LE VERITÀ NASCOSTE O IPOCRISIE IMPERANTI GLI ARDITI EQUILIBRISMI LOGICI DI CIDA, DASBI e CISL

Non intendiamo partecipare, incrementandola, alla “fiera delle verità nascoste” perché finiscono per diventare stucchevoli e noiose per i Colleghi che ne sono destinatari, ma francamente il volantino con il quale CIDA, DASBI e CISL hanno inteso replicare al nostro precedente comunicato sul segmento degli Expert rappresenta una concreta “fiera delle ipocrisie”.

 

In particolare, colpisce la severa “sentenza” emanata da quei Sindacati dichiarando che la conclusione della trattativa sull’Area Operativa del 2016 si è risolta in un “fallimento”.

 

Una curiosa affermazione da parte di quei Sindacati considerato che quell’accordo fu firmato da DASBI e CISL (il CIDA non ha sottoscritto solo perché non ne aveva la titolarità).

 

Nella logica, dagli stessi invocata, di assunzione di responsabilità sarebbe da apprezzare una spiegazione delle motivazioni che li hanno indotti a sottoscrivere un accordo con il quale “la montagna aveva partorito il topolino”.

 

Quell’atto significativo rispondeva forse alla logica che “si deve firmare tutto” a prescindere dai contenuti dei testi? Un principio che non condividiamo, che consideriamo qualunquistico e che fa venir meno qualsiasi elemento di garanzia per le Colleghe e i Colleghi.

 

Oppure si è realizzata nel tempo una sorta di “ravvedimento” per cui quello che era meritevole di sottoscrizione all’epoca si è trasformato nel peggiore complotto, ordito ai danni della Categoria?

 

Da parte nostra non ci stancheremo di ripetere le motivazioni che hanno impedito nel 2016 di realizzare una riforma innovativa delle carriere.

 

Le ragioni risiedevano nella pretesa della Banca di replicare (riducendone i benefici, basterebbe ricordare che il livello proposto da riconoscere in un triennio era semplicemente il doppio dello scatto annuale) il modello che si stava adottando per l’Area Manageriale.

 

Nell’occasione la Banca trovò una convinta sponda nelle posizioni di CISL, DASBI e CIDA.

 

Si voleva imporre una struttura di carriera caratterizzata da forti elementi di discrezionalità di gestione alla Categoria degli Operativi, notoriamente, con minor forza “contrattuale” rispetto ai Manager, che pure hanno pagato gli effetti dell’unilaterale applicazione degli istituti contrattuali.

 

Non mancarono, comunque, in quell’accordo interventi significativi a favore degli Operativi; basterebbe ricordare l’incremento di livello per i coadiutori, il riconoscimento di uno scatto e mezzo nonostante non si fosse modificato l’impianto delle carriere, la fissazione di quote di avanzamenti che non avevano riscontro nelle percentuali adottate negli anni precedenti e che hanno consentito a un numero maggiore di Colleghi di avanzare tra gradi professionali e funzionali.

 

Non abbiamo ritenuto esaustiva quella fase ed abbiamo rivendicato da subito l’avvio di un ulteriore negoziato sulla riforma dell’Area Operativa, che si è avviato nel 2019, per essere poi sospeso per il sopravvenire dell’emergenza sanitaria.

 

Ora il negoziato per l’Area Operativa riprenderà, la nostra posizione è a tutti nota: non intendiamo replicare, per gli Operativi, il modello adottato per l’Area Manageriale (che nel periodo di applicazione ha dimostrato tutti i suoi limiti e le sue criticità): intendiamo confermare tutte le garanzie conquistate nel tempo dalla categoria e introdurre tutti gli elementi utili per creare nuove opportunità di riconoscimento del merito e di crescita in carriera, che un nuovo contesto di nuove generazioni e di organizzazione del lavoro profondamente modificata pretendono.

 

Infine, ritenendo che tutti abbiano diritto al dubbio, abbiamo riletto tutte le comunicazioni che CIDA, DASBI e CISL hanno pubblicato a partire dal 2016 (anno di sottoscrizione dell’accordo sull’Area Manageriale) e in nessuna abbiamo trovato traccia di un impegno a favore del segmento degli Expert, che rappresentano l’anello debole e maggiormente penalizzato dell’Area.

 

Soprattutto, ancora oggi non comprendiamo il “vincolo” per cui i Sindacati che, a quel tempo, hanno suggellato quell’accordo, detenendo una solida maggioranza, condivisero che il livello retributivo dell’Expert fosse determinato con riferimento a quello del Coadiutore.

 

Anche in questo caso si tratta di un difetto di memoria ovvero di un eccesso di ipocrisia?