INCONTRO DEL 11 NOVEMBRE 2021 LAVORO AGILE – QUANDO IL NEGOZIATO SI TRASFORMA IN FARSA: L’INDECENTE SPETTACOLO MESSO IN SCENA AL TAVOLO DELLA TRATTATIVA

Nell’immobilismo del primo tavolo, che si aggrappa a stilismi semantici per mascherare la propria incapacità di migliorare gli accordi di luglio abbiamo fornito le nostre proposte.

 

Si è tenuta in data odierna l’ennesima puntata della telenovela “trasfusione in testo regolamentare delle intese di luglio sul lavoro agile”. La situazione è fuor di dubbio imbarazzante e ha travalicato ogni limite di decenza

offendendo non tanto la dignità del Sindacato, della quale ormai si è persa traccia, bensì l’intelligenza di tutte i Colleghe e Colleghi.

 

Nel mese di luglio, nonostante permanessero numerose criticità, anche a detta del tavolo di maggioranza, l’Unità Sindacale decise di sottoscrivere un accordo “ad ogni costo”.

 

Quell’accordo, come spesso abbiamo ripetuto, ha sancito aleatorietà per tutti i Lavoratori, rimanendo la fruizione del lavoro delocalizzato affidata alla discrezionalità dei Capi struttura sia per le modalità (possibilità di cumulare le giornate disponibili nel mese) sia, addirittura, sulla quantità (che può essere ridotta ad arbitrio dei responsabili) e, soprattutto, ha escluso a priori dalla possibilità di poter fruire del lavoro agile ampi settori dell’Istituto (GSP, STC, BAN) e ridotto tale facoltà del tutto ingiustificatamente (Segreterie delle Filiali ed alcuni settori dell’AC).

 

In sostanza quel testo non era altro che la trasposizione della posizione che la Banca aveva già reso nota mesi addietro, attraverso il Libro Bianco, e il “peso” negoziale, sistematicamente vantato dall’Unità Sindacale, ha avuto evidentemente un rilievo nullo.

 

All’atto della firma di quell’accordo le Colleghe e i Colleghi, non sempre disponibili ad affidarsi alle comunicazioni del Sindacato ma abituati a leggere gli atti, hanno espresso tutte le proprie perplessità e insoddisfazioni ai Sindacati di riferimento.

 

È partita, quindi, la “campagna d’estate” da parte dei Sindacati firmatari che hanno inteso veicolare il messaggio che gli accordi di luglio non erano altro che un “accordo cornice”, da riempire di contenuti e che la “vera” trattativa si sarebbe svolta nel mese di settembre, in occasione della quale c’era da aspettarsi sostanziali miglioramenti all’intesa.

 

Una tesi ridicola quanto inverosimile perché è stato evidente a tutti coloro che hanno letto i testi dell’accordo che le prerogative e i poteri della Banca erano stati ben definiti, mentre quelle dei Lavoratori erano sottoposte ad un regime di ampia discrezionalità.

 

Le promesse e gli “impegni” nell’occasione si sono sprecati e alcuni dei Sindacati (come il SIBC) appartenenti all’Unità Sindacale, da sempre impegnati a spararle sempre più grosse, si sono particolarmente distinti.

 

Tale castello di falsità è miseramente crollato alla ripresa del confronto, nel mese di settembre: ad oggi la Banca ha prodotto ben quattro ipotesi di accordo, tutte in stretta coerenza con il testo degli accordi di luglio.

 

Un confronto partito lo scorso 17 settembre e che ad oggi, a due mesi di distanza, ha visto qualche precisazione delle previsioni già sottoscritte e modifiche di parole che lasciano comunque inalterato il senso del testo.

 

Attraverso i volantini dell’Unità Sindacale si apprende che quello schieramento è impegnato in un grande lavoro negoziale e qualcuno più disincantato, considerato il trascorrere del tempo, comincia a chiedersi in cosa si sostanzi tale infaticabile attività! 

 

Oggi si è tenuta l’ennesima “puntata” nel corso della quale la Delegazione della Banca ha illustrato la quarta delle ipotesi di accordo prodotta.

 

Per quanto ci riguarda abbiamo dichiarato che anche “il quarto testo” non appare idoneo a rispondere alle esigenze delle Colleghe e dei Colleghi e che un’eventuale sottoscrizione della FALBI è sottoposta a ben precise condizioni:

  • contenimento della discrezionalità di gestione per coloro che hanno titolo al regime pieno di lavoro delocalizzato e, in caso di riduzione delle giornate spettanti, il loro recupero nel mese successivo e nessun proporzionamento per il part time verticale;
  • riconoscimento “certo” di un plafond di giornate a favore di coloro che operano in settori di nulla delocalizzabilità (GSP, STC altri settori così definiti);
  • riconoscimento delle dieci giornate a favore degli addetti alle segreterie delle Filiali;
  • definizione della reale portata della norma che consente la fruizione, anche continuativa, di un numero di giorni da remoto superiore ai limiti ordinariamente previsti a favore di chi si trova in particolari situazioni personali e familiari;
  • formalizzazione dell’impegno a mantenere l’istituto del telelavoro, sia per quanto riguarda la concessione che i rinnovi;
  • mantenimento della fascia allargata in cui collocare la prestazione giornaliera del telelavoro;
  • riconoscimento del ticket a favore dei telelavoristi.

 

La risposta è stata sconcertante: il confronto continua per cui si trascinerà stancamente lo spettacolo sino ad oggi messo in scena.

 

Restiamo, quindi, in attesa della quinta ipotesi di accordo (e chissà quante altre).

 

Avvicinandosi la data fissata per l’avvio del nuovo sistema “qualcuno sarà costretto a firmare”.

 

Abbiamo, infine, ribadito l’esigenza di definire aspetti economici (efficienza aziendale e IPCA) i cui ritardi sono ormai non ulteriormente tollerabili; a tal proposito la Delegazione aziendale ha dichiarato l’intenzione ad avviare lo specifico confronto già a partire dalla prossima settimana.

 

Il prossimo incontro è fissato per il prossimo mercoledì 17 novembre e riguarderà: lavoro agile, efficienza aziendale e IPCA.