IL “TRISTE” COMMIATO DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA

Con la procedura di raffreddamento del conflitto ha avuto termine una fase negoziale che si è caratterizzata per il “nulla movere”; in quasi quattro anni di confronto l’unico accordo di rilievo è stato quello del lavoro agile, al quale la Banca si è indotta in considerazione degli indiscutibili vantaggi per sé stessa, come il primo anno di gestione di tale rilevante strumento di organizzazione del lavoro sta sempre più dimostrando.

 

Su tutti gli altri argomenti, numerosi dei quali sono di primario interesse per la Categoria, la Delegazione Aziendale ha agito “con freno tirato”, non consentendo la realizzazione di alcun accordo.

 

Le responsabilità del Direttorio sono evidenti ed è fuori di dubbio che il mandato affidato alla Delegazione trattante fosse quello di temporeggiare e di essere d’ostacolo alla realizzazione di negoziati sui quali pure esistevano impegni formali da parte della Banca (attuali e del passato).

 

Un Direttorio che si è caratterizzato per “assenza” per quanto riguarda le attività istituzionali, la gestione dell’Istituto e i rapporti con il Sindacato.

Un Direttorio rinchiuso nella “ridotta” di via Nazionale, impaurito da quello che si potesse dire del suo agire persino da giornali semiclandestini.

 

Un atteggiamento che è stato di danno all’autorevolezza dell’Istituto che, invece, ha consentito ad illustri predecessori di parlare al Paese ottenendone sempre il massimo rispetto.

 

Esistono nella storia della Banca d’Italia personalità, da Einaudi a Baffi e a Ciampi che hanno consentito alla Banca di assumere un ruolo centrale che, oggi, per l’agire “pavido” dell’attuale Vertice, rischia di essere disperso.

 

Nel frattempo, il mandato del Governatore è venuto a scadenza e si è provveduto, con largo anticipo, alla sua sostituzione.

 

Pensiamo che nessuno in Banca nutrirà, rispetto a questo cambio, sentimenti di nostalgia!

 

Per quanto riguarda lo specifico “sindacale” l’atteggiamento assunto dal Vertice si è tradotto in progressive penalizzazioni per i propri Dipendenti, privati di riforme ormai essenziali anche per il buon funzionamento dell’Istituzione e soprattutto in difficoltà per un periodo anomalo di inflazione che ne sta progressivamente “impoverendo” le retribuzioni.

 

Il Personale, in sostanza, è stato cinicamente utilizzato esclusivamente a tutela del “futuro” di chi attualmente guida l’Istituto.

 

Lo scorso 27 luglio abbiamo esperito la procedura di raffreddamento del conflitto, che, come è noto, ha avuto un esito negativo; si tratta, comunque, di una procedura prevista dalla legge che consente al Sindacato, nel periodo, di proclamare con immediatezza lo stato di agitazione del Personale e di mettere in atto azioni di lotta.

 

Il prossimo cinque settembre è prevista la ripresa del confronto; a tale appuntamento ci presenteremo con una proposta articolata con la seguente tempistica:

 

  • definizione, già in quella sede, dell’efficienza 2022 e di quella 2023 previo incremento delle percentuali già offerte dalla Banca, nonché un intervento sul credito libero del welfare;
  • fissazione formale, in quell’accordo, della data in cui incontrarsi per il recepimento del dato ISTAT per l’IPCA;
  • avvio, nell’intervallo tra i due incontri, del negoziato sulla riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa, che dovrà essere caratterizzato per concretezza e attitudine a concludere partendo dalle risposte dovute dalla Banca alla proposta avanzata da FALBI e SIBC.

Si tratta di una proposta che soddisfa anche le esigenze di timing avanzate dalla Banca, senza fare alcun passo indietro rispetto ai diritti e alle aspettative delle Colleghe e dei Colleghi.

 

Ascolteremo con attenzione le risposte che perverranno anche per valutare se quanto sostenuto sin qui dalla Delegazione Aziendale sia esclusivamente pretestuoso e strumentale per negare i giusti riconoscimenti ai Lavoratori della Banca d’Italia.

 

Nel caso in cui le risposte non fossero soddisfacenti procederemo senza indugio e senza ulteriori passaggi alla proclamazione delle azioni di lotta.

Potrà accadere, probabilmente per la prima volta, che il passaggio di consegne tra Governatore uscente ed entrante si realizzi in un clima di acceso conflitto con i Lavoratori della Banca.

 

Inoltre, colpisce, negativamente, la perdurante assenza dei Sindacati di “minoranza” che evidentemente ritengono che la miglior tutela dei Lavoratori che rappresentano non sia “affar loro”.

 

Roma, 2 agosto 2023