È TEMPO DI BILANCI LA BANCA CONTINUA A SOTTRARSI AL NEGOZIATO E L’UNITÀ SINDACALE … LATITA

A partire dal mese di marzo dello scorso anno, all’inizio dell’emergenza sanitaria, la Banca ha inteso “congelare” qualsiasi confronto negoziale fosse in quel momento in svolgimento.

 

Il diniego al confronto ha successivamente riguardato anche le questioni che la gestione dell’emergenza avevano reso di attualità, come l’evidenza del lavoro agile e la stessa gestione delle misure di contenimento dell’epidemia che la Banca ha inteso governare unilateralmente, basti considerare il mancato rinnovo del contributo chilometrico per i Colleghi pendolari costretti a lavorare in presenza.

 

 Non ha mancato la Banca di ricorrere ad evidenti pretesti per giustificare il perseverare nel suo atteggiamento come è avvenuto nel caso della task force e del libro bianco sul lavoro agile. Anche in questo caso il susseguirsi dei rinvii e il tempo trascorso dimostrano come quell’iniziativa non fosse altro che una “foglia di fico” che nascondeva la mancata volontà di confrontarsi con il Sindacato.

 

Ancora oggi la Banca persevera nel suo atteggiamento: nel corso dell’incontro del 22 marzo (pochi giorni addietro) nel quale si trattava della vertenza Banconote, il Delegato Aziendale ha affermato di non aver ricevuto dal Direttorio nessun mandato a trattare, in assenza del quale la Delegazione aziendale non ha alcuna intenzione di aprire il tavolo del confronto sul lavoro agile, aggiungendo che la Banca ritiene che la vertenza sulla riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa dovrà necessariamente essere affrontata dopo la definizione dell’accordo sull’orario di lavoro.

 

E tutto questo dopo le assicurazioni fornite dal nuovo Direttore Generale nel corso dell’incontro del 16 marzo scorso, nel corso del quale il dott. Signorini aveva testimoniato della sensibilità sull’argomento da parte del Direttorio e della disponibilità a confrontarsi sulle nuove modalità di lavoro!

 

Non c’è bisogno di Sindacalisti particolarmente perspicaci per comprendere che la Banca non intende fare da apripista rispetto a quanto è stato annunciato per il Pubblico Impiego e che le disponibilità resteranno nei limiti di quanto per quel settore verrà adottato.

 

I rischi di tale tempistica sono evidenti: se sarà rispettato il cronoprogramma annunciato dal Governo per la vaccinazione e nei prossimi due mesi il nostro Paese raggiungerà l’obiettivo dell’immunità di gregge, in assenza di accordo, assisteremo nella prossima estate ad un massiccio rientro in presenza dei Colleghi che attualmente operano a distanza.

 

Nel periodo, lo scorso mese di settembre, si è registrata anche una “novità” circa lo schieramento sindacale: sette Sindacati, con un’operazione la cui riservatezza è degna della migliore carboneria, hanno costituito un nuovo tavolo di maggioranza.

 

L’obiettivo di tale aggregazione era quello di costringere la Banca, in presenza di uno schieramento tanto compatto, a desistere dall’atteggiamento di inazione, non a caso lo slogan scelto nell’occasione fu “l’agenda la facciamo noi”!

 

A distanza di sette mesi appare evidente come quello slogan fosse nient’altro che una beffa per l’intera Categoria.

 

Soprattutto allo slogan iniziale, non sono seguite le necessarie proposte di merito: su nessuno degli argomenti centrali per gli interessi delle Colleghe e dei Colleghi l’Unità Sindacale ha presentato una propria rivendicazione, riducendosi, nelle rare occasioni di confronto, a discutere sulle proposte della Banca!

 

Anche in questo caso le ragioni sono evidenti: le profonde diversità storiche, culturali e ideali dei sette Sindacati sono talmente distanti che non consentono di formulare, su nessuno argomento, una rivendicazione di sintesi.

 

Gli unici argomenti affrontati nel periodo hanno riguardato solo la Carriera Manageriale, a dimostrazione del ruolo prevalente esercitato dai Sindacati CIDA/DASBI all’interno dell’alleanza, e quelli dove erano preponderanti gli interessi della Banca: il consuntivo è disarmante.

 

Nel frattempo, si preannuncia per la prossima settimana l’avvio di una trattativa sulla polizza sanitaria, la cui scadenza è fissata per il 30 giugno 2022, mentre i temi di maggior interesse restano in una prospettiva lontana.

 

Per mesi abbiamo assistito a una serie infinita di annunci seguiti sistematicamente da sempre più imbarazzanti rinvii.

 

Lo “stile” di fare sindacato adottato è quello “salottiero” e si evidenzia come l’operazione di convergenza dei sette Sindacati sia stata solo utile a fare da supporto alla volontà della Banca, che ha trovato nell’Unità Sindacale una comoda sponda per perseverare nel proprio atteggiamento dilatorio ed attendista.

 

L’Unità Sindacale, in un tale contesto di criticità ed in assenza di prospettive concrete per la Categoria, persevera nel distribuire “morfina” in Categoria nel tentativo di evitare che dalla stessa pervengano segnali di dissenso.

 

Si distingue il SIBC, l’unico di quei Sindacati che dà segni di vita anzi di vivacità (compulsiva), che quasi quotidianamente esterna l’elencazione delle cose che non vanno e delle manchevolezze della controparte che ostinatamente rifiuta di confrontarsi con il Sindacato.

 

Ma essendo priva dell’indicazione di qualsiasi strategia per modificare tale stato di cose ed essendo il SIBC inserito in un’alleanza che appare affatto disponibile all’azione, finisce per assumere il significato di una quotidiana “giaculatoria” priva di qualsiasi costrutto e prospettiva. Il SIBC gioca per opportunismo con i piedi in due staffe: la prima fermamente ancorata al tavolo di maggioranza e la seconda nel ruolo di contestatore indefettibile.

 

È tempo di bilanci e di conseguenziali scelte.

 

Solo chi non si accorge dell’ovvio non è capace di trarre le conclusioni dagli avvenimenti e dai comportamenti.