RETE TERRITORIALE INCONTRO DEL 18 FEBBRAIO: POCO O NIENTE

Nella giornata del 18 febbraio, la Banca ha convocato le OO.SS. per avviare il negoziato per la definizione delle misure di sostegno relative al piano di riorganizzazione della Rete periferica.

 

FALBI e SIBC hanno respinto tale convocazione in quanto ritengono che prima di passare al negoziato sugli ammortizzatori sia necessario rivedere nella sostanza il piano che, così come illustrato, rappresenta un grave danno per gli addetti alla periferia e conferma lo stato di incertezza per il futuro; per questa ragione è stato proclamato lo sciopero per il prossimo 28 febbraio.

 

Tutte le altre OO.SS (con la meritevole eccezione della UIL) hanno invece accettato l’invito con evidente disprezzo per i Lavoratori che intenderanno manifestare il proprio dissenso nei confronti di quanto prospettato.

 

Ovviamente abbiamo riservato una doverosa attenzione a quanto eventualmente emerso nel corso di quell’incontro, poiché riguarda la condizione di vita e di lavoro dei Dipendenti coinvolti nella riorganizzazione, ma la comunicazione da parte di chi ha voluto partecipare è stata variegata, parziale e ispirata al massimo della genericità.

 

Tuttavia, “leggendo tra le righe”, né si può fare altrimenti in assenza di esplicite pronunce da parte di quei Sindacati, è possibile procedere a una sia pure approssimativa ricostruzione e valutazione di quanto avvenuto in corso di incontro.

 

In particolare, emerge:

 

– che in assenza del primo tavolo non solo non è possibile realizzare alcun accordo (e non potrebbe essere altrimenti considerate le regole di contrattazione vigenti) ma non è fattibile nemmeno realizzare una trattativa “vera”, considerato che tutti hanno affermato che il prossimo incontro dovrà avvenire al termine delle azioni di sciopero;

 

la via della riforma è “lastricata di buone intenzioni”: si cercherà di limitare al minimo i trasferimenti…si cercherà di accontentare le richieste di chi desidera spostarsi volontariamente…la riforma mirerà a preservare le professionalità…la Banca ascolterà il Personale…”. Per quanto ci riguarda alle buone intenzioni preferiamo nettamente le garanzie contrattuali. Abbiamo, purtroppo, esperienza di frettolosi firmatari di accordi che, dopo la sottoscrizione, si lamentano di una Banca che non rispetta gli impegni assunti come, ad esempio, è accaduto in occasione dell’introduzione del lavoro agile;

 

– sostenere che il lavoro agile sia un nuovo strumento è una affermazione incomprensibile considerato che lo smart working sostituirà il telelavoro, già utilizzato in occasioni precedenti per altro con una portata indubbiamente più ampia;

 

– per quanto riguarda i prepensionamenti la Banca ha prodotto una tabella con le età degli addetti relativi alle filiali di Brescia e Livorno (chiuse) e delle monodivisionali: Catania, Forlì, Salerno e Verona. Appare, quindi, evidente la volontà della Banca di applicare tale istituto alle sei realtà e non certo all’intera rete territoriale e tantomeno all’intero Istituto.

 

In sintesi, un incontro inutile se non per dimostrare che quei Sindacati hanno ormai accettato il piano e si apprestano a svolgere un’azione di collateralismo con il datore di lavoro.

 

Una vergogna che merita azioni conseguenziali da parte delle Colleghe e dei Colleghi.

 

A margine, è curioso leggere che chi ha rinunciato a contrapporsi alla Banca sull’impianto si riserva di individuare metodi anche più duri per tutelare le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori: immaginiamo che la Banca resterà profondamente impressionata dalla forza di tale affermazione!! 

 

Roma, 20 febbraio 2025