INUTILI DILETTANTI INIZIA IL NEGOZIATO E L’UNITÀ SINDACALE SUBITO ANNASPA È NECESSSARIA UNA REAZIONE DI DIGNITÀ

Tutti ricordano la Costa Concordia miseramente naufragata su uno scoglietto innanzi all’isola del Giglio; era un’imbarcazione moderna, imponente che trasmetteva l’impressione della solidità e della forza.

 

Similmente l’Unità Sindacale, formata da sette Sindacati poi divenuta per strada sei, che si è proposta, con un pizzico di prosopopea, come una sorta di “grande e invincibile Armada”, capace solo per la propria consistenza, di dare risposte adeguate e veloci alla miriade di questioni, di alto profilo, presenti e in attesa di soluzioni al tavolo del negoziato, si è incagliata sul primo scoglio che ha incontrato.

 

Non appena avviata la trattativa sull’orario di lavoro e sulla nuova modalità di lavoro in Banca, che dovrebbe rappresentare una svolta storica, ha dimostrato, per sua esplicita ammissione, di non essere in grado di gestire una trattativa di tale complessità.

 

Leggiamo la cronaca dell’incontro del 20 corrente con un misto di sconcerto ed incredulità: alle osservazioni critiche avanzate da quei Sindacati avverso un progetto che obiettivamente appare inadeguato rispetto alle aspettative della Categoria, anzi è orientata ad acquisire ulteriori margini di discrezionalità gestionale a favore della Banca, la Delegazione Aziendale ha ritenuto che quel tavolo sindacale non fosse nemmeno meritevole di una replica.

 

Probabilmente è questo il punto più basso in termini di credibilità raggiunto dal movimento sindacale in Banca d’Italia.

 

Evidentemente smarriti, come pugili suonati alla prima ripresa, la reazione che sono stati in grado di produrre è stata: “la prossima settimana consegneremo al vertice della Banca un documento di dettaglio che spieghi puntualmente la posizione del Tavolo di Unità Sindacale sulle norme da scrivere per realizzare il tanto auspicato new normal!!!”; un patetico gioco delle tre carte considerato che solo lo scorso 20 gennaio quei Sindacati avevano pubblicato “in pompa magna” la propria piattaforma rivendicativa sull’argomento.

 

Preso atto delle difficoltà, forse ci si appresta a rapide retromarce?

 

Negli scorsi mesi abbiamo ripetutamente affermato che l’Unità Sindacale era un “gigante con i piedi di argilla” in quanto poggiava sulle diversità e le contraddizioni di chi ne faceva parte; oggi, si mostra evidente la loro inadeguatezza, approssimazione e dilettantismo al punto che meglio farebbero a modificare la loro ragione sociale da “Unità Sindacale” in “Inutilità Sindacale”.

 

Per quanto ci riguarda non ci compiacciamo di questa triste situazione perché riteniamo che una Categoria che vive un momento di grande complessità per ragioni interne all’Azienda e, soprattutto, all’esterno, che ha grandi aspettative di cambiamento e modernizzazione, avrebbe bisogno di un movimento sindacale forte, autorevole e capace nelle sue diverse espressioni sia di maggioranza che di minoranza.

 

Per quanto riguarda la FALBI, continueremo a confrontarci con testardaggine con la Banca producendo ogni sforzo possibile per modificarne la proposta consapevoli della rilevanza che tali argomenti hanno per l’intera Categoria, ma già da subito non escludiamo, nell’eventualità tali tentativi non avessero esito, di ricorrere al conflitto che rimane, in caso di incomunicabilità tra le parti negoziali, l’unica iniziativa a disposizione di un Sindacato che intende svolgere con dignità il ruolo che è chiamato a ricoprire in difesa degli interessi e le aspettative delle Colleghe e dei Colleghi.