Dopo un anno di sperimentazioni esasperate, di studi ponderosi e, soprattutto, dopo che si è ampiamente dimostrata l’efficacia e la convenienza di un lavoro delocalizzato diffuso, la Banca ha presentato una proposta di regolamentazione a regime improntata ad una prudenza degna di miglior causa. Si tratta di nient’altro che della riproposizione di un modello vecchio “condito” di una “spolverata” di smart working. La Banca ha “tirato il freno” rispetto agli entusiasmi che avevano sin qui caratterizzato il dibattito sulla favoleggiata “nuova modalità di lavoro” e le conclusioni del libro bianco (aggiornato) appaiono come la classica “montagna che ha partorito il topolino”. Ora inizierà il negoziato e se le posizioni della Banca non subiranno radicali modificazioni, il progetto, come presentato, non potrà certo avere il consenso della FALBI.
NO a un modello che privilegia il lavoro in presenza rispetto a quello delocalizzato;
NO all’esclusione di numerose strutture dalla possibilità di accedere al lavoro a distanza che porta inevitabilmente a classificare le Colleghe e i Colleghi in Lavoratori di serie A e serie B con diritti differenziati;
NO alla stima del 30% di smart working concedibile ai Dipendenti perché, dovendo prevedere una turnazione tra Lavoratori che svolgono mansioni telelavorabili, limiterebbe la fruizione di tale modalità a non più di 6/8 giorni di smart working al mese;
NO al limite di due giornate (eccezionalmente tre) a settimana che rappresenta un forte limite al bilanciamento tra le esigenze lavorative e quelle personali e familiari;
NO alle mancate garanzie del periodo in cui si può ottenere il lavoro delocalizzato;
NO a periodi diffusi e articolati di contattabilità, che rappresentano la negazione della flessibilità e dell’autonoma organizzazione del lavoro che è principio fondamentale dello smart working;
NO all’arco di operatività in cui collocare la propria prestazione per le ragioni esposte al precedente punto;
NO alla discrezionalità dei responsabili di struttura nella concessione del lavoro delocalizzato (che sarebbero tenuti a valutare secondo il ben tristemente noto concetto “delle esigenze di servizio”) che inevitabilmente creerebbe inaccettabili discriminazioni tra Colleghi;
NO all’assenza di un qualsiasi progetto per il telelavoro che sembra marcare una caduta di interesse della Banca verso quella forma di lavoro