Non c’è bisogno di possedere una particolare dimestichezza con le dinamiche sindacali per comprendere che, in una vicenda come quella della riorganizzazione della Rete, nel momento in cui si sceglie di passare alla negoziazione delle ricadute sugli addetti è implicita l’accettazione del progetto della Banca.
La vicenda ha avuto fasi diverse e contrastanti; inizialmente tutte le otto OO.SS. hanno manifestato consapevolezza della pericolosità della proposta della Banca: la chiusura di due Filiali e l’introduzione del modello mono divisionale, che, come è già accaduto nel passato, sono l’anticamera di ulteriori chiusure, rappresentavano un duro colpo per le prospettive di vita e di lavoro di numerosi Colleghe e Colleghi che operano in periferia.
Tali comuni considerazioni hanno indotto tutti a convergere su iniziative unitarie per contrastare gli intendimenti della Banca; si è ottenuto così, con un incontro con il Governatore, un supplemento di confronto sulla riorganizzazione.
L’esito non è certo stato positivo: la disponibilità a creare una nuova struttura in due Filiali e la conferma della chiusura di Livorno e Brescia, certamente non modificano il significato e il contenuto della riforma proposta né limita le connesse conseguenze circa la tenuta nel tempo della struttura.
Ma è bastato che la Banca fischiasse il fine partita per sparigliare l’unità del Sindacato ed è iniziata una fase “di tutto quanto fa spettacolo”.
Le reazioni sono state diverse: FALBI, SIBC e CGIL hanno avviato le procedure, previste dalla legge, per dichiarare lo sciopero, dalle altre OO.SS. è pervenuto un assordante silenzio.
La Banca, con mossa tattica, essendo consapevole che comunque avrebbe trovato l’opposizione di FALBI e SIBC, ha convocato le OO.SS. per avviare il negoziato sulle misure di sostegno con l’evidente intenzione di distribuire esche nel tentativo di indebolire la reazione della Categoria.
Anche rispetto a questo il quadro è cambiato:
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FALBI e SIBC hanno proclamato lo sciopero per il prossimo 28 febbraio;
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CGIL, dopo aver dichiarato che doveva valutare quanto emerso nel corso dell’incontro di raffreddamento sui cui contenuti ha mantenuto stretto riserbo, si è adeguata, dimostrando che la propria “agitazione” era un semplice specchietto per le allodole;
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CISL, FABI, CIDA e DASBI hanno confermato la volontà di procedere al negoziato con la Banca;
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UIL, con sensibilità certamente apprezzabile, ha dichiarato che per quanto convinta si dovesse trattare non avrebbe partecipato all’incontro del 28 avendo rispetto per la lotta avviata da altre OO.SS..