LA STORIA INFINITA DEI FRINGE BENEFIT L’ULTIMA VERGOGNA: PER I MUTUI COINTESTATI I CALCOLI SONO SBAGLIATI ULTERIORI DANNI PER I COLLEGHI

Al termine dello scorso anno, la Banca ha assunto la determinazione che i tassi praticati dalla CSR ai propri Soci erano da considerare fringe benefit e conseguentemente tassati.

 

Una decisione più realista del re in quanto ci sarebbero state tutte le ragioni per sostenere che così non fosse; rispetto a tale opinabile decisione sono in atto due diversi ricorsi giudiziari: il primo presso la Commissione tributaria e un secondo presso il TAR del Lazio circa la legittimità dell’agire della Banca.

 

L’imposizione del fringe benefit unitamente agli effetti di un’ondata inflazionistica di lunga durata e grande portata hanno prodotto un improvviso impoverimento del reddito ed in alcuni casi serie difficoltà a far quadrare i conti della propria famiglia.

 

Apprendiamo, oggi, un’ulteriore beffa: il calcolo dei fringe benefit per quanto riguarda i mutui cointestati è sbagliato (per difetto)!

 

Le ricadute sui Colleghi sono evidenti:

 

  • subiranno una maggiorazione del pagamento al fisco;
  • saranno costretti a presentare un correttivo alla propria dichiarazione e versare il dovuto tramite modello F24;
  • vedranno adeguare la trattenuta mensile;
  • nel caso in cui l’integrazione dovesse provocare il superamento della quota di 3.000 euro dovranno pagare per intero il balzello.

 

La responsabilità dell’errore è imputabile alla CEDACRI, che avrebbe calcolato il benefit per quota e non per intero, ma  vanno evidenziate  le responsabilità della CSR che quando, negli ultimi mesi dello scorso anno, ha trasmesso i dati alla Banca non ha usato la dovuta diligenza di controllare quanto ricevuto dal proprio provider; come pure  non vanno sottaciute le responsabilità della Banca, alla quale appartiene la titolarità dell’applicazione del fringe benefit,  che ha consegnato ai propri Dipendenti certificazioni fiscali errate.

 

Per quanto riguarda la CEDACRI riteniamo che la misura sia colma: dopo anni di inefficienze ed inciampi riteniamo che sia giunto il momento di dire basta a questa collaborazione. Ci attendiamo quindi che la CSR provveda immediatamente a porre nel nulla il contratto che la lega a CEDACRI per grave colpa del provider; garantendo la continuità del servizio ed individuando un altro provider, che fornisca maggiori garanzie. Allo stesso tempo chiediamo che con altrettanta sollecitudine promuova un’azione civile nei confronti di CEDACRI per la refusione dei danni.

 

In tale contesto, è altresì necessario che la CSR, come è suo dovere, adotti misure utili ad alleviare la situazione in cui molti Soci si sono venuti incolpevolmente a trovare, così come ci attendiamo che la Banca adotti idonee misure in ordine ai profili di responsabilità di propria competenza.

 

Roma, 18 luglio 2023.