrali e 44 Organizzazioni sindacali in Europa, anche fuori dal SEBC. Prossimamente si aggiungerà anche un Sindacato svedese, grazie al quale potremo dire con orgoglio di aver raggiunto la 28ma Banca Centrale e il 45° Sindacato alla nostra Confederazione.
Lo Scecbu non negozia direttamente le condizioni di lavoro, non interviene nei dibattiti sindacali e nei rapporti tra le organizzazioni sindacali all’interno di ciascun Paese. Ma allora, cosa fa, di cosa si occupa?
In alcuni Paesi europei non esistono rappresentanze sindacali del personale. Difatti, ancora oggi, le Banche Centrali di Bulgaria, Croazia, Estonia, non ammettono sindacati né staff committe (rappresentanze del personale elette direttamente dai lavoratori). In tanti Paesi, invece, il Sindacato esiste ma non ha alcun ruolo negoziale. Viene informato o, al più, consultato – e non sempre – prima che vengano prese decisioni che hanno impatto sul personale. Questo avviene anche nella “patinatissima” BCE!!! Lo sapevate?
Nel corso degli anni, e specialmente dopo l’ingresso dei Paesi del blocco comunista nell’UE, lo Scecbu è costantemente intervenuto per consentire ai colleghi di tanti Paesi di costituire al loro interno i sindacati e le rappresentanze del personale, interloquendo con Governatori e Capi del Personale, cercando di dimostrare che il Sindacato non è un nemico, ma una controparte che ascolta, propone, critica ma è vitale per una organizzazione sana. E questo, in diversi casi, è avvenuto!
Lo Scecbu, inoltre, raccoglie informazioni, conduce survey su materie di interesse per i lavoratori delle Banche Centrali, e persegue il fine di far adottare le best practices e di evitare che worst practices si diffondano in tutte le Banche Centrali. Per questo il tema del momento è la “shared corporate culture”: è necessario creare e diffondere una cultura aziendale condivisa tra tutte le Banche Centrali.
Un altro tema molto importante, che avrà a breve un grande impatto su tutte le Banche Centrali in area euro, è l’euro digitale. Vogliamo saperne di più, vogliamo essere costantemente informati, vogliamo che un’attività core delle Banche Centrali, quale quella della produzione e della gestione del contante, continui a esistere e mantenere dignità, preservando le grandi professionalità esistenti tra le nostre colleghe e i nostri colleghi che da tanti e tanti anni consentono di garantire il funzionamento del sistema di circolazione monetaria tra i cittadini europei.
L’Executive Bureau dello Scecbu, composto da 10 colleghe e colleghi di altrettante nazionalità, si riunisce periodicamente, generalmente nei Paesi di provenienza dei suoi membri, e incontra, in tali circostanze, i rappresentanti del personale delle rispettive Banche Centrali e, in molti casi, i Governatori. Da ultimo, lo scorso 24 aprile, Gastone Reinesch, Governatore della Banca Centrale del Lussemburgo, ha incontrato tutti i membri dell’Executive Bureau riuniti nel Granducato.
Annualmente tutti i sindacati aderenti allo Scecbu partecipano ad un incontro, l’Executive Committee, in cui l’Executive Bureau presenta le attività svolte nell’anno precedente e illustra le attività future; si svolgono dibattiti e discussioni in merito e un rappresentante per ciascuna Banca Centrale descrive, con il supporto di dati economici e statistici, i fenomeni politici e sindacali avvenuti nel proprio Paese.
Tutte le attività interne si esplicitano nel corso dei meeting con la BCE, nei “Social Dialogue meeting”.
Annualmente si svolgono due ESCB Social Dialogue meeting, normalmente in presenza della Presidente o del Vice Presidente della BCE, due SSM Social Dialogue meeting, in presenza del Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE o di un membro del Supervisory Board, e due Banknotes Social Dialogue meetings, che hanno natura tecnica e riguardano scambi di informazione e dati sulla produzione e la circolazione del contante.
Un altro incontro molto importante è il cosiddetto Seminario HRC/Trade Unions. Ogni due anni i rappresentanti dell’HRC e i rappresentanti sindacali dei Paesi SEBC si riuniscono per affrontare e affrontano tematiche congiunte. Si tratta di un formato in profonda evoluzione, e dalla inequivocabile utilità: gli scambi di opinione, anche a latere degli incontri, arricchiscono le culture aziendali e consentono davvero di avviare dialoghi utili e costruttivi da sviluppare sia a livello macro, sia nell’ambito delle singole Banche Centrali.
