Il SIBC commentando, oggi, il comunicato del giorno precedente della FALBI “il negoziato nel porto delle nebbie” ammette, con onestà intellettuale, che il contesto che si è venuto a creare per le trattative in essere e poi sospese “è una situazione assai poco chiara per chiunque”.
Ci saremmo attesi, considerato che il SIBC facendo parte dell’aggregazione sindacale che detiene il primo tavolo e ha la conseguenziale responsabilità della trattativa, chiarisse, per primi ai propri iscritti, qual è la situazione reale e, soprattutto quali sarebbero a questo punto le concrete prospettive per rimuovere la situazione di stallo attuale.
Ma il prosieguo della lettera ci ha presto delusi!
Dopo una cronaca degli ultimi avvenimenti “vero è anche che la cronaca dell’ultimo incontro ci sembrava piuttosto esplicativa di significative distanze tra le parti”, il SIBC si rifugia in una formula dubitativa: “però, la domanda è comunque sacrosanta: che fine ha fatto il negoziato che sembrava avviato alle battute conclusive? Onestamente, il negoziato potrebbe concludersi questa settimana, o il prossimo mese, o chissà”.
E chi mai dovrebbe saperlo se non il Sindacato che si è appuntato il merito di una trattativa che, a suo dire, comporterebbe un’immediata rivoluzione delle modalità di lavoro, tranne, poi, fermarsi il giorno prima della sottoscrizione?
Prosegue il comunicato di quel Sindacato con la quotidiana giaculatoria sulle malefatte della Banca che sempre più si caratterizza per inaffidabilità e maliziosità di intendimenti!
Ma, il SIBC ritiene veramente che questo sia un metodo proficuo di fare sindacato? Ritiene che così si tutelino al meglio gli interessi della Categoria?
Sarebbe stato più apprezzato se il SIBC avesse ammesso che l’accordo di luglio è stato frettolosamente sottoscritto e che le maglie larghe lasciate in quell’occasione sarebbero state ampiamente utilizzate dalla Banca ai propri fini.
D’altronde con una controparte inaffidabile, come il SIBC afferma essere la Banca d’Italia, appare improvvido sottoscrivere accordi che rimangono nella genericità senza blindare i reciproci diritti e doveri!
Gli accordi si fanno nella chiarezza reciproca e non certo sulla presunzione della “buona fede”!
In conclusione, ci pare di capire che “la nebbia non è stata sgombrata” e le vertenze restano avvolte nell’indeterminatezza!
Una situazione che auspichiamo anche il SIBC ritenga non ulteriormente tollerabile e della quale certamente non ci rallegriamo. Abbiamo tenuto in corso di trattativa un atteggiamento propositivo, abbiamo svolto, a conclusione del negoziato nel mese di luglio, un ruolo fortemente critico sui contenuti, ci pare di poter affermare, anche alla luce di quanto scritto oggi dal SIBC, che le nostre tesi avessero fondamento.