LA RIFORMA DELL’AREA OPERATIVA LE RAGIONI DEI NO DELLA FALBI

La Banca ritiene che l’introduzione di quote più elevate di smart working comporti come naturale conseguenza interventi significativi sugli inquadramenti dell’Area Operativa.

 

Le coordinate di tali azioni sono state delineate con il libro bianco; si tratta di replicare anche per l’Area Operativa il modello adottato per quella Manageriale, nonostante che tale manovra sia stata respinta nel 2016 dalla maggioranza dei Sindacati e dalle Colleghe e dai Colleghi.

 

Quindi, organizzazione del lavoro su obiettivi e, conseguentemente, modifica in tale direzione del sistema di valutazione, che dovrebbe trasformarsi in un feedback sul loro raggiungimento.

 

I risultati dei primi cinque anni di applicazione della riforma per l’Area Manageriale sono ormai a conoscenza di tutti; i tassi di discrezionalità sono di elevato spessore, i Colleghi non sono più tutelati da diritti formalmente previsti e sono in balia dell’arbitrio dei superiori, la gestione si caratterizza per crescente opacità; lo stesso trattamento economico, per una parte degli appartenenti all’Area, non ha risposto alle aspettative che inizialmente erano stati riposte nella riforma.

 

Soffrono di tale situazione soprattutto i livelli meno elevati dell’Area e, ora si pretenderebbe di estenderne le logiche anche all’Area Operativa che si troverebbe in una situazione ancora di maggiore debolezza.

 

NO alla gestione di incontrollata discrezionalità dei Colleghi da parte dei superiori;

 

NO a un sistema che mal si concilia con l’operatività a cui sono chiamati a far fronte i Colleghi Operativi;

 

NO al lavoro organizzato per obiettivi stabiliti dal capo diretto e svincolati dall’effettuazione della prestazione;

 

NO alla trasformazione della valutazione in feedback degli obiettivi;

 

NO ad un sistema che affiderebbe anche gli avanzamenti e la progressione a criteri di discrezionalità sulla soggettiva valutazione dell’eventuale raggiungimento degli obiettivi.