IL SEMINARIO CONGIUNTO HRC/SOCIAL DIALOGUE – Porto, 30 e 31 marzo 2023
Il seminario ha riunito a Porto i rappresentanti delle Risorse Umane (HRC) e quelli dei sindacati, per discutere della cultura aziendale nelle Banche Centrali, di formazione e sviluppo.
Nel corso dell’incontro, organizzato dalla BCE e dal Banco de Portugal, si è trattato delle diverse visioni, rappresentate dalla BCE e dallo Scecbu, sulla implementazione di una cultura aziendale condivisa tra le Banche Centrali.
La creazione di una cultura comune deve coinvolgere tutti, affinché il personale possa sentirsi sicuro, ascoltato e motivato. È necessaria un’opera di formazione dei manager, per gestire al meglio il post-pandemia e le nuove modalità di lavorare sulla base dei risultati piuttosto che sulla presenza dei colleghi nei locali delle Banche Centrali; è necessario, altresì, prestare sempre molta attenzione a temi come la salute dei dipendenti, il burn-out e il diritto alla disconnessione, garantendo a tutte le persone di avere adeguato tempo per la vita privata.
Si è parlato anche di formazione e di sviluppo. Al riguardo, segnaliamo che la nascita del portale Eureka non è stata adeguatamente pubblicizzata all’interno di diverse Banche Centrali, e che i contenuti sono prevalentemente dedicati a chi si occupa di vigilanza e mercati. Occorre che tutti abbiano accesso alla formazione e agli scambi tra le Banche Centrali. È necessario che tutti i colleghi, che trascorrono 40 anni nelle nostre Banche Centrali, abbiano la possibilità di riconvertirsi, evitando compartimenti stagni da cui è difficile uscire o in cui è pressoché impossibile entrare.
Successivamente Raoul Barone, Vice Presidente dello Scecbu, ha moderato un dibattito in cui in 5 tavoli a composizione mista (HRC e Sindacati) si sono discusse 10 domande di attualità predisposte da Scecbu e BCE, su materie quali pari opportunità, benessere aziendale, nuove modalità di lavoro, leadership. Trovate su questo link le domande e i relativi contenuti.
La discussione, condotta in maniera costruttiva, è stata aperta, franca e ricca di contenuti e di spunti interessanti. Tutte le persone presenti, di provenienza HRC o sindacale, si sono confrontate in un clima di fiducia e di ascolto reciproco.
Inoltre, il clima informale ha consentito di costruire proficue relazioni e scambi tra tutti. È stata una grande opportunità per riconoscere non solo la diversità delle opinioni, ma anche per constatare che su molte questioni i sindacati e l’HRC hanno un approccio comune.
Potrete trovare qui un breve video sul seminario. Su questo link trovate tutto il materiale dell’evento.
60° DIALOGO SOCIALE SEBC – Webex, 26 aprile 2023
Nonostante l’impegno della BCE di far presenziare il meeting al Vice Presidente, in questa occasione l’incontro è stato condotto da Frank Elderson, membro del Board.
Questi ha, nella sua introduzione, affermato l’importanza del Dialogo Sociale, che aiuta la BCE a conoscere in maniera approfondita le preoccupazioni dei lavoratori, alimentate anche, negli ultimi anni, dalla pandemia globale, dalla guerra in Europa, dalla crisi energetica e delle crisi ambientali e climatiche, che hanno portato a una impennata dell’inflazione e a notevoli tensioni nel mondo bancario.
Elderson ha riconosciuto l’impegno dei lavoratori delle Banche Centrali e ritiene necessaria una coesione tra le parti sociali.
