Con l’incontro odierno è stato sottoscritto il primo degli accordi sul trattamento economico che prevede:
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efficienza aziendale 2022 una tantum pari all’1.8% della massa salariale (2.41% della voce stipendio), che verrà erogato con la retribuzione del mese di ottobre;
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efficienza aziendale 2023 una tantum pari all’1,3% della massa salariale (1,63% della voce stipendio), che verrà erogato con la retribuzione di novembre per consentire la rivalutazione della base di calcolo dell’IPCA 2023;
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lump sum: conferimento per ognuno dei due anni dello 0,5% (0,1% a carico dei dipendenti e 0,4% a carico Banca;
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flexible benefit: adeguamento a partire dal 1° gennaio 2024 del credito libero destinato ai Dipendenti da 670 euro a 1.100 euro (1.500 euro per i Dipendenti con disabilità grave); tutti gli altri crediti, a partire dalla medesima data, verranno adeguati applicando la rivalutazione IPCA dell’inflazione reale prodotta nel triennio (1,9% per il 2021, 8,7% per il 2022 e per il 2023 dal dato rilevato a ottobre 2023);
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buoni pasto: adeguamento a 12 euro dal 1.01.24;
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impegno vincolante per il recepimento dell’IPCA previsionale 2023 (pari al 6.6% della retribuzione).
Su quest’ultimo argomento, in sede di definizione dell’accordo, si è sviluppato un articolato confronto. La formulazione inizialmente proposta dalla Banca appariva generica e indeterminata per cui abbiamo richiesto, e ottenuto, una diversa articolazione della stessa che fosse di garanzia certa per la definizione dell’accordo IPCA.
La nuova dichiarazione congiunta è come di seguito definita:
“L’Amministrazione dichiara che nella prima settimana di ottobre si terrà l’incontro relativo agli adeguamenti economici all’IPCA per il 2023, depurata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati secondo le consuete modalità di quantificazione”.
Si sono quindi ottenute garanzie certe sulla definizione dell’accordo IPCA, per cui è stabilita una data certa e la percentuale di adeguamento.
Per quanto ci riguarda quest’ultimo aspetto è il più rilevante tra i contenuti dell’accordo raggiunto oggi; siamo convinti che in un periodo di inflazione “anomala” l’unica risposta efficace sia quella del recupero strutturale sulle retribuzioni, la definizione dell’IPCA del 6,6%, che si aggiunge a quella definita lo scorso anno del 4.9%, è sicuramente un significativo passo in avanti nella direzione del mantenimento e difesa della complessiva condizione economica delle Colleghe e dei Colleghi.
Un risultato positivo raggiunto in virtù di un percorso che FALBI e SIBC hanno proposto per superare le pur speciose pregiudiziali poste dalla Banca: se non avessimo proposto una tale soluzione oggi il negoziato sarebbe ancora arenato sulle secche delle questioni preliminari.
Altri Sindacati hanno liberamente scelto di non condividere tali decisioni e non hanno sottoscritto l’accordo odierno.
Si tratta di una scelta “politica” legittima che non intendiamo commentare, perché debbono giustificarla solo ai loro iscritti.
Certo è che un’opzione aventiniana, in una situazione di grave emergenza e sofferenza del Personale è manifestazione di grave irresponsabilità che, se assecondata, avrebbe privato la Categoria di importanti acquisizioni.
SOTTOSCRITTO L’ACCORDO SUL TRATTAMENTO ECONOMICO – PER I PRIMI GIORNI DI OTTOBRE È FISSATO L’INCONTRO PER IL RECEPIMENTO DELL’IPCA – LA SCELTA AVENTINIANA DI ALTRI SINDACATI