IL GRANDE ASSENTE: LA RIFORMA DELL’AREA OPERATIVA

Nel corso dell’incontro tenuto ieri sul lavoro agile la Delegazione della Banca ha incidentalmente proposto di procedere, in tutt’uno con l’eventuale sottoscrizione dell’accordo sull’orario di lavoro, alla chiusura del triennio contrattuale.

 

Ci siamo, con forza, opposti a tale ipotesi, ricordando

 

alla Banca l’ormai biblico ritardo che si registra per tale tematica e gli impegni che la Banca stessa aveva formalmente assunto nel procedere alla definizione della riforma per l’Area Operativa per poter chiudere il contratto di lavoro.

 

È evidente che una tale ipotesi sposterebbe ancora in avanti il negoziato sull’argomento procrastinando nel tempo una sua definizione.

 

L’urgenza di procedere in tale direzione è evidente: il modello attualmente vigente mostra inequivocabilmente i segni del tempo, soprattutto per quanto riguarda i rapporti gerarchici all’interno della categoria e per quanto riguarda l’assenza di concrete opportunità di crescita professionale, per cui non siamo disponibili ad accettare ulteriori pratiche dilatorie.

 

Non ci ha stupito la proposta della Banca, perché è a tutti nota la scarsa propensione a realizzare una riforma della specie e l’indisponibilità a mettere a disposizione le necessarie risorse per realizzarla.

 

Molto di più ci stupisce che una tale proposta sia scivolata, senza lasciare traccia, al tavolo dell’Unità Sindacale che, con il comunicato sull’incontro dell’11 novembre, non solo non ha ritenuto di prendere posizione, tantomeno di informarne le Colleghe e i Colleghi.

 

Eppure, non abbiamo dimenticato la serie di volantini della CISL dal fantasioso titolo “TIC … TAC la riforma si farà?” con i quali, tra l’altro, si affermava “l’Area Operativa è diventata una palude. La riforma è una necessità sentita da gran parte del Personale ed è ormai ineludibile perché non esistono reali prospettive di crescita e di valorizzazione del merito. Purtroppo, siamo all’anno zero perché la trattativa sindacale con la Banca non è neppure iniziata…”  e poi a seguire con circa due pagine di considerazioni.

 

Eppure, non si tratta di ieri, perché il volantino è del 27 luglio 2018!

 

Altri tempi, direbbe qualcuno, perché all’epoca la CISL faceva parte di un tavolo minoritario ed oggi è comodamente seduta a quello di maggioranza, assieme ai partner dell’Unità Sindacale, ovvero potrebbe essere influenzata nei comportamenti per considerazione di ordine “familiare”.

 

Così come è impossibile dimenticare le tonnellate di carta che il SIBC ha dedicato all’argomento per sottolineare l’inadeguatezza del modello di carriere, la mancanza di opportunità, le penalizzazioni retributive sofferte dalla Categoria.

 

Oggi le “cogenti” esigenze sembrano passare in secondo piano. A meno che non si vogliano costituire le basi della riforma dell’Area Operativa attraverso le “ricadute indirette” delle nuove modalità dell’orario di lavoro così come richiesto dalla Delegazione Aziendale sin dall’inizio del negoziato.

 

Possiamo comprendere, pur non condividendole, le valutazioni di opportunità, troviamo inammissibile che si sconfini nell’opportunismo.

 

Possiamo comprendere, pur non condividendolo, che si facciano valutazioni di interesse di sigla, ma non è possibile, a nostro avviso, che tali valutazioni non vengano contemperate con gli interessi dei Lavoratori.

 

Tali atteggiamenti rappresentano lo snaturamento dell’essere e fare Sindacato, al punto di trasformarlo in consorteria.

 

Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere l’improcrastinabilità della trattativa sulla riforma degli inquadramenti e ad opporci a qualsiasi tentativo di porre pietre tombali sull’argomento.

 

Roma, 12 novembre 2021.

LA SEGRETERIA GENERALE

FALBI

 

 

P.S. Nella tarda serata dell’11 novembre leggiamo un volantino “la pistola più veloce del west” (destinato ai soli iscritti al Sindacato) con il quale la CISL eccepisce sulla tempistica della pubblicazione del volantino della FALBI sull’incontro tenuto nella medesima giornata.

 

Dobbiamo ritenere che si volesse fare una sorta di satira su tale aspetto.

 

Chiunque abbia letto la nostra comunicazione ha ben compreso, con l’eccezione dei “giovani” Sindacalisti della CISL, che si trattava di un’analisi sull’andamento e sullo stato di una trattativa che presenta sempre più risvolti sconcertanti e che nulla avevano a che vedere con la cronaca dell’incontro.

 

Per riferire della pochezza di contenuti di quell’incontro sono stati sufficienti pochi secondi, anche per che, a differenza dell’Unità Sindacale, poco ci appassionano i contorcimenti lessicali.

 

I “piccoli” Sindacalisti della CISL meglio farebbero ad applicarsi a fare sindacato a favore delle Colleghe e dei Colleghi invece di dilettarsi nella satira “a perdere”.

 

Potrebbe, forse, essere l’occasione per loro di crescere e se ne trarrebbe un generale giovamento a partire dagli iscritti a quel Sindacato.