IL NEGOZIATO NEL PORTO DELLE NEBBIE DOPO TANTO PARLARE CALA IL SILENZIO SULLE TRATTATIVE CON LA BANCA

La storia sulla trattativa sul lavoro agile è ormai cosa nota: mesi di colloqui, caratterizzati da accelerazioni seguite da improvvise frenate per introdurre in Banca d’Italia un diverso e più evoluto modo di lavorare che avrebbe rivoluzionato la conciliazione tra vita professionale e quella privata.

 

Mesi di estenuante “finta” trattativa posto che le conclusioni a cui si è pervenuto seguono pedissequamente le indicazioni preventivamente fornite dalla Banca.

 

Il “Libro Bianco” è stato il master plan del negoziato, è mancato purtroppo il ruolo propositivo del Sindacato che dovrebbe rappresentare il reale valoro aggiunto di ogni trattativa.

 

Abbiamo proceduto ad una comparazione tra il libro bianco e l’accordo sottoscritto dall’Unità Sindacale nel mese di luglio (riportata in calce a questa circolare ), i risultati sono sconcertarti, perché risulta di palese evidenza che il lavoro negoziale svolto al tavolo nel lungo periodo della trattativa è stato utilizzato in un’attività di “copia e incolla” per trasfondere nell’accordo sindacale null’altro se non i principi che la Banca aveva preventivamente fissato con la task force.

 

Inoltre, nell’incontro dello scorso 23 novembre, la Delegazione Aziendale aveva dichiarato che il negoziato era terminato ed era in attesa di un’eventuale adesione all’intesa con l’intendimento di portarla al Consiglio Superiore di novembre, oggi appare verosimile che tale accordo non sarà portato nemmeno al Consiglio di dicembre, fissato per il prossimo venerdì 17!!!

 

Per cui le Colleghe e i Colleghi per poter continuare a fruire di un lavoro delocalizzato diffuso dovranno far conto esclusivamente sul rinnovo dello stato emergenziale.

 

Sbalorditiva è la circostanza che sulla questione sia calato un silenzio di piombo e le Organizzazioni Sindacali, che sono state protagoniste e responsabili di quella trattativa, non hanno avvertito il dovere di rendere conto e coinvolgere la Categoria in una questione che, a loro stesso dire, “è di grande importanza per tutti, e per il futuro dell’Istituto”.

 

Si conferma, quindi, la deriva di quelle Organizzazioni verso un Sindacato verticistico che tutto decide all’interno della torre d’avorio delle rispettive segreterie e sempre più disperde il patrimonio di coinvolgimento e di partecipazione dei Lavoratori, che dovrebbe rappresentare valore fondante dell’azione del Sindacato.

 

Parimenti è avvenuto per la definizione dell’efficienza aziendale. In questo caso una vertenza “lampo” durata un solo giorno per prendere atto dell’indisponibilità della Banca a valorizzare l’encomiabile sforzo profuso dall’intera Categoria per far fronte ad un periodo eccezionale garantendo alla Banca il mantenimento dei consueti livelli di efficienza e di efficacia.

 

Si trattava di depurare dal “paniere” il parametro di quelle attività che, certamente non per scelta dei Lavoratori e della Banca nel periodo emergenziale, non si erano potute svolgere per impedimenti legislativi e di valutare gli evidenti risparmi sul costo del lavoro che la Banca aveva realizzato nel periodo emergenziale e, soprattutto, realizzerà per effetto dell’introduzione del lavoro agile.

 

La Banca, acquisito l’assenso dell’Unità Sindacale sul proprio progetto di smart working, si è chiusa ad ogni confronto sul pur rilevante tema del trattamento economico.

 

Separare la vertenza sul delocalizzato da quella sul connesso trattamento economico è stata l’ulteriore prova dell’approssimazione e del dilettantismo di chi, in questo momento, rappresenta la maggioranza della Categoria.

 

Viviamo, quindi, un momento di paradossi: nulla è dato sapere su quanto è avvenuto al tavolo della trattativa, nulla è dato sapere su cosa intenda mettere in campo il Sindacato di maggioranza per rimuovere una tale incredibile situazione.

 

A meno che, ancora una volta, non ci si affidi alla fortuna e…alla benevolenza del datore di lavoro!!!

 

È evidente che si tratta di una situazione non più tollerabile, che potrà essere superata solo attraverso una presa di coscienza da parte delle Colleghe e dei Colleghi e con l’assunzione, da parte loro, di inequivocabili prese di posizione.