LA CISL CRITICA IL LAVORO AGILE: PRESA DI COSCIENZA O BANALE OPPORTUNISMO?

A sette mesi dalla sottoscrizione dell’accordo sul lavoro ibrido, spente ormai le luminarie che annunciavano “un mondo nuovo” per effetto dell’introduzione del “lavoro ibrido”, con candido stupore quasi fosse Alice nel Paese delle meraviglie la CISL si rende conto che non sono tutte rose e fiori.

 

O meglio, più che rendersi conto è costretta a rendersene conto dalle risposte che i Lavoratori hanno fornito a uno specifico sondaggio sull’argomento, sottoposto loro da quella Organizzazione.

 

La prima delle evidenze che emerge è che il “mondo nuovo” non è per tutti! Esiste un’ampia fascia di Colleghe e di Colleghi che ne è preventivamente esclusa.

 

E questa sarebbe una novità? Eppure, per onestà, va ammesso che nel corso della trattativa la Banca (già a partire dal “libro bianco”) aveva con chiarezza affermato che il nuovo sistema avrebbe potuto riguardare al massimo il 70/80% del Personale e che gli altri ne sarebbero stati esclusi.

 

La CISL, all’epoca, per l’eccitazione di sedere al primo tavolo, non ha sentito o peggio non ha compreso la portata di quell’affermazione!

 

Oggi, posta davanti a tale evidenza, con colpevole ritardo, lancia una proposta: “estendiamo ai GSP la speciale indennità prevista per le STC”! Evidentemente la CISL si è convertita al principio che la qualità della vita (finora definita quale valore imprescindibile) può essere monetizzata.

 

Ma quand’anche così fosse non sarebbe stato corretto proporre tale soluzione all’interno della trattativa sul lavoro agile? Cosa potrebbe indurre la Banca a concedere tale riconoscimento al di fuori di una mediazione complessiva sul merito della questione?

 

Altra evidenza che emerge dal sondaggio è che il ricorso al lavoro agile comporta una cospicua riduzione della retribuzione di fatto al punto che molti Colleghi, pur non essendoci la necessità, preferiscono lavorare in presenza rinunciando in tutto o in parte ai propri plafond di delocalizzato.

 

Anche in questo caso ci sovviene monsieur Lapalisse: ancor prima della sottoscrizione dell’accordo sul lavoro agile era stato reso noto il bilancio consuntivo della Banca che, con incontestabile evidenza, affermava che l’Istituto, con il ricorso allo smart working, aveva realizzato risparmi sul costo del lavoro pari a parecchie decine di milioni di euro; non sarebbe stato corretto proporre questa tematica in una logica di mediazione complessiva all’interno dell’accordo sul lavoro agile?

 

In questo caso la CISL propone un rimedio (postumo): “le risposte potranno venire all’interno del negoziato sulla riforma delle carriere attraverso una modifica della struttura del salario”.

 

Affermazione di assoluta genericità (e temiamo di pericolosità) in quanto la CISL (ovviamente) omette di dire quali sarebbero le modifiche da apportare alla struttura del salario per ottenere un tale risultato.

 

Noi che siamo abituati alla semplicità (e alla trasparenza) pensiamo che l’eventuale risposta, in questo caso, possa venire o da un aumento secco tabellare ovvero dall’introduzione di una specifica indennità, stentiamo a capire cosa c’entri la struttura del salario in tutto questo. Comunque, auspichiamo che la CISL voglia rendere noto alla Categoria come intenda modificare la struttura del salario per adeguatamente rispondere a tale esigenza.   

 

Una parte del sondaggio è dedicata alla gestione ed anche in questo caso emergono realtà ampiamente prevedibili: la Banca procede con tetragona prudenza in una logica di contenimento delle possibilità di accesso al lavoro ibrido; nelle strutture non telelavorabili la previsione di “alcune giornate di lavoro agile” si attesta sul risibile livello di 1,6 giornate al mese, all’interno di queste strutture non si tengono in nessun conto quelle mansioni che sono comunque telelavorabili; esiste una diffusa “resistenza” a concedere, a pieno regime, quanto previsto dall’accordo (massimali mensili, continuità tra i plafond di giornate telelavorabili); nei periodi di ferie (luglio e agosto) si verifica un’ulteriore “stretta” nella concessione.

 

Ulteriori restrizioni avvengono per “la fruizione, anche continuativa, di un numero di giorni di lavoro da remoto superiore ai limiti ordinariamente previsti”.

 

Un Sindacato responsabile e consapevole dovrebbe sapere che tutto quello che non è scritto nei testi negoziali o è sottoposto a flessibilità di interpretazione, viene utilizzato dalla Banca a proprio favore, e questa non è certo una novità.

 

Non sappiamo se le esternazioni di oggi della CISL siano ascrivibili ad una (tardiva) presa di coscienza ovvero a mero opportunismo utilizzato per coprire le proprie responsabilità, ma riteniamo che sia una “buona notizia” per l’intera Categoria il fatto che la CISL, dopo un breve periodo al primo tavolo della contrattazione, sia rientrata nel cono “dell’irrilevanza negoziale”, che ampiamente merita per manifesta incapacità: almeno non potrà più fare danno alle Colleghe e ai Colleghi.

 

Per quanto ci riguarda eravamo già consapevoli delle criticità, oggi segnalate dalla CISL, ancor prima della sottoscrizione degli accordi e più volte lo abbiamo ripetutamente segnalato. Ciononostante, non verremo certo meno alle nostre responsabilità e tenteremo, in occasione dei prossimi appuntamenti di trattativa, di porre rimedio a quanto c’è di penalizzante per le Colleghe e i Colleghi.