Sin dalla presentazione dell’ormai noto libro bianco da parte della Task Force, istituita dalla Banca, è apparso evidente che il nuovo modo di lavorare avrebbe escluso una parte delle Colleghe e dei Colleghi.
Nella trattativa che ne è seguita avrebbe dovuto essere cura del Sindacato, che ha Il dovere di trovare soluzioni equilibrate e capaci di evitare situazioni di penalizzazioni tra Lavoratori, individuare interventi per evitare eccessive diversificazioni di trattamento.
Al contrario il negoziato, e le conclusioni che ne sono derivate, si è mantenuto nel solco e nelle logiche dettate sin dall’inizio dalla Banca.
La criticità era già evidente: voler procedere nell’attribuzione del lavoro agile per struttura e non per funzioni e mansioni svolte avrebbe inevitabilmente tagliato fuori una parte di Personale.
Per quanto ci riguarda, in una logica di proposta che comunque è dovere anche degli schieramenti di minoranza, abbiamo proposto, dichiarandola pregiudiziale per l’avvio di una fase conclusiva del negoziato, che si procedesse ad una mappatura non per struttura, bensì per funzioni.
Evidentemente l’esperienza durata 18 mesi che ha suggerito di avviare una riforma delle modalità di lavoro per la compagine del Personale non è valsa per le Colleghe e il Colleghi addetti alla rete periferica.
Infatti, le conclusioni rassegnate dalla Banca nel corso dell’incontro dello scorso 17 settembre sono, purtroppo, in linea di coerenza con le conclusioni raggiunte tra Unità Sindacale e Banca nello scorso mese di luglio.
Infatti, le Filiali per il trattamento del contante e le Divisioni GSP (con limitate eccezioni) sono state escluse dalla possibilità di accedere al lavoro agile e le Divisioni di Segreteria delle Filiali hanno avuto visto riconoscersi il “regime ridotto” (5 giorni al mese con il massimo di 50 giornate/anno), una scelta, quest’ultima, incoerente con quanto stabilito per strutture che svolgono funzioni analoghe.
L’esclusione di ampi settori lavorativi della Banca dimostra anche l’impraticabilità della rotazione per gli addetti.
Evidentemente la considerazione che anche quelle strutture, sia pure con un regime di turnazione, in periodo di emergenza hanno operato al meglio in delocalizzato, non sono servite a modificare l’impostazione della Banca.
Il risultato finale delle determinazioni della Banca che tutti gli addetti a tali strutture risultano emarginati e, se è vero che il lavoro agile rappresenta la nuova frontiera del modo di lavorare in Banca, sono ridotti in una sorta di riserva probabilmente in esaurimento.
Stante le ripetute affermazioni della Banca e dell’Unità Sindacale sui riflessi che le nuove modalità di lavoro dovranno avere, a loro dire, inevitabilmente sulle carriere, inquadramenti e trattamento economico, le scelte operate comporteranno un danno per la loro professionalità e per le opportunità di crescita in carriera, un effetto che dovrebbe essere inaccettabile per un Sindacato che sia consapevole dei propri doveri di tutela complessiva delle condizioni economiche e normative dei Lavoratori.
Ora, l’Unità Sindacale, nonostante tali conclusioni fossero scontate in considerazione dei contenuti degli accordi che hanno sottoscritto, finge “stupore” e (ipocritamente) afferma che nel prosieguo del confronto troveranno soluzioni ai problemi emersi.
Certo è che se la soluzione fosse quella, già annunciata, di una manciata di giornate destinate alla formazione, al danno si aggiungerebbe la beffa e, in ogni caso, non rappresenterebbe un’inclusione di quei Colleghi nel processo delle nuove modalità operative.
Per quanto ci riguarda continueremo nella nostra pressante azione per modificare la direzione scelta da Banca e Unità Sindacale per affermare il principio della mappatura, che deve avvenire per funzioni e non per struttura.
D’altronde, la stessa Delegazione aziendale nel corso del citato incontro del 17 u.s. ha riconosciuto che all’interno delle medesime strutture convivono situazioni profondamente diverse in relazione alla telelavorabilità dei processi!!!
Ammettendo, in sostanza, che la Banca nel determinare i livelli di lavoro delocalizzabile ha proceduto con l’accetta piuttosto che, come sarebbe stato più equo, con il bisturi.
Continueremo a rappresentare con forza le nostre proposte, che riteniamo di buon senso e nell’interesse dei Lavoratori, un comportamento che, tra l’altro, smentisce le idiozie scritte da alcuni sindacati appartenenti all’Unità che intendono accusare, del tutto strumentalmente, la FALBI di essere “un Sindacato che sta a guardare”.
Per il prossimo mercoledì 22 settembre la FALBI organizza un’assemblea aperta a tutti i Colleghi addetti alle Filiali per discutere sull’andamento del confronto sul lavoro agile. Con successiva circolare comunicheremo le modalità di collegamento.
Si allega, al seguente link, il documento fornito dalla Banca durante l’incontro del 17 settembre u.s..