SIC TRANSIT GLORIA MUNDI UN ACCORDO DI PORTATA EPOCALE NEI SUOI PRINCIPI E NEL SUO DETTATO … RESTA ORA ORFANO! – I PENTIMENTI DELL’(EX) UNITA’ SINDACALE

Dopo un lungo periodo di “festeggiamenti” per l’accordo sul lavoro agile definito, alquanto pomposamente, la svolta che consentiva alla Banca e alla Categoria di entrare finalmente nel terzo millennio ponendo l’Istituto all’avanguardia della modernità, è di tratto svanita l’ebbrezza.

 

È successo che, venuto meno lo schermo dell’emergenza sanitaria, la Banca ha decretato il ritorno alla normalità che automaticamente comporta un ridimensionamento della portata rivoluzionaria dell’accordo sul lavoro agile.

 

Si sono evidenziate, quindi, le crepe nell’accordo che dovevano già essere evidenti all’atto della sottoscrizione, che la FALBI per tempo aveva segnalato e che non le avevano consentito di sottoscrivere l’accordo.

 

Si è evidenziato che l’accordo esclude una considerevole fetta di Personale e, per quanto riguarda coloro che possono godere del regime pieno di delocalizzato, gli ampi margini di applicazione acquisiti con l’accordo dalla Banca fortemente condiziona la fruizione del lavoro a distanza.

 

Gli esempi sono numerosi da una gestione sin qui messa in atto con il freno tirato, alla recente comunicazione della Banca “sul rientro alla normalità” (prot. 1526601/22) con la quale addirittura si circoscrive la concessione delle deroghe a “situazioni eccezionali e temporanee”.

 

Eppure, la elencazione delle priorità nella concessione delle deroghe fa riferimento a situazioni spesso non eccezionali e men che meno temporanee!

 

In sostanza la concessione di deroghe non è un diritto, in presenza di situazioni obiettive, bensì una magnanima concessione del Principe.

 

Ma non è questo il problema, conoscevamo bene la mentalità della Banca e per questo motivo abbiamo sostenuto nel corso dell’intero negoziato che fosse necessario introdurre norme di garanzia per le Colleghe e i Colleghi e perimetrare la discrezionalità nella gestione.

 

Questa nostra impostazione non è stata condivisa dall’Unità Sindacale che ha preferito condurre un “falso negoziato” che si è concretizzato nel semplice recepimento nell’accordo sindacale del “famigerato” libro bianco, ovvero della posizione espressa dalla Banca sin dal primo momento!

 

Ora, caduto il velo della retorica, i Sindacati firmatari fingono di indignarsi! Colpiscono, in particolare, le prese di posizione di CIDA e CISL che sino a questo momento si sono dimostrati come i più convinti alfieri di quell’accordo.

 

Quanto sta accadendo suona come definitiva valutazione di quello che ha rappresentato l’Unità Sindacale: un’eterogenea ammucchiata messa in piedi non per meglio tutelare e rappresentare i diritti e le aspettative della Categoria, bensì un’operazione di supporto alla Banca per metterla in grado di realizzare i propri obiettivi.

 

Se quell’infelice esperienza non fosse venuta meno oggi, in occasione della fondamentale riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa, avremmo dovuto attenderci la mera ratifica della “riforma proposta dalla Banca”.