IO SONO CARLO COSA STA SUCCEDENDO ALLA BANCA D’ITALIA? MARTEDI’ 28 DICEMBRE SCIOPERO DI UN’ORA IN ENTRATA
Chi ha assistito alla puntata di Report dello scorso 13 dicembre non può che esserne rimasto stupito e preoccupato per l’immagine della Banca d’Italia che ne è risultata.
La citata trasmissione aveva in oggetto la tutela del Risparmiatore, che è il primo dei compiti dell’Istituto, nella ormai nota vicenda della vendita truffaldina dei diamanti da parte di numerosi Istituti di credito.
Ma quello che ha maggiormente colpito sono le dichiarazioni di importanti Dirigenti che, con fare ambiguo, sostanzialmente consigliavano di buttare la cenere sotto il tappeto.
Sconcertanti, in particolare, le affermazioni di un membro del Direttorio della Banca, che sembrava suggerire una sorta di decalogo in casi particolarmente scabrosi: “fai finta di niente”, arrivando ad evocare una sorta di spirito da caserma: noi riteniamo che la Banca d’Italia non sia una caserma e non esistono generali e truppa.
NON È QUESTA LA BANCA D’ITALIA CHE CONOSCIAMO, NON È QUESTA LA BANCA D’ITALIA CHE VOGLIAMO.
È passato molto tempo ma come si possono dimenticare figure di elevatissimo spessore e rettitudine come Baffi e Sarcinelli, che, per non “buttare la polvere sotto il tappeto”, pagarono, anche a livello personale, un elevato prezzo, né, a quanto ci risulta, si siano mai pentiti.
Come si può dimenticare una figura come Carlo Azeglio Ciampi che, anche in passaggi di estrema delicatezza, ha saputo preservare l’autorevolezza, l’indipendenza e il prestigio della Banca.
Era quella un’Istituzione che si segnalava per comportamenti corretti, per consapevolezza del ruolo, animata dallo spirito del civil servant, caratteristiche che avevano reso la Banca d’Italia rispettata nel Paese e fuori dai confini.
Protagonista, e vittima, di questa vicenda è un Funzionario della nostra Vigilanza: Carlo Bertini.
In questo ultimo anno, perché è da tanto che dura questa triste vicenda, abbiamo cercato di supportare il Collega, la cui unica responsabilità è quella di aver agito con indipendenza di giudizio e consapevolezza dei propri doveri.
Per due volte ci siamo formalmente rivolti al Governatore Visco, perché intervenisse autorevolmente in questa vicenda e giudicasse l’accaduto con equanimità e senso di giustizia.
Abbiamo affiancato il Collega Carlo in sede di Commissione di Disciplina: l’ultima delle vessazioni adottata nei suoi confronti.
La questione non era solo tutelare un Collega, che comunque sarebbe stata una ragione più che sufficiente, ma difendere l’autorevolezza e il buon nome dell’Istituzione, perché riteniamo che il Sindacato non possa fermarsi a “calcoli ragionieristici”, ma debba, con corretta consapevolezza del ruolo, agire a tutela del Lavoratore e dell’Istituzione.
Ora la vicenda ha assunto una dimensione di dominio pubblico e sembra volgere al termine: nella riunione del Consiglio Superiore di venerdì 17 dovrebbero essere deliberate le “misure punitive” nei confronti di Carlo Bertini.
Riteniamo, nella circostanza, di adottare un motto forse abusato ma di indubbia efficacia, e pronunciare a testa alta: IO SONO CARLO.
Riteniamo che anche l’intera categoria per solidarietà nei confronti del Collega e a difesa dell’Istituzione, adotti tale motto partecipando allo sciopero, che in giornata proclameremo, per martedì 28 dicembre prima ora di ogni turno di lavoro.