Nel dibattito che è seguito, le confederazioni sindacali hanno dapprima enfatizzato il risultato del meeting di Porto, in cui HRC e rappresentanti sindacali hanno fattivamente lavorato in maniera coesa e costruttiva, ma hanno anche rimarcato le responsabilità della BCE nel gestire il problema dell’inflazione: dopo anni in cui si sono iniettati nel sistema miliardi di euro, era facilmente prevedibile un aumento dei prezzi. A ciò si aggiunge che i rialzi dei tassi, preannunciati maldestramente anche nelle conferenze stampa della Presidente Lagarde, hanno indotto comportamenti speculativi da parte delle banche, che ne hanno approfittato ampliando la forbice tra tassi attivi e passivi. Ciò sta causando l’esplosione degli interessi pagati dai cittadini per far fronte ai loro debiti e contestualmente un’inflazione ancora a due cifre in parecchi Paesi europei.
In aggiunta a ciò, le Banche Centrali perseguono con pervicacia l’obiettivo di non adeguare i salari delle colleghe e dei colleghi al costo della vita. In particolare i giovani e le fasce più deboli sono vittime di una doppia trappola: l’inflazione e l’aumento vertiginoso dei tassi!
Elderson, che ha partecipato a tutta la riunione, ha assistito poi alla presentazione di Jurga Kamien?, coordinatrice del Diversity Working Group dello Scecbu, che ha rappresentato il punto di vista del Sindacato sull’”ESCB&SSM Equality, diversity and inclusion charter”, recentemente sottoscritto da 27 Banche Centrali.
Il documento, che contiene principi sostanzialmente condivisibili, è stato redatto senza interpellare ed informare le parti sociali, che avrebbero sicuramente potuto offrire un contributo qualificato e importante per migliorare il “Charter”. Esso contiene nobili dichiarazioni d’intenti, ma, pur essendo un documento che ha per oggetto anche l’inclusione, non menziona al suo interno le parti sociali, non garantisce concretamente equo trattamento a tutte le colleghe e a tutti i colleghi e non evidenzia il fatto che fenomeni quali la digitalizzazione e la crisi energetica possano creare nuove forme di discriminazione diretta e indiretta.
Il Sindacato deve partecipare alle fasi di attuazione dei principi congiuntamente all’HRC. Occorrerà cooperare fattivamente, mediante la condivisione di best practices. L’HRC dovrà, inoltre, fornire annualmente un report sull’implementazione del “Charter” e, periodicamente, informazioni e dati alle confederazioni sindacali.
A tal proposito segnaliamo che proprio la Banca d’Italia, nei giorni scorsi, non ha voluto fornirci i dati, necessari per un sondaggio del Diversity Working Group dello Scecbu, incentrato su informazioni relative alla composizione e sugli avanzamenti del personale per classi di età, superiori ed inferiori a 50 anni. Ci duole constatare che la Banca è una delle pochissime istituzioni che non collabora con le organizzazioni sindacali per fornire dati ufficiali in occasione della compilazione di sondaggi proposti dallo Scecbu!
Elderson ha apprezzato la presentazione dello Scecbu e si è detto favorevole al coinvolgimento del Sindacato per creare ambienti di lavoro in cui vengano tutelate inclusione, diversità e uguaglianza. È necessario, però, che alle parole seguano i fatti!
Proprio nei giorni scorsi la BCE ha diffuso tra tutte le Banche Centrali un questionario su policy di diversità etnica e razziale. Abbiamo richiesto alla BCE di ritirare il questionario: non è ammissibile, nel 2023, che le persone vengano catalogate in virtù dell’appartenenza a una razza o a un gruppo etnico (a noi pare un orrore solo raccontare queste cose e usare questi termini!). Elderson ha risposto che il sondaggio è su base volontaria e non ha voluto fare marcia indietro! Noi ci auguriamo vivamente che la Banca d’Italia non risponda a una simile assurdità! Qui trovate il link al sondaggio!
Nel corso dell’incontro sono state anche presentate le attività dell’HRC e sono stati forniti aggiornamenti in materia di green bonds e dell’Eurosystem Collateral Management System.
Potete trovare tutti i documenti relativi all’incontro su questo link.
C’è molto da fare, è necessario contrastare l’attitudine della BCE e delle BCN ad agire senza considerare il contributo del Sindacato. Occorre lavorare sul solco del meeting di Porto, occorre scardinare la immotivata avversione del vertice della BCE e di tante Banche Centrali a dialogare costruttivamente con il Sindacato.
Roma, 2 maggio 2023
FALBI
IL DIPARTIMENTO BANCHE CENTRALI EUROPEE