LE BARUFFE DELL’UNITÀ SINDACALE SI AVVICINA IL TEMPO PER LA CONCLUSIONE DEL NEGOZIATO E OGNUNO VA PER UNA STRADA DIVERSA

Gli scorsi giorni sono stati densi di novità, purtroppo, nessuna  ha riguardato le aspettative delle Colleghe e dei Colleghi che ormai da tempo attendono soluzioni adeguate sulle ormai mitizzate “nuove modalità di lavoro in Banca”, invece, molte sono state utili per comprendere la vera natura e gli obiettivi per cui si è costituita l’Unità Sindacale.

 

Nella giornata del 21 giugno, la CGIL rompendo un silenzio che ormai durava da mesi scriveva che sino a quel momento non si era svolto alcun negoziato ma al massimo incontri tecnico/divulgativi e di mera elencazione delle posizioni.

 

Il successivo 23 giugno, il SIBC scriveva della trattativa di Neanderthal accusando la Banca di mancanza di cultura della responsabilità che le impedisce di valorizzare le grandi professionalità di cui dispone e di sviluppare un modello organizzativo libero dalla peggiore burocrazia ministeriale.

 

Il giorno 24 giugno, la CIDA, evidentemente preoccupata da tante fughe in avanti, è scesa in campo con il tono di chi detiene il ruolo guida dell’alleanza e ha fissato le condizioni dell’accordo da realizzare per la nuova organizzazione del lavoro in Banca.

 

Sostiene il CIDA che è necessario abbandonare una serie di rivendicazioni che ritiene minori, quali quelle retributive, per puntare alla salvaguardia dello sviluppo di carriera (immaginiamo si riferisse ai livelli e ai segmenti) e prendere atto che la Banca è composta da contesti diversificati (per cui sarebbe giustificata la proposta della Banca che prevede trattamenti discriminanti tra le strutture). Non manca di auspicare (avendo la presunzione di determinare le scelte per la riforma degli inquadramenti per l’Area Operativa) l’introduzione di un sistema di meriti individuali come quelli introdotti nell’area manageriale e delle alte professionalità, e conclude dicendo intanto iniziamo e quello che non funzionerà lo cambieremo assieme: ovvero facciamo un accordo la “qualunque” poi si vedrà!

 

Non vi è dubbio che l’intervento della CIDA sia un assist a tutto tondo a favore della Delegazione aziendale, dimenticando che solo poche settimane addietro aveva sottoscritto, assieme a tutti i partecipanti all’alleanza di cui ritiene di mantenere una golden share,  una piattaforme che diceva cose completamente diverse.

 

Il SIBC ha con prontezza compreso il contenuto precettivo della comunicazione della CIDA e nel breve tempo di due ore ha pubblicato un nuovo volantino “il non negoziato sull’orario di lavoro” dai toni molto accesi.

 

Nell’occasione, il SIBC sostiene che ad oggi nessun negoziato si è tenuto, anzi l’analisi è impietosa: i sindacati venivano tranquillizzati da soavi promesse di cambiamento che tutti noi, che abbiamo il torto di essere in buona fede, immaginavamo avrebbero orientato l’agire dell’Amministrazione. Ha, inoltre, aggiunto: la Banca ha sfruttato il senso di responsabilità altrui per continuare ad agire in via unilaterale sul tema di massimo interesse del personale. Ha trascinato il negoziato così alle lunghe da raggiungere il suo reale obiettivo: arrivare talmente vicini alla scadenza dello “stato di emergenza” (che, come detto in premessa, le consente di “concedere” più di un giorno a settimana di smart working ai dipendenti) da poter trattare dalla posizione preferita, la più simile agli atti unilaterali cui è abituata:prendere o lasciare”.

 

Uno scenario che la FALBI aveva adombrato già molti mesi addietro.

 

Traducendo il lungo “pistolotto” , si dovrebbe intendere che l’Unità Sindacale è stata gabbata da false promesse e che, sia pure in “buona fede”, ha consentito alla Banca di realizzare la propria strategia di trattare in una situazione di assoluto vantaggio.

 

Seguendo un tale ragionamento si deve necessariamente arrivare alla conclusione che l’Unità Sindacale è totalmente incapace di fare sindacato.

 

Sentendosi ormai in un vicolo cieco, il SIBC avanza anche una proposta: mettiamoci tutti quanti assieme perché quando è in gioco il futuro di tutti chi fa sindacato davvero c’è sempre e alla luce del sole.

 

Dopo i guasti che l’ammucchiata dell’Unità Sindacale ha creato, se ne propone una ancora peggiore e più eterogenea; la proposta  non convince soprattutto perché, a differenza del SIBC, noi non riteniamo che tutte le componenti dell’Unità Sindacale siano in  buona fede, ma al contrario riteniamo che siano presenti al suo interno ben conosciuti manipolatori fedeli alla Banca.

 

Il giorno 25 giugno, per ultima, si è aggiunta la CISL che, dopo le solite quattro chiacchiere salottiere che sono ormai una loro consolidata abitudine e dopo le solite banalità sugli Umarells, si esprime sulla trattativa in corso: nulla di originale in quanto si tratta di un copia e incolla di quanto sostenuto dalla CIDA, insomma un intervento ad adiuvandum di quel Sindacato che a sua volta era intervenuto ad adiuvandum della Delegazione aziendale; d’altronde è a tutti nota la sindrome da vassallaggio sofferta dalla CISL nei confronti della CIDA!

 

Quali conclusioni trarre da un tale campo di battaglia?

 

La prima: i componenti dell’Unità Sindacale sono caratterizzati da profonde divisioni, tendono a rappresentare interessi differenti e non sempre compatibili e, a causa delle tanto marcate diversità, non sono in grado di costruire una proposta che soddisfi le diffuse attese della categoria.

 

La seconda: il tempo è finito, mancano solo pochi incontri al timing fissato dalla Banca nel 20 di luglio; un tempo assolutamente insufficiente per svolgere una trattativa vera e di merito su una questione di grande complessità.

 

La terza : l’Unità Sindacale è in parte in buona fede  (forse) in parte sicuramente in cattiva fede per una evidente “collusione” con la Banca, ed ha creato una situazione di sicura sconfitta per l’intera categoria, per cui il SIBC o disciplinatamente si accoda al capobranco e si appresta a sottoscrivere con la coda in mezzo alle gambe un accordo che è esattamente il contrario di quello che in questi mesi ha annunciato con rulli di tamburo, ovvero si assume (una volta tanto) la responsabilità di azzerare una situazione (nonostante  egli stesso abbia contribuito a crearla) che si sta rilevando perniciosa per le aspettative dell’intera Categoria.

 

Solo un gesto di tale portata potrà consentire schieramenti che si caratterizzino per i reali obiettivi di tutela delle Colleghe e dei Colleghi; in caso contrario si continuerà ad offrire supporto incondizionato ai voleri della Banca.