DIRETTIVO NAZIONALE FALBI 6 – 7 NOVEMBRE 2024

l Direttivo Nazionale Falbi si è riunito in Roma nelle giornate del 6 e 7 novembre per discutere e valutare, dopo aver proceduto alla cooptazione al proprio interno dei Colleghi Galleti Gabriele (l’Aquila) e Barletta Maurizio (Lecce), l’attuale momento vissuto dalle relazioni sindacali.

Si tratta di un quadro complesso e, soprattutto, che riguarda una numerosità di questioni tutte di estrema rilevanza per lo status attuale e per le prospettive future della Categoria.

Il Comitato Direttivo, consapevole della delicatezza della situazione, ha ampiamente dibattuto e approfondito i diversi punti all’ordine del giorno.

La riforma degli inquadramenti per l’Area operativa, le questioni relative al progetto di riordino della Rete presentato dalla Banca, il trattamento economico con riferimento all’IPCA e all’efficienza aziendale, sono temi che possono provocare significative conseguenze per le Colleghe e i Colleghi della Banca d’Italia.

La rilevanza e le conseguenze che possono avere sulla condizione dei Lavoratori impongono che la Categoria acquisisca consapevolezza e, soprattutto, partecipi attivamente, a difesa dei propri interessi, alle diverse fasi dei confronti che si realizzeranno con la Banca.


RIORDINO DELLA RETE TERRITORIALE

La proposta presentata dalla Banca è viziata da una grave ipocrisia che cerca di presentare un progetto che afferma essere di rafforzamento ma in realtà si inserisce in un processo tradizionale, avviato nel 2008, che mira a destrutturare la presenza dell’Istituto sul territorio. In sostanza quanto ideato dalla Banca appare privo di coraggio e, soprattutto, privo di progettualità per il futuro.

 

In particolare, la scelta delle due filiali da chiudere sembra essere stata effettuata “ad estrazione” in quanto i livelli di attività espressi da Livorno e Brescia appaiono in linea e, in alcuni casi, superiori a quelli delle altre unità operative in attività.

 

Il ridimensionamento di altre numerose strutture attraverso l’accorpamento di divisioni in mono divisioni, la perdita dei rapporti con l’utenza professionale per altre, l’abolizione delle funzioni di vigilanza per altre ancora, non è che il precostituirsi dei pretesti per procedere, nel giro di pochi anni alla chiusura di un numero più elevato di filiali.

 

Allo stato molte filiali saranno ridotte a mere funzioni di rappresentanza sul territorio, svolgendo prevalentemente compiti di educazione finanziaria.

 

La riforma evidenzierà esuberi sia nell’Area operativa che in quella manageriale che perderà, tra l’altro, numerose posizioni organizzative.

 

Ci opporremo a che questi esuberi servano a compensare la drammatica carenza di organico che già riguarda altre realtà sul territorio, così come ci opporremo a che vengano disperse competenze e professionalità ormai consolidate, come la titolarità di strutture e i numerosi specialisti di vigilanza.

 

La FALBI è contraria a quanto rappresentato dalla Banca e il Direttivo Nazionale ha espresso soddisfazione per la convergenza che si è realizzata tra tutte le OO.SS. in opposizione al progetto.

 

La creazione di un fronte compatto e totalitario di Sindacati dà speranza di aver garantita la migliore tutela a chi oggi, o lo sarà domani, è coinvolto dalla riforma.

 


RIFORMA DEGLI INQUADRAMENTI

DELL’AREA OPERATIVA

La recente informativa sugli Organici per il 2025 contiene elementi importanti per comprendere le reali intenzioni su quelli che saranno i piani di sviluppo organizzativo dell’istituto.

