LA BANCA SEMPRE PIU’ DIMOSTRA DI VOLER AGIRE CON “MANI LIBERE”

In occasione dell’incontro odierno, ancor prima di entrare nel merito delle materie oggetto del negoziato, abbiamo inteso contestare alla Banca i recenti provvedimenti assunti circa lo split team.

 

Quanto deliberato, senza nemmeno confrontarsi con il Sindacato, appare una fuga in avanti simile a quella dello scorso mese di agosto dalla quale la Banca fu costretta a recedere velocemente per la situazione obiettiva che il contagio presentava.

 

Oggi, il provvedimento rappresenta sicuramente l’avvio di un processo di rientro in presenza nonostante il perdurare dello stato di emergenza legale e, soprattutto, nonostante una larga parte di Personale non abbia ancora ricevuto la prima dose di vaccino.

 

Una evidente forzatura, in assenza della regolamentazione a regime dello smart working, che conferma la preferenza della Banca e dei suoi Dirigenti di disporre di un modello di lavoro fortemente sbilanciato in direzione dell’operatività in presenza.

 

La Delegazione aziendale ha replicato che la Banca ritiene che la salute dei Colleghi sia assicurata dai protocolli e non dallo split team! Aggiungendo, inoltre, che nell’attuale periodo tutti gli uffici pubblici stanno riprendendo a lavorare in presenza.

 

Per quanto riguarda gli aspetti negoziali per definire la normativa a regime dello smart working, la Delegazione aziendale, incurante del non gradimento ottenuto presso il Sindacato e più in generale nella categoria, ha ribadito le linee strategiche contenute nel libro bianco, meglio specificandone il processo (vedi slide allegata). In corso di incontro è stato, inoltre, presentato un progetto per il superamento del telelavoro sostituito da un lavoro delocalizzato di lungo periodo (vedi slides), e verrebbe concesso in caso di situazioni meritevoli di tutela.

 

Nella sostanza la Banca conferma un modello caratterizzato da una forte discrezionalità di gestione da parte dei responsabili di struttura.

 

E’, evidentemente, in atto una partita in cui la Banca intende chiudere il negoziato sulle nuove modalità di lavoro con un saldo tutto a suo favore.

 

La FALBI, consapevole della grande rilevanza che tale specifico negoziato riveste per l’intera categoria e delle gravi conseguenze che un suo fallimento avrebbe per tutte le Colleghe e i Colleghi, ha ribadito di voler continuare il confronto alla ricerca di più avanzati livelli di mediazione, che tengano conto delle esigenze del Personale nonché del quadro esterno.

 

Nello specifico, nell’incontro odierno abbiamo inteso, per dare concretezza al confronto ed uscire dalle dichiarazioni di carattere generale, approfondire alcuni temi che appaiono di significativa rilevanza per l’impianto complessivo.

 

Ferme restando tutte le osservazioni critiche già avanzate dalla FALBI su tutti gli aspetti della proposta presentata dalla Banca (con particolare riferimento ai giorni settimanali disponibili per il lavoro a distanza e al periodo di fruizione di tale modalità di lavoro, che dovranno essere affrontati e modificati in corso di negoziato) abbiamo ritenuto di approfondire gli argomenti che seguono:

 

  • i numeri reali di persone che verranno coinvolte nella concessione di lavoro a distanza: il libro bianco alla pag. 44 descrive la telelavorabilità dei processi nei diversi settori di Banca. Sicuramente un primo riferimento utile, ma che non consente di valutare la platea di riferimento. Abbiamo, quindi, chiesto di conoscere il numero reale di Lavoratori addetti ai processi definiti dalla Banca totalmente, parzialmente o affatto telelavorabili, al fine di poter compiutamente valutare la portata e la diffusione della nuova modalità di lavoro;

 

  • la collocazione della prestazione da distanza: la collocazione della prestazione a distanza all’interno della fascia oraria di operatività delle strutture di Banca e, soprattutto, l’affermazione che la prestazione dovrà collocarsi su un orario stabilito con il responsabile di struttura (nell’arco orario dalle 7:30 alle 17:40), contraddice e vanifica uno dei principi fondamentali dello smart working, ovvero la libertà di autoorganizzazione del Lavoratore al quale deve essere consentito di gestire la collocazione della sua prestazione, anzi apre la strada all’istituzione di turni di lavoro non retribuiti;

 

  • le fasce di contattabilità: l’aver limitato a soli due giorni a settimana il lavoro a distanza non giustifica la pretesa esigenza di prevedere fasce di contatto da “concordare” con i responsabili di struttura. Incomprensibili appaiono le improrogabili esigenze di collegamento per i Dipendenti che, comunque, per gli altri tre giorni della settimana operano in presenza.

La collocazione della prestazione e le fasce di contattabilità tradiscono, in maniera nemmeno molto dissimulata, la volontà della Banca di creare, probabilmente per l’incapacità dei propri Dirigenti di gestire i Lavoratori in remoto, una sorta di “tornello virtuale” per chi lavora a distanza, snaturando nella sostanza la flessibilità del lavoro da remoto, che, al contrario, ne costituisce la peculiarità caratterizzante.

 

Addirittura, il tornello virtuale sarebbe penalizzante rispetto a quello in presenza in quanto privo della possibilità di stabilire il proprio orario di lavoro (nell’ambito dell’arco orario 8 – 16:10) grazie a flessibilità (che lo estende all’arco 7:30 – 17:10), attualmente prevista, per coloro che lavorano in presenza.

 

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L’Unità Sindacale, che dopo l’incontro dello scorso 13 maggio comincia a manifestare chiari sintomi di sofferenza, dopo sette mesi di vanterie, di dichiarazioni di forza, di promesse e una serie infinita di false partenze, alla prima occasione in cui si è trovata ad affrontare un negoziato di ampia portata, si è resa conto che la realtà è una dimensione profondamente diversa dai proclami sino ad oggi dispensati ad ampie mani.

 

I trionfalismi si sono schiantati contro un muro!

 

Il bilancio di questi primi nove mesi di alleanza tra Sindacati profondamente diversi messa in piedi esclusivamente per dare visibilità a Organizzazioni che sino a quel momento avevano giocato un ruolo irrilevante ma, evidentemente, privo di contenuti, è desolante.

 

In particolare, l’Unità Sindacale:

 

  • non è riuscita a vincolare la Banca con un accordo negoziale sulla gestione della crisi epidemiologica consentendo alla stessa di gestire i rientri in autonomia;
  • ha fatto finire sul binario morto la trattativa per il Servizio Banconote, nonostante i rilevanti interessi in gioco;
  • ha consentito alla Banca di affrontare il negoziato per la definizione delle regole a regime dello smart working in una posizione di assoluto vantaggio nella logica del “prendere o lasciare”.

Una strategia che è apparsa perdente per l’intero periodo e che oggi, alla luce di quanto sta avvenendo, si conferma come tale.

 

Una strategia che già ha arrecato gravi danni alla Categoria, ma è destinata a procurarne di altri, ancora più gravi, procedendo nel confronto con la Banca che prevede la negoziazione di argomenti di grande portata ed interesse per le Colleghe e i Colleghi, quali gli inquadramenti e il trattamento economico.

 

Il prossimo incontro è previsto per giovedì 27 maggio; la FALBI continuerà a negoziare con il massimo impegno, al fine di realizzare le condizioni utili per un accordo sullo smart working che risponda più adeguatamente alle esigenze che le Colleghe e i Colleghi hanno sin qui manifestato.