Lo sciopero del 28 febbraio è prima di tutto uno “sciopero di coscienza e di opposizione” contro l’arroganza di questa nuova Banca che calpesta la dignità dei lavoratori e pretende di chiudere due Filiali nel giro di 3 mesi, incurante delle colleghe e dei colleghi che ci lavorano e delle loro famiglie. Le persone non vivono solo di Banca, convegni & relazioni pubbliche, ma anche di relazioni umane e familiari. Il menefreghismo dell’Istituto di fronte ai colleghi è inaccettabile.
Come inaccettabile è la mancanza di rispetto verso:
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i colleghi delle Filiali provinciali ed STC, verso le professionalità costruite in anni di lavoro e con sacrifici e rinunce anche personali spazzati via senza alcun ritegno.
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le Divisioni GSP della Rete territoriale sempre più usurpate e defraudate di compiti a più alta professionalità.
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le Filiali Regionali rimodulate e depotenziate in vista di una futura, e neanche non tanto lontano, chiusura.
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le stesse Filiali Regionali “potenziate”, con qualche posizione funzionale in più, a parziale copertura di quelle altrove sottratte, e investite dei compiti sottratti alle altre consorelle in una logica cannibalistica per dividere i lavoratori. Filiali peraltro abbandonate a loro stesse, perché prive delle risorse adeguate per fronteggiare tali incombenze.
Per tutte queste ragioni, e tenendo conto del “sentire” dei colleghi sulla portata della mobilitazione, abbiamo scelto di coinvolgere tutta la Rete periferica a riprova della forte necessità di contrastare la miopia e l’arroganza della Banca con la solidarietà e il cuore di tutte le colleghe e di tutti i colleghi che, direttamente e indirettamente, sono minacciati da questo nuovo Vertice.
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