Esistono indicazioni che debbono essere con attenzione valutate quali:

  • il consolidamento del sorpasso dell’Area Manageriale: a fine 2024 il 53% del Personale è inquadrato tra i Manager e il 47% in Area Operativa. Nel prossimo triennio, per effetto di un’alimentazione massiccia che avverrà prevalentemente al segmento di Esperto e all’auspicato ingresso nei ruoli del Personale dell’IVASS (i cui dipendenti per il 90% appartengono all’area dei Manager) il rapporto scenderà ulteriormente, per cui è verosimile che gli operativi non raggiungeranno il livello del 40%. Sono numeri che da soli testimoniano di un profondo cambiamento, non solo organizzativo ma di natura dell’Istituto con l’evidente rischio che le Colleghe e i Colleghi dell’Area operativa finiscano in una sorta di “riserva indiana” con tutte le conseguenze facilmente immaginabili;

  • i tagli lineari apportati alle promozioni hanno un evidente collegamento con la riforma degli inquadramenti attualmente in discussione. I gradi professionali non hanno collegamento con valutazione di ordine funzionale (per cui la determinazione dei numeri prescinde dalle esigenze organizzative) ma sono un elemento fondamentale dell’attuale dinamica retributiva che consentono alla retribuzione degli Operativi di crescere sino a livelli di eccellenza. Il sistema della progressione economica si regge su due pilastri: il primo è rappresentato dallo scatto annuale che agisce a prescindere dai voleri della Banca e il secondo sugli avanzamenti tra gradi professionali, per i quali è previsto l’originale sistema del ricalcolo dell’intera Anzianità di servizio (AIS). Su questo secondo aspetto la Banca ha a disposizione una leva importante quale è quella della determinazione dei posti a disposizione. Ridurre gli avanzamenti significa ridurre la crescita economica individuale ed ha come conseguenza accessoria il rischio di sconfinare nello scatto leggero.

Sono questi segnali da non sottovalutare e dimostrano il calo di considerazione e di attenzione della Banca nei confronti della Categoria nel perseguire un diverso modello dell’Istituto che potrebbe comportare una progressiva marginalizzazione della stessa.

Una Categoria messa ai margini e di conseguenza indebolita comporterebbe una sempre minor capacità di tutela.

Queste considerazioni dovrebbero indurre a dichiarare una sorta di “stato di emergenza”, con un’assunzione, doverosa, di responsabilità da parte di tutte le OO.SS.: è tempo che vengano messe da parte le particolarità per puntare alla blindatura dei diritti e delle prerogative per oggi e per il futuro.

Per queste considerazioni ha rilievo la fondamentale esigenza di compiere la riforma dell’Area che si realizza in una situazione di emergenza per cui non può essere considerato un “normale” rinnovo del Contratto.

La FALBI, quindi, pur consapevole delle importanti criticità che ancora permangono, continuerà a negoziare avendo come unico punto di riferimento la piattaforma presentata lo scorso giugno congiuntamente al SIBC, che sosterrà con lealtà, e ritiene che ogni cambiamento di modello in corso non potrà che determinare l’ennesimo fallimento della riforma. 

Il Direttivo Nazionale ha inteso indicare i campi di avanzamento necessari per indirizzare il negoziato verso una fase concreta di conclusione:

  • eliminazione delle limitate criticità della scala retributiva che riguardano in particolare i gradi iniziali (Vice Assistente e Assistente);

  • definizione della formazione che, allo stato, appare troppo nebulosa mancando le garanzie di fruizione per tutti i Lavoratori e soprattutto le finalità del nuovo sistema che, comunque, non potrà essere il driver per gli avanzamenti;

  • soprattutto mancano ancora i provvedimenti per rendere concreto l’obiettivo centrale della nostra rivendicazione, che pone al centro la valorizzazione delle competenze e della professionalità; è, quindi, necessario definire con immediatezza il sistema di avanzamento tra segmenti e aree; definire le percorrenze che dovranno essere le stesse di oggi, anzi migliorate nel senso di una velocizzazione della carriera, ma soprattutto definire il numero garantito di avanzamenti (al secondo segmento, ad Expert e a Consigliere). Senza la definizione di numeri adeguati a rispondere concretamente alle aspettative delle Colleghe e dei Colleghi, tutto il resto si ridurrebbe ad un inutile esercizio accademico;

