DEFINITO L’ACCORDO IPCA 2023

Nell’incontro odierno abbiamo definito l’accordo sull’IPCA 2023, che comporterà un adeguamento dello stipendio e di tutte le voci retributive pari al 6,6%, per cui con lo stipendio di novembre saranno liquidati gli arretrati a partire dal 1° gennaio 2023.

 

FALBI e SIBC, per superare le pregiudiziali frapposte dalla Banca e che avevano provocato il blocco della contrattazione nel periodo antecedente la pausa estiva, si erano assunti la responsabilità di proporre un percorso che riguardasse tutte le questioni di natura economica rimaste in sospeso.

 

La nostra iniziativa ci ha consentito, lo scorso 28 settembre, di realizzare l’accordo sull’efficienza aziendale 2022 e 2023, l’aumento del ticket mensa, gli adeguamenti (strutturali) dei crediti welfare, ma soprattutto di sbloccare il negoziato sul recupero inflattivo, con una dichiarazione che impegnava la Banca a realizzare l’accordo IPCA nel giro di pochi giorni.

 

Oggi, in virtù del citato impegno ottenuto con l’accordo del 28 settembre, abbiamo definito (la firma avverrà in settimana) gli adeguamenti tabellari previsti dall’applicazione dell’IPCA.

 

La definizione dell’IPCA per il 2022, ed ora di quella per il 2023, ha rappresentato per la Categoria l’unico argine per fronteggiare l’ondata anomala di inflazione che aveva decurtato significativamente le retribuzioni.

 

Si tratta di un risultato di assoluto rilievo anche considerata la circostanza che nessuna altra Categoria dell’impiego pubblico e privato ha ancora ottenuto il riconoscimento del recupero inflattivo sia per 2022 che per il 2023.

 

Ciononostante, CGIL, CISL, UIL, FABI e DASBI hanno avviato una campagna di attacco nei confronti di FALBI e SIBC, che, a dispetto di tante menzogne, hanno reso possibile il raggiungimento di tali risultati.

 

Si tratta di una presa di posizione da parte di quelle Organizzazioni Sindacali pretestuosa e strumentale, di teorizzazioni prive di qualsiasi ancoraggio con il contesto che ci troviamo a vivere.

 

Ora quei Sindacati sottoscriveranno l’accordo IPCA (e ci mancherebbe altro, direbbe un noto comico), ma omettono di dire che l’attuale accordo è stato reso possibile solo in virtù della proposta metodologica avanzata da FALBI e SIBC.

 

È evidente che per CGIL, CISL, UIL, FABI e DASBI quello che conta non è l’interesse delle Colleghe e dei Colleghi, il rispondere ai bisogni e alle aspettative che la situazione generale fa emergere, bensì l’esclusivo interesse delle loro Organizzazioni per cui i contenuti vengono valutati a seconda se siedono al tavolo di maggioranza ovvero di minoranza.

 

Si tratta di un comportamento non condivisibile e, in ogni caso, estremamente pericoloso per la salvaguardia delle condizioni dei Lavoratori della Banca d’Italia.

 

Per la prossima settimana è fissato un incontro per negoziare la definizione del trattamento degli incentivi economici per il RUP/DEC, il passaggio a ruolo dei contrattisti del Centro Sportivo e l’introduzione dei turni presso il settore SOC del Servizio GES.