TRA UN TÈ E UN PASTICCINO LA CISL DICE LA SUA SULL’ATTUALE MOMENTO POLITICO SINDACALE IN BI

La CISL, per sua esplicita affermazione, non vuole mancare di partecipare al dibattito su i “negoziati sono fermi” che negli ultimi giorni si è avviato all’interno della Banca e, con il volantino “la responsabilità del cambiamento, chi la predica e chi la esercita”, dice la sua sull’argomento.

 

Il filo logico del ragionamento sfugge alle nostre capacità di comprensione e, al limite, fa dubitare del livello intellettivo di chi disserta.

 

Esordisce il documento in questione sulla necessità di un mandato da parte del Direttorio da affidare alla delegazione trattante, quasi fosse un problema di oggi!

 

Il blocco della contrattazione è un problema che ha avuto inizio più di un anno fa, al presentarsi dell’emergenza sanitaria, e l’atteggiamento attuale della Banca si inserisce in piena coerenza con quello adottato nell’intero periodo.

 

In questo lungo periodo la CISL dov’era? Forse era troppo impegnata a “preparare tavola” per la “storica” alleanza dei sette Sindacati.

 

La realtà è un’altra, la CISL assieme agli altri Sindacati dell’Unità Sindacale aveva garantito, ancora nel mese di settembre, che quella iniziativa avrebbe comportato l’immediato avvio del confronto negoziale sulle materie di maggior interesse per la Categoria, un impegno, evidentemente non onorato! Il resto è “fuffa”.

 

Passa, poi, a dissertare della riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa. Anche qui nulla di nuovo se non il solito ciarpame demagogico sulla presunta contrapposizione tra conservatori e riformisti!

 

Verrà mai il giorno in cui la CISL, assieme ai suoi partner, vorrà esplicitare come intende declinare tale anelito alla modernità per far ben comprendere ai Lavoratoti interessati cosa li aspetta?

 

La riforma degli inquadramenti è cosa troppo seria per l’impatto che ha sulla condizione generale dei lavoratori e sulla vivibilità dell’ambiente e richiede la competenza per maneggiare una materia così complessa, chiarezza di obiettivi e la volontà di costringere la Banca a confrontarsi concretamente sull’argomento.

 

Se questi devono essere i presupposti temiamo che per la CISL sia necessaria una “lunga marcia”.

 

Conclude il volantino della CISL con una menzogna, poco degna del bon ton da salotto buono: la FALBI si sarebbe autoesclusa dal compattamento sindacale!

 

Nulla di più falso considerato che l’operazione è stata condotta con metodo massonico e abbiamo appreso della novità solo attraverso documenti emanati da quella aggregazione.

 

Vogliamo, comunque, rassicurare la CISL; quandanche avesse adottato un metodo corretto e trasparente non saremmo entrati a far parte in un’alleanza che sin dal primo momento mostrava chiaramente l’incapacità di esprimere obiettivi condivisi.

 

Risibile e iperbolico è, infine, l’auspicio che per la FALBI giunga il giorno della responsabilità!

 

Responsabile, per quanto ci riguarda, è il Sindacato che avverte il dovere morale di rapportarsi in trasparenza con i Lavoratori dichiarando con chiarezza obiettivi e strategie, evitando elucubrazioni truffaldine, in questo senso valutiamo l’agire della CISL come profondamente irresponsabile.

 

E mentre amabilmente si disserta, spaccando il capello in quattro, per giustificare, cosa altrimenti ingiustificabile, l’incapacità a rappresentare adeguatamente gli interessi della Categoria, al Governo Draghi è bastato solo un mese (ha giurato il primo di febbraio) per capire che il risanamento, il rilancio e la modernizzazione passa attraverso la pace sociale e, giusto ieri, il Presidente del Consiglio ha sottoscritto con i Sindacati un “patto” che comprende la contrattualizzazione dello smart working e l’adeguamento delle retribuzioni di 3.000.000 di Dipendenti pubblici.

 

Curioso constatare come l’attuale Ministro del MEF, che ha autorizzato la spesa per i Pubblici dipendenti, sia lo stesso che da DG della Banca d’Italia è stato il maggior interprete del rigore applicato ai Dipendenti di Banca!

 

Nonostante ciò, persiste il diniego della Banca a confrontarsi con i Sindacati aziendali su qualsiasi tema di interesse per i Dipendenti.

 

È mai possibile che nessuno si chieda se i Vertici della Banca ancora una volta vogliono utilizzare il proprio Personale per dimostrare all’esterno un rigore fine a sé stesso?

 

È malizioso a questo punto chiedersi se i Sindacati che compongono l’Unità sindacaleabbiano contratto un impegno per assecondare la Banca in tale suo progetto a esclusivo danno dei Lavoratori che rappresentano?