PREMIO DI PRESENZA LA UIL AMMETTE CHE LA BANCA HA PROPOSTO AL TAVOLO DELL’UNITA’ SINDACALE L’ABOLIZIONE DEL PREMIO

La FALBI nel rendere conto dell’incontro tenuto lo scorso 20 gennaio, affermava che la Banca aveva proposto l’abolizione del premio di presenza utilizzando le risorse così ottenute per finanziare un sistema premiante.

 

Riguardo all’incontro del 16 febbraio la FALBI confermava che la Banca aveva ribadito una tale proposta.

 

In entrambe le occasioni i comunicati dell’Unità Sindacale omettevano di dare una tale informativa alle Lavoratrici e ai Lavoratori e “parlavano di altro”.

 

Anzi, molti rappresentanti di quei Sindacati, interpellati dai propri iscritti sulla notizia diffusa dalla FALBI, negavano con decisione che la Banca in corso di incontro avesse formulato una tale proposta.

 

Eppure, non si tratterebbe di una scelta di poco conto: si toglierebbe a tutti un’indennità parametrata su un criterio oggettivo (le effettive presenze effettuate in corso d’anno e che vale alcune migliaia di euro) per restituirla, solo ad alcuni, sotto forma di premio.

 

La logica redistributiva delle risorse, più volte sostenuta dalla Banca, per cui si sottrarrebbero parti di retribuzione a tutti per riconoscere, in logica meritocratica, un premio ad alcuni (ovviamente scelti, secondo parametri poco trasparenti e discrezionali, dalla Banca)!

 

La UIL della Banca d’Italia, con il comunicato del 18 marzo “che sia una partenza vera…”, afferma: la delegazione aziendale ha proposto di drenare risorse economiche abolendo il premio di presenza e azzerando il riconoscimento del lavoro straordinario.

 

Non possiamo che riconoscere onestà concettuale a quel Sindacato, che ristabilisce, quale testimone diretto facendo parte dell’Unità Sindacale, la verità su un aspetto di grande rilevanza e interesse per i Lavoratori.

 

Non intendiamo entrare nei “fatti e comportamenti” di casa altrui, ma non vi è dubbio che quanto accaduto evidenzia una questione di “democrazia sindacale” che, in quanto tale, non riguarda solo gli iscritti a quei Sindacati ma l’intera categoria. Le omissioni, in questo caso, equivalgono a spudorate menzogne.

 

È l’evidente sintomo di una strategia condotta al riparo di ogni elementare dovere di trasparenza che, riguardando il tavolo di maggioranza sindacale, può portare sul premio di presenza, così come su altri temi di ancora più rilevante interesse per le Colleghe e i Colleghi, a scelte scellerate.

 

È la dimostrazione che l’Unità sindacale fornisce un’informativa dopata e fuorviante, quando, invece, i Lavoratori hanno diritto ad un’informativa esplicita e trasparente per poter esercitare il fondamentale diritto di giudicare quanto il Sindacato fa in loro nome.

 

Non vi è dubbio che è urgente una presa di coscienza collettiva al fine di evitare che il negoziato sugli inquadramenti dell’Area Operativa, si risolva in una pesante sconfitta per tutte le Colleghe e i Colleghi della Banca d’Italia, peggiorando, addirittura, le condizioni attualmente previste.