Ormai da mesi insistiamo sulla necessità che la riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa faccia parte dell’agenda dei confronti negoziali con la Banca.
Le ragioni di particolare urgenza affinché si affronti e, finalmente, si risolva un tale fondamentale aspetto sono state dimostrate, sempre che ce ne fosse bisogno, dalla recente informativa sugli organici per il 2022.
Da tale informativa è risultato con incontestabile chiarezza l’orientamento della Banca nei confronti dell’Area Operativa.
Sono state ridotte sia le posizioni a disposizione sia le percentuali sugli scrutinabili; si sottopongono a sempre più stringenti ridimensionamenti persino i passaggi a gradi che non hanno contenuto mansionistico-funzionale ma rappresentano null’altro che una progressione economica che dovrebbe semplicemente riconoscere il merito ,senza sottostare alla logica dei posti a disposizione; le opportunità per il passaggio all’unico grado funzionale (quello di coadiutore) sono state tagliate rispetto a quelle che si era inteso garantire con l’accordo del 2016; i numeri per l’accesso all’Area Manageriale (Esperto e Consigliere) sono sempre tanto modesti da rappresentare null’altro che un valore di testimonianza.
Dalle tabelle presentate nell’occasione emerge sempre più marcata la tendenza alla diminuzione delle strutture operative, in particolare della rete periferica per la quale si annuncia un fosco futuro.
Di conseguenza è urgente mettere mano a una riforma significativa degli inquadramenti dell’area operativa che restituisca alle Colleghe e ai Colleghi concrete opportunità di sviluppo di carriera, coerenti con un modello organizzativo che nel frattempo si è sviluppato e con aspirazioni in linea con un levato livello di preparazione individuale.
Un’impresa sicuramente complessa anche perché quanto si stabilirà in tema di riforma degli inquadramenti è destinato a durare e quindi a sviluppare effetti per un periodo lungo.
Si tratta di una materia rispetto alla quale è necessario non sbagliare!
Un confronto che non può ridursi alla semplicistica e insensata contrapposizione tra (presunti) conservatori e (presunti) innovatori.
Si tratta di confermare le prerogative conquistate negli anni e aggiungere, con coraggio, un impianto innovativo che risponda adeguatamente alle aspettative e alle necessità della Categoria.
Non sono ammessi scambi tra garanzie e discrezionalità! Non sono consentiti baratti tra diritti e mere aspettative!
Con la consapevolezza della portata della posta in gioco e con senso di responsabilità nei confronti della Categoria, già con il nostro comunicato del 22 dicembre abbiamo auspicato che si possano ricreare le condizioni di dialogo tra le diverse OO.SS., superando questioni di principio, preconcetti o, peggio, mero interesse di sigla, per verificare eventuali affinità di vedute.
Prendiamo atto che il SIBC, con il comunicato del 23 dicembre “riforma subito” utilizza parole chiare, affermando che “un accordo così importante e così a lungo atteso necessita del contributo di tutti” e prosegue “la massima convergenza sindacale su un progetto comune può essere agevolata dalla comune consapevolezza delle criticità registrate dalla riforma manageriale, peraltro inapplicabile al personale operativo, e dall’opportunità di definire un progetto nuovo”.
Concetti chiari e che apprezziamo per l’intrinseco contenuto di realismo e di responsabilità.
Attendiamo ora che anche le altre OO.SS. rappresentative dell’Area Operativa si pronuncino.
Per quanto ci riguarda siamo pronti a un confronto a tutto campo senza alcun pregiudizio e pregiudiziale, non porremo condizioni se non quella di far precedere il negoziato da un documento con il quale i Sindacati si impegnino sui contenuti da sostenere in sede di confronto con la Banca.
Auspichiamo altresì che le Colleghe e i Colleghi siano protagonisti dell’intera vicenda negoziale e non ne siano semplici spettatori.
La rilevanza del tema riteniamo meriti atteggiamenti di responsabilità e consapevolezza.