AREA MANAGERIALE: E LE CHIAMANO VACANCY…

 

Continuiamo a ricevere diffusi segnali di malcontento per le modalità con cui la Banca gestisce le vacancy e i job posting. Segnali che già erano emersi nel sondaggio del febbraio scorso e di cui vi avevamo già dato conto QUI e di cui QUI potete leggere i numerosissimi commenti relativi a vacancy e job posting.

  1. in molti casi, anche quando si ha ben presente che una posizione viene liberata, la vacancy non viene indetta per tempo (abbiamo recentemente segnalato questa circostanza anche nel corso dell’incontro informativo per la riorganizzazione del Dipartimento POB);
  2. una volta indetta la vacancy o il job posting, l’iter è lungo; altrettanto lungo è il tempo imposto dai responsabili di struttura per consentire il diverso utilizzo dei Colleghi vincitori;
  3. il Collega che partecipa a una vacancy o a un job posting e non li vince, non riceve un feedback trasparente, adeguato e circostanziato sulle ragioni che lo hanno visto soccombere;
  4. sempre più Colleghi lamentano un’opacità e un’arbitrarietà nelle decisioni, senza controllo.

 

Si insinua sempre più forte il dubbio:

 

  • che certe posizioni vengano DECISE A TAVOLINO. Oramai alcuni gestori e capi non si fanno neanche più problemi a far capire che è inutile partecipare ad alcune vacancy;
  • che non ci sia reciprocità, tra colleghi di AC e Filiale, nell’aggiudicazione di vacancy. I primi vincono molto spesso, anche per le posizioni in Filiale, frustrando le aspettative di chi per anni si impegna per meritare l’assegnazione dell’incarico e si vede sistematicamente scavalcato da chi non ha neppure la medesima esperienza per assumere quel ruolo in una realtà decentrata;
  • che sia molto facile pilotare una vacancy, costruendo il profilo a favore del candidato “ideale”.

 

Ciò provoca, da parte di chi cerca di mettersi in gioco, mortificazione e disaffezione.

 

E ciò avviene soprattutto nei casi in cui si compete per acquisire una posizione funzionale o quando si ambisce a provare un nuovo tipo di lavoro.

 

Constatiamo, inoltre, che questo capita più spesso ai colleghi più anziani, che svolgono compiti importantissimi, ma normalmente soccombono quando vengono posti a confronto con i più giovani che, in futuro, con questa tendenza, si vedranno sistematicamente scavalcati da quelli che arriveranno dopo di loro. Ma che fine hanno fatto l’inclusione, la rilevanza della diversità e del rimettersi in gioco predicate per anni dal Vertice dell’Istituto e quasi mai attuate? Che senso ha alimentare questo conflitto tra generazioni che in prospettiva depaupererà la Banca?

 

Occorre ricominciare a parlare SERIAMENTE della verifica della riforma dell’Area Manageriale. Occorre rispettare le professionalità delle Colleghe e dei Colleghi che, con grande spirito di sacrificio e dedizione, cercano di investire nella loro crescita professionale, anche nell’interesse della Banca.

 

A nessuno piace giocare quando si sa già come va a finire.

 

Continuate a darci fiducia e a segnalarci gli episodi che vi sono capitati quando avete partecipato alle vacancy!

 

Roma, 9 novembre 2021.