  • carriera operaia: il Direttivo Nazionale ha ribadito l’indisponibilità della FALBI a concludere il negoziato escludendo dalla riforma la Carriera Operaia. Le motivazioni addotte dalla Banca sono prive di sostanza e provocherebbe esclusivamente un danno per l’intera Categoria, che verrebbe isolata e si troverebbe ad affrontare il negoziato per la riforma in posizione di obiettivo svantaggio;

  • profilo tecnico: la proposta della Banca di abolizione del profilo tecnico appare priva di motivazioni: la Banca negli ultimi anni ha reclutato assistenti tecnici con sempre più elevati skill di formazione e competenze, oggi propone di cancellare tali specificità facendo confluire tali specialisti nel più generale contenitore degli amministrativi. Si tratta di un’operazione a tutto danno delle Colleghe e dei Colleghi che oggi hanno un riconoscimento della loro specificità e che domani potrebbero veder compromesse anche le loro aspettative di carriera.


IVASS

Il processo di unificazione tra Banca d’Italia e IVASS, il cui procedimento legislativo è già avviato, è considerato dalla FALBI come un’eccezionale opportunità.

I Dipendenti di IVASS dovranno avere il trattamento già previsto da quelli di Banca d’Italia e la Banca acquisirà competenze nuove e qualificate che finalmente vanno nella direzione di un reale rafforzamento di compiti e funzioni, che nel tempo hanno subito progressivi ridimensionamenti.

Parte di questi compiti rafforzeranno anche le attività da svolgere sul territorio, in evidente contraddizione con le scelte che la Banca intende operare in termini di ridimensionamento della Rete.

Seguiremo con attenzione l’iter che porterà alla realizzazione di tale progetto, valutandolo di grande interesse e utilità per entrambe le compagini e riteniamo miope ed egoistico l’atteggiamento di chi valuta tale processo con lo sguardo rivolto esclusivamente alla rappresentatività della propria sigla.

 


TRATTAMENTO ECONOMICO

Inaccettabile appare la volontà della Banca di usare i miglioramenti economici dovuti come leva di ricatto rispetto a questioni di diversa natura. Il sistema vigente in Banca sulla rivalutazione rispetto all’inflazione è garanzia di difesa rispetto alle decurtazioni (in questo periodo significative) che l’aumento del costo della vita provoca ai nostri stipendi. Non consentiremo alla Banca ulteriori ritardi nell’erogazione dell’IPCA 2024 (1.9%) che è dovuta, a prescindere dalla negoziazione, per effetto delle regole vigenti.

 

Sull’efficienza aziendale mai come in questa occasione è emerso il vizio di fondo del sistema: è la Banca che sceglie le voci da prendere in considerazione per la sua determinazione, a stabilirne i pesi e determinare gli algoritmi per la quantificazione finale.

 

In sostanza è un sistema che affida esclusivamente alla parte datoriale la gestione dell’istituto privando l’aspetto negoziale di qualsiasi significato e portata.

 

Per quanto riguarda la proposta avanzata dello 0.2% nell’occasione è valutata come irricevibile, ma una discussione potrà essere aperta se quanto proposto per la Lump Sum non si riduca a mero accantonamento ma contribuisca al miglioramento della misura dell’indennità da riconoscere.

 


QUESTIONE GENERAZIONALE

Da tempo la FALBI ha avviato un tentativo di dialogo e di confronto con la nuova generazione di Colleghi che, numerosi, sono stati assunti in Banca d’Italia.

Nell’ambito del Direttivo Nazionale si è riunito anche il Comitato Giovani FALBI, costituito a tal fine. I giovani Colleghi non hanno mancato di partecipare attivamente ai lavori del Direttivo con un contributo di idee e di proposte positivo e innovativo, in linea con le aspettative e le rivendicazioni che caratterizzano le Colleghe e i Colleghi della loro generazione.

La FALBI dedicherà un grande impegno affinché si avvii un dibattito per aggiornare anche l’agire del Sindacato in linea con il sentire dei Colleghi più giovani, consapevole non solo che in loro è riposta la possibilità di un futuro del Sindacato ma anche per trasmettere loro uno strumento, oggi ancora insostituibile, di garanzia della tutela dei diritti e delle aspettative di tutti i Lavoratori.

 

Roma 11 novembre 2024