ATTIVITA’ NEGOZIALE: NESSUNA NUOVA L’ARROGANZA DELLA BANCA

Continua l’imbarazzante “stato di latitanza” della Banca su tutti i temi che riguardano la gestione del Personale.

 

All’approssimazione nella gestione messa in atto dal Servizio GEP, che sempre più appare caratterizzato da autoreferenzialità e da una discrezionalità spesso border line rispetto alle normative vigenti, si aggiunge una conduzione da parte della Delegazione Aziendale delle relazioni negoziali con il Sindacato che appare certamente poco degna di un Istituto Pubblico la cui azione dovrebbe essere ispirata a trasparenza e correttezza.

 

Le vicende che hanno sin qui caratterizzato la trattativa sugli inquadramenti per l’Area Operativa sono sintomatiche: dopo una lunga, immotivata ed estenuante fase di preliminari, quando si trattava di passare ad una fase di concreto confronto tra le diverse tesi rappresentate al tavolo da parte della Banca e del Sindacato, la Delegazione Aziendale sembra aver cancellato dal radar del negoziato tale argomento. Eppure, avevamo registrato anche da parte della Banca altisonanti dichiarazioni di interesse ad una riforma che doveva essere, a suo dire, la premessa per completare quel processo di modernizzazione necessario per l’Istituto, che alla luce dei fatti debbono necessariamente essere declassate a mera retorica di basso profilo.

 

Sconcertante è, poi, quanto sta avvenendo per il riconoscimento dell’IPCA previsionale 2023: il Sindacato aveva avuto l’avvedutezza, nello scrivere le regole di contrattazione, di prevedere a tal proposito (vedi testo riportata in seguito) una norma esente da qualsiasi ipotesi di interpretazione e che rappresentasse un OBBLIGO per la Banca a riconoscere annualmente tale misura, a decorrere dal primo gennaio, ai propri Dipendenti, ma anche su questo non pervengono segnali di disponibilità.

 

CONTRATTUALIZZAZIONE DEL RAPPORTO D’IMPIEGO

DEL PERSONALE DELLA BANCA D’ITALIA

INTESE IN TEMA DI

a ) Contrattualizzazione del rapporto di impiego

       3. L’indice previsionale dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo per l’Italia (IPCA), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, viene assunto quale parametro di riferimento per la negoziazione degli adeguamenti annuali della retribuzione legati all’inflazione, aventi decorrenza dal 1°gennaio di ciascun anno.

Le responsabilità di tale surreale situazione sono evidenti e sono da ascrivere al Vertice aziendale che ha scelto di rinchiudersi in una sorta di torre d’avorio e di ritiene di poter fare a meno della struttura della Banca, scegliendo di recidere quel filo di sinergia che ha consentito alla Banca di assumere un ruolo centrale e prestigioso all’interno del Paese.

 

Ovviamente il Sindacato non intende soggiacere a tali odiose prepotenze e chiameremo la Banca, attraverso l’attivazione della procedura di raffreddamento del conflitto a cui è tenuta per legge, a fornire spiegazioni di un atteggiamento in nessun caso tollerabile.