Negli ultimi giorni è tornato al centro del dibattito sindacale un argomento che ormai sembrava dimenticato: la Lump sum.
Nel 2017, per rispondere alla grave discriminazione di non percepire più la liquidazione (che veniva conferita all’accontamento al fondo complementare) si avviò una trattativa per cercare una compensazione alternativa.
Fu una trattativa difficile sia per la complessità del tema sia per la dura opposizione che SIBC, CGIL e DASBI svilupparono nei confronti di tale ipotesi e quei Sindacati, alla fine, non sottoscrissero quell’accordo.
Il negoziato si concluse positivamente in quanto si era stabilito il principio del diritto anche per gli aderenti alla previdenza complementare di percepire una “sorta” di liquidazione, insoddisfacente, invece, la misura di avvio ma si valutò che quella sarebbe stata una base di partenza e il Sindacato era già impegnato, in tempi ragionevolmente brevi, a provvedere al suo adeguamento; se fosse prevalsa l’impostazione dei Sindacati che si opponevano all’accordo si sarebbe persa un’utile occasione.
E la prima occasione si presentò nel 2020 quando si riaprì il confronto sulla Lump sum, ma il panorama sindacale era cambiato: la FALBI non faceva più parte del primo tavolo che era rappresentato dall’Unità Sindacale (CIDA, SIBC, CGIL, CISL, UIL, FABI e SINFUB) una sorta di alleanza variopinta che ebbe poca durata e che si dissolse presto a causa dei deludenti risultati prodotti.
L’accordo si concluse con interventi minimali e alla proposta della FALBI di intervenire sul coefficiente: si rispose con una nota a verbale (di parte sindacale e non congiunta con la Banca) di intenti a provvedere in futuro a un suo adeguamento.
Come è noto una dichiarazione a verbale non si nega a nessuno, tranne poi perdersi nelle nebbie dei negoziati che seguono.
Sostenere, come abbiamo letto in questi giorni, che esista un qualsiasi nesso tra quella dichiarazione a verbale e l’apertura nel 2025 del negoziato sul coefficiente è farisaico, strumentale e fuori dalle dinamiche della negoziazione sindacale.
Per quanto ci riguarda, passati otto anni dalla sua introduzione, abbiamo ritenuto che i tempi fossero maturi per procedere e, prendendo occasione dalla procedura di raffreddamento dello sciopero da noi avviata, abbiamo posto, come condizione necessaria per superare il conflitto, che l’accordo su IPCA ed Efficienza contenesse un impegno certo, definito nell’obiettivo (adeguare il coefficiente) e nel tempo (nell’ambito dell’anno in corso).
Si avvierà, quindi, in corso d’anno un negoziato di fondamentale importanza per la copertura previdenziale degli assunti dal 28 aprile ’93 nell’ottica di pervenire all’equiparazione dei sistemi vigenti prima di quella data e per quello successivo.
A tal fine riteniamo importante avviare un dibattito con le Colleghe e i Colleghi interessati, per cui abbiamo organizzato un webinar per il giorno 4 febbraio dalle ore 13.00 alle ore 15.00.
Partecipa alla costruzione di un sistema previdenziale equo e partecipa alla riunione cliccando sul link che segue:
https://us06web.zoom.us/j/87559342312?pwd=e3M3sLMKXmq8cM9yaQCgjEXUvUtotU.1
ID riunione: 875 5934 2312
Codice d’accesso: 117306