Che il SIBC fosse in fase di allontanamento dal patto sottoscritto con la FALBI era evidente a tutti, che fosse impegnato in una perenne campagna di proselitismo era altrettanto evidente.
Che non avesse limiti al rispetto della correttezza di comportamento e alla trasparenza nei confronti delle altre OO. SS. e della Categoria era altrettanto chiaro.
In particolare, nell’ultimo periodo si è imbarcato in un’iniziativa che definire infantile appare troppo generoso: dopo aver sottoscritto nel mese di giugno una piattaforma con la FALBI, che aveva richiesto notevoli sforzi e mediazioni, nel corso dell’estate ha deciso che quella piattaforma non andava più bene e ha apportato unilaterali variazioni.
Da quel momento ha chiesto ossessivamente: vorrei sapere da tutte le altre OO.SS. cosa ne pensano della mia brillante idea!
In nome della lealtà e dell’onestà intellettuale con cui spesso il SIBC si riempie la bocca, avrebbe dovuto avviare un percorso di confronto preventivo con l’Organizzazione con cui aveva sottoscritto un patto di alleanza e successivamente con tutte le altre OO.SS.
Ma al SIBC non interessa la soluzione dei problemi delle Colleghe e dei Colleghi, ma semplicemente agire per progressive provocazioni che, evidentemente, a suo avviso, dovrebbero rafforzarlo in termini di iscritti.
L’ultimo comunicato deborda nella comica: esasperato per l’indifferenza in cui cadevano i suoi appelli, temendo l’isolamento, ha richiesto una ciambella di salvataggio a CGIL, CISL e UIL ma lo ha fatto nell’unico modo che conosce, quello dell’arroganza: se non mi rispondi, se non dai assenso alla mia proposta significa che sei connivente con la Banca.
Soprattutto se chiedi di conoscere per intero la proposta della Banca significa che vuoi sottoscrivere quella proposta!
Un assioma inaccettabile: quale sarebbe il ruolo del Sindacato secondo il SIBC? Quello di procedere per proclami pubblici o quello di negoziare sino in fondo, come affermato da CGIL, CISL e UIL, per poi decidere se gli accordi sono percorribili o meno?
Per quanto ci riguarda abbiamo scelto sino ad oggi di non rispondere alle provocazioni continue del SIBC, perché siamo convinti che la Categoria abbia bisogno di rinnovare un impianto normativo che ormai ha più di 40 anni di vita e non risponde alle attuali aspettative del Personale, profondamente diverse da quelle di quell’epoca.
Ma dobbiamo ormai prendere atto che il SIBC ha tutti altri obiettivi: al tavolo con quella Organizzazione non si realizzerà mai una riforma.
Come già abbiamo detto da tempo, in nome di un comune interesse per i Lavoratori, siamo disponibili a confrontarci con tutte le altre OO.SS. per verificare se esiste un possibile terreno comune di azione.
Un confronto che riteniamo debba essere maturo, senza infantilismi e soprattutto senza tentativi di piegare, con progressive provocazioni, gli altri alle proprie tesi.